Il sistema che usa i ggiovani
Non scendono in piazza con le bandiere di Che Guevara, non sono stati intercettati per essere intruppati da nessuno dei partiti. Quelli di Sinistra poi, avidi come il Minotauro nell'arruolamento li hanno snobbati. E non seguono le agende internazionali come l’operazione Greta. Ecco perché la protesta dei giovani studenti delle superiori che in questi giorni stanno chiedendo di tornare a scuola non interessa né al giornalista collettivo né aa questa Sinistra di governo, che gli ha fatto perdere un anno di vita incolpandoli ingiustamente come untori dei nonni.
Sì, di vita, perché a 15 anni la vita è fatta di relazioni e scuola e se togli quella o gliela limiti fortemente togli loro ossigeno.
Il Papa non ha fatto il tifo per loro come invece fece per i gretini che marinavano la scuola il venerdì.
Eppure, stanno male e lo dicono nei consultori dove gli psicoterapeuti li ascoltano. Sono sicuramente meno strumentalizzabili e quindi più liberi, ma di una purezza che non può portare beneficio al sistema. Senza padrini, alla ricerca di padri.
Scrivo ancora di studenti imprigionati nelle loro camere dopo essermene occupato qui indagando le ricadute psichiatriche della loro vita in Didattica a Distanza. E dopo aver assistito da genitore a uno dei sit in che si sono svolti in Italia per chiedere il ritorno a scuola in presenza a cui hanno partecipato anche i mei figli. Fino a un anno fa se fossero scesi in piazza per protestare per i Friday for future avrei storto il naso, temendo derive di intruppamento ideologico che dal ‘68 in poi sono una costante delle proteste studentesche.
Ma questa volta ci ho visto una differenza sostanziale. I giovani che sono scesi in piazza e scenderanno in piazza anche oggi da Milano a Roma (notizie dal profondo sud? Qualcosa si muove?) non hanno dietro nessun suggeritore adulto. Mi ha colpito il fatto che al sit in al quale hanno partecipato i miei figli ci fossero anche alcuni professori, che erano presenti con discrezione condividendo la loro protesta, ma guardandola a distanza come deve fare ogni buon educatore.
Una purezza di intenti quasi naif, la loro, che proprio per questo non interessa al sistema, il quale non può permettersi di cedere sotto i colpi delle proteste degli adolescenti perché quando se ne serve si incarica lui di dettarne l'agenda, il linguaggio con quel paternalismo giovanista che fa dire i ggiovani.
I quali adolescenti non sono però inservibili al sistema, al contrario servono eccome, ma come esseri non pensanti, come consumatori. In fondo, la loro parte, la fanno già in cameretta: hanno Netflix (che aumenta i fatturati), se devono comprare qualcosa hanno Amazon (che aumenta i fatturati) e se hanno fame, ci sono i colossi del food delivery (che aumentano i fatturati) i quali arrivano a casa con hamburger e pizza. Siete soli? Nessun problema: per gli amici ci sono Zoom e gli altri (che aumentano i fatturati). Di che cosa vi lamentate?, sembra dirgli, il sistema: avete tutto ciò di cui avete bisogno nel vostro smartphone che vi accompagna in tutto quello che fate: studio, ricreazione, riposo, svago, amicizie.
E in quanto al bisogno di relazioni, Pornhub (che aumenta i fatturati) può sopperire ai primi fremiti. Io sostengo la protesta dei ragazzi proprio perché disorganizzata, proprio perché perdente, proprio perché indifesa e goffa. Proprio perché è una protesta che mira a essere salvati, non a ottenere diritti vaghi e concessioni ambigue. Perché senza saperlo, le vittime del sistema lo combattono senza neppure immaginare quanta libertà e quanta rivoluzione ci sia in quel gesto, quasi fossero ortolani di Praga alla disperata ricerca di un senso.
Se nei prossimi giorni si tornerà a scuola sarà solo perché giudici (vedi le sentenze Tar in Lombardia e Emilia-Romagna) e i governatori (vedi Bonaccini che sembra quasi rallegrarsi di una sentenza che dà torto a una sua ordinanza dannosa), ancora una volta gli adulti, avranno deciso non per il bene dei ragazzi, ma per il loro interesse.
Perché decidere per il loro bene significa anche rendersi conto dei danni che sono stati fatti loro in questo annus horribilis. E magari chiedere scusa. Ce lo vedete un Boccia, uno Speranza, un Franceschini inginocchiarsi (visto che va tanto di moda a Sinistra) davanti a chi, nel chiuso della sua cella adesso si ritrova più solo e spaventato di quando ci era entrato?