Il ritorno di don Matteo
Il sacerdote detective più famoso degli ultimi anni è tornato sui nostri schermi. Ieri sera su Rai 1 è andata in onda la prima puntata della nuova serie. La longevità televisiva del personaggio interpretato da Terence Hill conferma l’efficacia di questa produzione, capace di intrigare il pubblico coinvolgendolo nella soluzione dei casi di omicidio ma anche di farlo sorridere.
Il sacerdote detective più famoso degli ultimi anni è tornato sui nostri schermi. Ieri sera su Rai 1 è andata in onda la prima puntata doppia della nuova serie (l’ottava) di “Don Matteo”. La longevità televisiva del personaggio interpretato da Terence Hill conferma l’efficacia di questa produzione targata Lux Vide, capace di intrigare il pubblico coinvolgendolo nella soluzione dei casi di omicidio ma anche di farlo sorridere attraverso una caratterizzazione dei protagonisti che tende sempre al sorriso.
Poche le novità, per il momento, se non l’ufficializzazione della relazione sentimentale fra il capitano Tommasi e la figlia del maresciallo Cecchini (Nino Frassica). Ieri sera i casi al centro dell’attenzione nei due episodi in onda di seguito erano il tentato omicidio di un antiquario e la morte di una ragazza per overdose durante un rave party. Ma largo spazio è stato dedicato anche alla presenza della mamma del capitano, che ha voluto conoscere la nuova fidanzata del figlio incorrendo in un imbarazzante malinteso, e alla gravidanza inattesa di una sedicenne figlia di un pregiudicato e orfana di madre, che il sacerdote decide di ospitare in canonica per tutto il tempo della gravidanza. La new entry più significativa è una nuova pm, affascinate e decisa, che metterà alla prova la fedeltà e le certezze del capitano, prossimo all’altare.
Più che sull’effetto novità, la nuova serie sembra puntare sulla riconoscibilità di personaggi, luoghi e situazioni, quasi a voler rassicurare il proprio pubblico di riferimento, anche per non rischiare di perdere ascolti in un periodo non facile nemmeno per la tv. I buoni sentimenti vincono sempre.