In aumento nel mondo le restrizioni alla libertà di religione
Il nono rapporto del Pew Research Center registra ulteriori limitazioni alla libertà di religione da parte sia di governi sia di privati, gruppi e organizzazioni
Per il secondo anno consecutivo nel mondo sono aumentate le restrizioni alla libertà religiosa. Lo rivela il nono rapporto annuale del Pew Research Center appena pubblicato, relativo al 2016. I cristiani continuano a essere il gruppo religioso più colpito e l’ostilità nei loro confronti cresce: nel 2016 sono stati perseguitati in 144 paesi, 16 in più rispetto al 2015. Su 198 considerati, sono 83, pari al 42%, i paesi che presentano livelli elevati o molto elevati di limitazioni alla libertà di religione sia per opera di governi che di persone, organizzazioni e gruppi sociali avversi (erano 58, pari al 29%, nel 2007 e 80, pari al 40%, nel 2016. La percentuale di paesi con alti o molto alti livelli di restrizioni governative è passata dal 25% nel 2015 al 28% nel 2016 (sfiorando la punta più elevata – 29% - registrata nel 2012). Invece resta stabile al 27% la percentuale dei paesi in cui i livelli alti o molto alti delle restrizioni dipendendo dall’ostilità sociale. La Cina è il paese che presenta maggiori limitazioni governative alla libertà di religione, mentre l’India è quello con il più alto livello di ostilità sociale (ovviamente nei confronti delle minoranze religiose). Dopo i cristiani, gli islamici sono il gruppo religioso più colpito da restrizioni, rilevate nel 2016, stando al rapporto, in 142 paesi. Seguono gli ebrei, perseguitati in 87 paesi.