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FRONTEX

Immigrazione, l'Ue non ci aiuta ma ci danneggia

Immigrazione, abbiamo due notizie: una brutta e... una brutta. La prima brutta notizia è che il numero di immigrati morti nel Mediterraneo è in continuo aumento, nonostante (anzi proprio a causa di) Mare Nostrum, l'operazione di salvataggio della Marina. La seconda è che l'Ue, con la missione Triton, non ci aiuterà.

Politica 11_12_2014
Mare Nostrum

Da un lato ci sono i morti in mare, almeno 3.419 solo quest’anno secondo l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). Un numero quasi certamente da rivedere al rialzo considerato che quest’anno sono state 207mila le persone che sempre secondo l’agenzia della Nazioni Unite hanno tentato di attraversare il Mediterraneo (l’80% partendo dalla Libia e sbarcando in Italia), il triplo del 70mila che fuggirono verso l’Italia durante il conflitto libico del 2011.

Dall’altro c’è un’Unione Europea rimasta insensibile per un intero anno alle richieste di aiuto di Roma senza però rinunciare a processare l’Italia ogni volta che un immigrato clandestino lamenta di non essere stato accolto in guanti bianchi o ad arrabbiarsi quando africani e mediorientali sbarcati nel Belpaese raggiungono la Germania o altri Paesi del Nord. In pratica, ad ascoltare Bruxelles, dovremmo accogliere tutti i clandestini e poi tenerceli impedendo loro di sconfinare nel resto d’Europa. Contemporaneamente dovremmo continuare a raccoglierli in mare esclusivamente con le navi italiane, persino ora che l’Agenzia per le frontiere Frontex si è decisa a inviare un pugno di imbarcazioni militari a pattugliare le acque fino a 30 miglia da Lampedusa. Attenzione ai termini: “pattugliare” non significa raccogliere naufraghi o immigrati clandestini, compito evidentemente troppo gravoso sul piano procedurale ed economico per i “damerini” con la bandiera blustellata.

A precisare che l’Operazione Triton varata da Frontex non è in mare per soccorrere clandestini ha provveduto una lettera ufficiale inviata dal Direttore della divisione operativa di Frontex Klaus Rosler al Direttore dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere del Ministero degli Interni, Giovanni Pinto. La missiva fa il punto sulla prima fase di attuazione della missione europea Triton che in novembre ha affiancato l’italiana Mare Nostrum che però si spinge fino a ridosso delle acque libiche. Rosler richiama l’attenzione sul fatto che le attivazioni impartite alle navi di portarsi "in zone poste fuori dall'area di operazioni di Triton” per prestare soccorso a imbarcazioni in difficoltà "non sono coerenti con il piano operativo e purtroppo non saranno prese in considerazione in futuro".

Di fatto la lettera annuncia che le navi Ue non sono disponibili a prestare soccorso e fa riferimento a interventi effettuati nelle scorse settimane come quello del 20 novembre scorso il cui il Centro operativo di controllo di Roma, dopo aver ricevuto una telefonata satellitare, ha dato istruzioni a un'unità di Frontex di recarsi sul punto localizzato dalle apparecchiature per verificare l'eventuale presenza di un'imbarcazione in difficoltà. A questo proposito, "Frontex è dell'opinione che una telefonata satellitare non sia di per sé un evento SAR (Search and Rescuse)”, tale cioè da richiedere operazioni di ricerca e soccorso, e raccomanda fermamente che siano intraprese “azioni per investigare, verificare e solo in seguito, in caso di difficoltà, attivare un altro assetto marittimo". Per intenderci, Rosler non vuole inviare sue navi in risposta a Sos lanciati dalle imbarcazioni di migranti clandestini, almeno non prima di aver accertato che abbiano davvero bisogno di aiuto. Triton, rileva Rosler, non considera "necessario e conveniente sotto il profilo dei costi" l'utilizzo di pattugliatori "per queste attività di verifica iniziale al di fuori dell'area di operazioni". 

Inoltre il vertice di Frontex invita il Centro operativo di controllo di Roma “a tenere in considerazione il luogo e la distanza tra le navi europee e i possibili obiettivi (cioè le imbarcazioni che chiedono aiuto che in genere si trovano presso le acque libiche) suggerendo di "coinvolgere i centri operativi di controllo più vicini. Triton ha stabilito la sua centrale operativa presso il comando della Guardia di Finanza invece di schierarlo presso quello della Squadra navale della Marina che gestisce Mare Nostrum, come sarebbe stato più logico. Tra le righe la lettera di Rosler lascia intendere il motivo di una scelta apparentemente così irrazionale: l’obiettivo della missione europea è lasciare alle navi italiane i compiti impegnativi e costosi in termini di rischi, mezzi e carburante di soccorrere i clandestini che salpano dalla Libia.

Le due notizie, la conta dei probabili morti in mare e le lamentele scritte di Frontex nei confronti di Roma, mettono crudamente in luce che la missione Mare Nostrum non ha impedito che migliaia di persone morissero in mare. Ha certamente ridotto il numero delle vittime ma ha contribuito ad aumentare i flussi migratori che generano anche un inevitabile numero di morti annegati rafforzando il principio che l’Italia aiuta con le sue Forze Armate a penetrare impunemente i confini europei chiunque paghi il pizzo alle mafie arabe. Appare quindi ancor più chiaro che l’unica soluzione in grado di impedire che il Mediterraneo diventi un cimitero facendo cessare i flussi migratori è costituito dal respingimento in sicurezza (grazie alle forze navali italiane) dei clandestini, da riportare sulle coste libiche una volta soccorsi in mare.

L’altro aspetto che emerge prepotentemente dalle ultime vicende è che l’Unione Europea si rivela ancora una volta inutile, se non ostile agli interessi italiani. La missione navale di Frontex non intende aiutare nessuno e fa la spilorcia persino sui consumi di carburante: non si impegna nei respingimenti né nei soccorsi in mare. Inutile.