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IL RETROSCENA

Il vero ostacolo a elezioni anticipate

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Attualità 10_11_2011
parlamento

“Eran trecento, erano giovani e forti, e sono morti!”, scriveva Luigi Mercantini. I “nostri” trecento, invece, sono ancora vivi e vegeti, non sono più tanto giovani e non sappiamo se sono forti e se hanno coraggio. Di certo, sono un po’ angosciati, in queste ore. Sono i parlamentari di prima nomina della XVI legislatura repubblicana.


L’angoscia dei “trecento” sembra non derivare dalle sorti del Paese, sottoposto ad una evidente limitazione di sovranità politica ed economica, da parte degli organi di controllo europeo o dalla povertà che si estende a macchia d’olio e colpisce strati della popolazione che fino a poco tempo or sono vivevano nel benessere. Né tantomeno dalle prospettive della nostra democrazia, sottoposta negli ultimi anni ad un forsennato attacco da parte dei grandi gruppi editoriali, dei poteri economici, delle lobby e delle consorterie contro il “nemico pubblico numero uno”.


L’angoscia dei “nostri” è più recondita, sottile, prosaica. Tanto prosaica che non si può raccontare. E infatti, non la racconta quasi nessuno. Proviamo a farlo.

Attualmente - le informazioni sono tratte dal sito del Senato - il senatore della Repubblica percepisce un indennità lorda pari a 12.005,95 euro, che equivale al 70,59% del trattamento complessivo massimo dei magistrati di Cassazione. Oltre dell’indennità, il senatore gode: della diaria, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno (3.500 euro al mese); di un contributo per il supporto dell'attività (4.180 euro al mese, dei quali 1.680 corrisposti direttamente al Senatore e 2.500 versati al Gruppo parlamentare di appartenenza); di un rimborso forfettario delle spese generali (1.650 euro al mese); di tessere per i trasferimenti sul territorio nazionale, relativi a viaggi aerei, ferroviari e marittimi e alla circolazione sulla rete autostradale.

Il sito della Camera dei Deputati riferisce che all’indennità - pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali - si devono aggiungere: la diaria (3.503,11) e il rimborso forfettario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori (3.690,00). Il deputato, oltre a disporre di una somma annua di 3.098,74 per le spese telefoniche, usufruisce di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.


La perdita di queste cospicue indennità e di queste incredibili prebende, costituisce la prima fonte di angoscia. Non solo per i trecento, naturalmente, ma per tutti. Per i trecento se ne aggiunge un’altra, molto difficile da digerire. Riguarda la loro vecchiaia.

Il deputato o il senatore - le norme sono analoghe - versano mensilmente una quota del 6,7 % della propria indennità lorda, in base alla quale, al termine del mandato, ricevono l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 % dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo - o frazione non inferiore ai sei mesi; una quota dell'8,6 % della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi. Dal 2007, il vitalizio, per i nuovi eletti, è previsto dopo cinque anni di mandato effettivo, che equivalgono ad un’intera legislatura.


Il nuovo eletto di questa legislatura, quindi, non ha alcun interesse che il suo mandato termini e che si vada - come etica politica vorrebbe - a nuove elezioni, per non consentire che chi ha perso le precedenti vada al Governo privo del consenso popolare. Per questa ragione, i “trecento” guardano ammirati a coloro, e sono tanti, che pur di fare carta straccia della Costituzione - la sovranità appartiene al popolo, o no? - si preparano a osannare Mario Monti, non a caso nominato, proprio in queste ore, nuovo senatore a vita e probabile Presidente del Consiglio. Buona parte di loro è capace di passare con lieta disinvoltura da un gruppo parlamentare all’altro, pur di garantirsi i privilegi ancora da acquisire e di supportare e avallare un’operazione politica che possiede tutti i connotati dell’anti-democrazia.