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IL LIBRO

Immigrazione, quel che dovremmo sapere

Immigrazione, tutto quello che dovremmo sapere, scritto da Gian Carlo Blangiardo, Gianandrea Gaiani e Giuseppe Valditara è l'ultimo studio a tutto campo sull'immigrazione nel Mediterraneo. Dati alla mano, confuta tutti i luoghi comuni mediatici, sulla sicurezza, la prospettiva economica e quella demografica di un fenomeno su cui, di solito, si fa solo demagogia.

Politica 10_02_2017
Barcone intercettato nel Mediterraneo

Tra il 1° e il 31 gennaio 2017  sono arrivati in Europa via mare 5.862 emigranti. Rispetto al gennaio 2016 si tratta di un calo nettissmo dovuto al quasi totale abbandono della rotta verso la Grecia a partire dallo scorso aprile, con l’entrata in vigore dell’accordo tra Unione Europea e Turchia: a gennaio gli arrivi in Grecia sono stati infatti solo 1.399 contro i circa 67.000 del gennaio 2016. In Italia nel frattempo sono sbarcate 4.463 persone, mentre nel gennaio del 2016 ne erano arrivate 5.273. 

I primi andamenti del 2017 confermano quindi la concentrazione verso l’Italia delle rotte attraverso il Mediterraneo. Quasi tutte le imbarcazioni raggiungono le coste siciliane e calabresi partendo da Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto. Sostanzialmente invariati sono anche i paesi da cui provengono più emigranti. In Grecia il 47% arriva dalla Siria, il 24% dall’Afghanistan, il 15% dall’Iraq. Per quanto riguarda l’Italia, gli immigrati più numerosi provengono dalla Nigeria, 21%, seguita da Eritrea, 11%, Guinea Conakry, il Gambia e Costa d’Avorio, 7%, Senegal e Mali, 6% e Sudan, 5%. 

Dall’inizio di febbraio la guardia costiera libica sostiene di aver fermato almeno 1.131 emigranti al largo di Sabrata: 431 viaggiavano su quattro gommoni, 700 su tre navi. Se riceveranno più denaro dall’Unione Europea, dicono le autorità libiche, potranno fare di meglio. 

3.200 chilometri più a sud di Sabrata c’è uno dei più importanti hub in cui i contrabbandieri concentrano gli emigranti illegali: Agadez, in Niger, ultima tappa prima della traversata del Sahara. Il governo nigerino a fine 2016 ha annunciato di aver drasticamente ridotto il numero degli emigranti che passano per il paese diretti alle coste di Algeria, Tunisia e Libia: da 70.000 lo scorso maggio a 1.500 in novembre. Il Niger si è impegnato a contrastare l’emigrazione clandestina grazie a un contributo di oltre 600 milioni di dollari offerto dall’UE. 

A proposito di costi, nel 2016 l’Italia per l’immigrazione illegale ha speso circa 3,3 miliardi di euro. Nel 2017 si stima che le spese saliranno almeno a 4,2 miliardi di euro. Solo le spese legali per il servizio di gratuito patrocinio offerto a tutti gli immigrati che si vedono respinta la richiesta di asilo e che decidono di presentare ricorso si aggira sui 50-60 milioni di euro all’anno. Altri 200 milioni vanno al Fondo per l’Africa, da investire nei principali paesi da cui partono gli emigranti per creare occupazione, sviluppo e per rafforzare i controlli ai confini e lungo le rotte. 

Mezzo milione di immigrati irregolari quasi tutti in situazioni da definire, un apparato assistenziale mal funzionante e oneroso, nuovi arrivi quasi ogni giorno, proposte governative di incerta efficacia, problemi enormi, in gran parte irrisolvibili, di integrazione, di assimilazione e di convivenza tra stranieri di etnia, lingua e religione diverse: questo è lo scenario, sempre più preoccupante oggetto di un instant book pubblicato a fine 2016 dalla casa editrice Aracne, frutto della collaborazione di Gian Carlo Blangiardo, docente universitario di demografia, Gianandrea Gaiani, giornalista esperto in studio dei conflitti, difesa e sicurezza, Giuseppe Valditara, docente universitario di diritto romano. 

Il libro si intitola Immigrazione, tutto quello che dovremmo sapere: cinque capitoli nei quali gli autori, oltre a descrivere il fenomeno, ne analizzano caratteristiche, problemi e prospettive, smentendo i luoghi comuni, le analisi insidiose di chi sostiene, giustifica e incoraggia l’immigrazione illegale.     

Quel che dovremmo sapere, ad esempio, è quanto sia sbagliato, illusorio voler compensare la denatalità e l’invecchiamento della popolazione italiana con l’immigrazione, pensando di salvare così il sistema assistenziale e previdenziale nazionale; e credere che l’aumento del Pil derivante dall’enorme apparato creato per accogliere e ospitare gli immigrati clandestini sia un fattore economico positivo; o ancora, immaginare possibile e utile l’integrazione economica di centinaia di migliaia di persone, per di più quasi tutte non qualificate, in un paese che presenta tassi di disoccupazione e povertà assoluta critici.   

Dovremmo conoscere, ed è un altro dei contribuiti utili del libro, i problemi di sicurezza e di ordine pubblico che l’immigrazione illegale crea e che vengono invece per lo più minimizzati, se non negati. Dovremmo conoscerli ed è già persino tardi per rimediare: perchè i jihadisti dello Stato Islamico si sono da tempo inseriti nelle organizzazioni che gestiscono il traffico illegale di emigranti e ne ricavano introiti elevati con cui si finanziano e perchè usano gli hub e le rotte degli emigranti per trasportare i loro uomini e introdurli anche in Europa.   

L’ultimo aggiornamento dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati pubblicato il 7 febbraio porta a 9.931 gli sbarchi: 8.268 in Italia e 1.663 in Grecia. Nel mese di febbraio 2016 erano sbarcate in Italia 3.826 persone. Il 7 febbraio di quest’anno ne erano già arrivate 3.805.