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caccia al conservatore

Il semestre europeo di Orban parte tra gli attacchi liberal

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Dal 1° luglio l'Ungheria assumerà la presidenza semestrale del Consiglio europeo con un fitto programma che provoca l'orticaria ai liberalsocialisti e alle multinazionali pro-aborto. Salgono i suoi consensi malgrado lo sforzo Usa e Ue di mettergli i bastoni fra le ruote.

Politica 03_06_2024 English Español
AP Photo/Denes Erdos

L’Ungheria di Viktor Orban, nonostante gli attacchi continui dalla Commissione europea e i tentativi che da un anno diversi gruppi liberalsocialisti stanno compiendo per evitarlo, nelle prossime settimane (formalmente dal 1° luglio), assumerà la presidenza semestrale del Consiglio europeo e presenterà un fitto programma di iniziative. 

Tra i temi affrontati, oltre all’immigrazione, ci saranno anche quelli della competitività e delle riforme che tutelino le identità e competenze nazionali, il diritto di “veto” e il voto all’unanimità; si contempleranno anche iniziative forti per l’allargamento dell’Unione ai Paesi dei Balcani occidentali (Bosnia, Serbia, Albania, Nord Macedonia) e a favore di politiche pro natalità che affrontino la gelata demografica di tutto il continente. Su questa particolare emergenza già nel 2023 il Consiglio europeo, su iniziativa dei governi di Polonia e Ungheria, aveva chiesto alla Commissione europea di elaborare una proposta per affrontare le sfide demografiche, in particolare il loro impatto sulla competitività. 

La proposta che era stata successivamente adottata dalla Commissione europea nell'ottobre 2023, seppur generica, riguardava quattro pilastri: il primo per facilitare la conciliazione tra vita familiare e lavoro per le famiglie con bambini e a rendere più accessibili servizi di assistenza all’infanzia di qualità; il secondo, sul miglioramento della situazione del mercato del lavoro e delle opportunità di vita dei giovani, sviluppandone le competenze; il terzo, per preservare il benessere delle fasce di età più anziane; ed infine il quarto per stimolare sia la partecipazione al mercato del lavoro dei giovani talenti, sia la formazione, integrazione e assunzione di immigrati legali. 

Ebbene, visto che la Commissione uscente nulla ha fatto, tutte queste proposte e gli strumenti demografici del caso, dovrebbero essere sviluppati proprio durante la presidenza ungherese dell’UE, che dovrebbe affrontare le questioni demografiche e gli effetti sulla competitività a livello comunitario come una delle sue priorità, ribadita anche negli scorsi mesi. 

Possiamo solo immaginare quanto questa priorità del prossimo semestre di presidenza ungherese faccia venire l’orticaria alle molteplici associazioni e imprese multinazionali che dentro e fuori dalle istituzioni europee hanno promosso, anche nell’ultima legislatura, il diritto all’omicidio dell’innocente libero e sino alla nascita, come diritto “umano” e costituzionale per la futura Europa. Tutto ciò rende indigesto ai poteri liberalsocialisti euroatlantici Orban e il suo governo, che è ancor meno simpatico sia per il suo ampio consenso elettorale, sia per la cocciuta posizione pacifista, sia per la volontà di divenire una cerniera tra alcune destre e i conservatori europei.

Nonostante l’impegno di Bruxelles e Washington nel sospingere le opposizioni ungheresi contro Victor Orban, i sondaggi per le prossime elezioni europee vedono i partiti di governo al 48% dei consensi, il novello leader Péter Magyar e il suo partito di destra identitaria “Tisza”(Respect and Freedom Party) al 25%, la coalizione dei Socialisti  (DK–MSZP–Dialogue Alliance) all’8% e il partito sostenuto da Soros, “Momentum”, all’1%. In quest’ottica, nel più preoccupato disappunto dei centralisti europei, Orban sta giocandosi anche un ruolo importante a livello europeo, nel far convergere le priorità ed interessi politici dei Conservatori di Giorgia Meloni e degli Identitari e Democratici guidati da Marine Le Pen. Operazione politica da noi prevista ed i cui effetti positivi si apprezzeranno proprio durante il semestre di presidenza europea ungherese.

Infine, i tanti uomini politici liberalsocialisti che spingono per la guerra dell’Europa contro la Russia, il presidente francese Macron, il Segretario Generale della NATO ed ex leader laburista norvegeseStoltenberg, l’Alto Rappresentante della politica estera europea ed ex ministro socialista spagnolo Borrell, pur minacciando Orban e l’Ungheria di ridurre il peso del portafoglio del suo prossimo commissario europeo, devono prendere atto della popolarità dell’attuale Primo ministro ungherese. Infatti, sabato 1° giugno, davanti a decine e decine di migliaia di persone accorse a Budapest per dimostrare a favore della pace in Europa, Orban ha ricordato la necessità di «mandare a Bruxelles i nostri candidati, persone che non credono nella guerra e nella violenza…mentre l'Europa si prepara alla guerra», indicando un'altra priorità politica per il 2024: la creazione di una coalizione a favore della pace in tutta Europa e nella regione transatlantica. 



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