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CHIESA

Il vento dello Spirito

Un clima pesante circonda il Papa
e i preti con il fumo di accuse maliziosamente caricate. Ma la comunità di credenti diventa lo spazio umano dove rinasce la speranza.

Editoriali 23_04_2012
vaticano
Una riflessione tratta dall'ultimo libro di Angelo Busetto, "Il volto dell'altro", con prefazione del card. Carlo Caffarra (Marietti, pp. 254, euro 15).


La contraddizione tra la festa di Cristo risorto e il peso delle cose è cocente. Un clima pesante circonda la Chiesa e irrita i cristiani con il fumo di accuse maliziosamente caricate contro il Papa e i preti. Più da vicino, fredde ventate allontanano l’insorgere della primavera pasquale.

Un amico malato; una famiglia stravolta da avvenimenti odiosi; una piccola vita presente nel grembo materno e inopinatamente perduta, con un seguito di conseguenze drammatiche. La tristezza ti accompagna mentre Gesù è venuto a camminare con te come con i discepoli di Emmaus. Se niente di quel che accade si può dimenticare o rimuovere, non puoi nemmeno cedere alla tentazione di difenderti dagli avvenimenti attraverso quel filo sottile di cinismo che viene a sorprenderti come una bava. Cristo risorto permane anche nella ferita dell’esistenza quotidiana. Come il carcerato che dice: «Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto»; il posto e il momento giusto per incontrare Cristo è stato il carcere. È accaduto per grazia e per lo sguardo di un testimone.

I primi discepoli hanno visto Gesù vivo e reale, e hanno mangiato il pesce insieme con lui. Cristo è una presenza manifesta. Nell’Eucaristia celebrata, la fraternità lievita. Nuovi fatti fioriscono: un’amicizia che si fa vicina al malato, la condivisione di un bisogno imprevisto, l’indicazione di una strada buona da percorrere per chi si era smarrito. Rinasce la comunità degli angeli e dei santi, come dice papa Benedetto xvi: «Noi siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino. Certo, rimaniamo per natura uomini e donne, ma riceviamo la missione di “angeli”, messaggeri di Cristo: viene data a tutti nel Battesimo e nella Cresima. In modo speciale, attraverso il Sacramento dell’Ordine, la ricevono i sacerdoti, ministri di Cristo». Il Signore Dio ha lanciato i mondi e fa vivere l’universo mandando il suo Santo Spirito Creatore. Così fu in principio e così avviene a ogni istante: «Emitte Spiritum tuum et creabuntur».

Ce ne accorgiamo nel fiorire degli alberi a primavera, ma ancor più nella nostra vita che rinasce a ogni giornata. Come al risveglio da una malattia, uno rimane sorpreso nel vedersi muovere, agire, parlare, incontrare, sorpreso nel vedere la luce e incontrare le persone. I fatti accadono come onde che giungono alla riva di ogni giornata e vi depositano la loro piccola orma. Fatti e persone. Nel sobbalzo della vita, uno mette in fila le sue ordinate valigie per il solito viaggio: quel che c’è da fare in settimana, nel mese, nel giorno. Poi accade quel che accade. «Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara che l’inutilità. Vale la pena che il sole si levi dal mare e la lunga giornata cominci? L’uomo solo vorrebbe soltanto dormire». Le parole tristissime di Cesare Pavese straziano il cuore nel cammino di una landa desolata dove non si avverte alcun soffio dello Spirito, che non sia la nostalgia del vuoto e la disperazione per l’inutile attesa.

Il risvegliarsi di Cristo all’alba ha rotto il guscio di tutte le giornate del mondo. «L’annuncio è questo: Gesù è risorto, è il Vivente e noi lo possiamo incontrare. Come lo incontrarono le donne che al mattino del terzo giorno si erano recate al sepolcro; come lo incontrarono i discepoli, sorpresi e sconvolti. E anche dopo la sua ascensione, Gesù ha continuato a restare presente tra i suoi amici», ripete papa Benedetto XVI. Com’è diversa la vita in questa nuova creazione, nel fluire della storia sui passi del risorto.

Diciamo grazie a chi ci rilancia questo annuncio, a chi celebra con noi questa presenza, rivivendola nel pacato e solenne scorrere della liturgia. La comunità di credenti, fatta una dal riconoscimento di Cristo, diventa lo spazio umano in cui rinasce la speranza, nonostante l’incubo ripetuto dei processi in tv, o i rimbalzi e sobbalzi delle promesse elettorali, o la tristezza di mille tentativi di spremere dal vuoto dei megastore scintille di felicità. Non solo aria di primavera: è lo Spirito che soffia sulla nuova creazione.