Il principe può baciare Biancaneve: ecco perché
Il caso Biancaneve non consenziente: urge spezzare l’incantesimo del politicamente corretto. Il principe era legittimato a baciarla perché il consenso non è necessario quando uno versa in grave difficoltà e lei lo era. E poi: il principe aveva già fatto una serenata a Biancaneve e lei aveva accettato il segno d'amore: il bacio è stato un gesto sponsale. Qualcuno svegli con un bacio non voluto le giornaliste rimaste imprigionate e gli restituisca il buon senso.
C’era una volta una coppia di giornaliste, Katie Dowd e Julie Tremaine, che avevano perso il buon senso. Non ritrovandolo avevano scritto cose bizzarre sul loro giornale come: «Biancaneve dorme e dunque il bacio non è stato consensuale». Che dunque il Principe Azzurro finisca rinchiuso nella torre più alta del castello della strega Grimilde.
Si tratta dell’ennesimo psicodramma dettato dal politicamente corretto. La vicenda è la seguente. Riapre Disneyland in California. Una giostra, "Snow White's Enchanted Wish", è dedicata a Biancaneve. Il percorso della giostra è stato modificato ed ora si conclude con il Principe Azzurro che bacia Biancaneve. Due neo Grimilde che scrivono su un giornale locale, il San Francisco Gate, forse invidiose del fatto che nessun principe le avesse mai baciate né da dormienti né da sveglie, hanno protestato: il sig. Azzurro Principe non doveva permettersi di baciare la sig.na Biancaneve perché lei non aveva espresso consenso informato. «Può essere un bacio di vero amore - scrivono le giornaliste - solo se una persona sa che sta succedendo. Non siamo già tutti d'accordo che quello del consenso nei primi film della Disney è un aspetto problematico? E che insegnare ai bambini che baciare un'altra persona, se entrambe non sono d'accordo, non va bene?». E così hanno arruolato Biancaneve, di certo senza il suo consenso, tra le paladine femministe del #metoo. Non solo Brontolo avrebbe da ridire.
E dunque perché anche un bambino potrebbe ben dire che le giornaliste californiane hanno torto? Ciò che intuisce la testa di un bambino proviamo a spiegarlo in modo più analitico. La mancanza di consenso, talvolta ma non sempre, può modificare la natura di un atto da buono a malvagio. Se Tizio toglie dei soldi dal portafoglio di Caio con il suo consenso quell’atto prenderà il nome, acquisterà la natura di «prestito» o di «restituzione del debito» o di «donazione» (vi sono altre circostanze, di cui non possiamo qui trattare, che concorrono a configurare queste diversi oggetti morali). Se il consenso non c’è e Caio non deve nulla a Tizio e questi non versa in grave necessità, allora è furto. Altro esempio: Tizio ha un rapporto sessuale con la moglie. Se questa non è consenziente quell’atto non è più coniugale ma diventa «violenza». In modo analogo è necessario il consenso reciproco per sposarsi, altrimenti il matrimonio è nullo.
Altre volte, invece, la mancanza di consenso o addirittura il dissenso espresso è moralmente ininfluente, non incide sulla moralità dell’azione. Lo Stato a volte pignora dei beni stante il dissenso del proprietario di quei beni e il pignoramento rimane atto moralmente lecito. Il poliziotto fa bene a strappare a forza dal cornicione il tentato suicida anche se questi non vuole. Pensiamo poi agli infiniti comandi, previsti dalla nostra legislazione penale, che vengono anche eseguiti coattivamente: le cinture di sicurezza, le misure antinfortunio sui luoghi di lavoro, i trattamenti sanitari obbligatori, etc.
Prendiamo ora il caso di Biancaneve, perché è un caso particolare. Come comportarsi in quelle ipotesi in cui serve il consenso dell’interessato perché l’atto sia moralmente lecito ma è impossibile ottenere il consenso perché la persona non è cosciente? Si ricorre alla presunzione di consenso. E quindi vi sono alcuni atti in cui è lecito presumere il consenso. Ad esempio una persona giunge priva di sensi al pronto soccorso ed è in pericolo di vita. Si presume il consenso ad intervenire per salvarle la vita (ma, dal punto di vista morale, anche se ci fosse il dissenso ugualmente sarebbe lecito salvarla: si veda l’esempio prima fatto del tentato sucida). Una persona viene sequestrata. Le forze dell’ordine devono aspettare il consenso del sequestrato per poterlo liberare? Certo che no: si presume che lui voglia essere liberato.
Veniamo a Biancaneve perché anche lei, in un certo senso, è stata sequestrata. Come è noto, la matrigna Grimilde, sotto mentite spoglie, le aveva fatto mangiare una mela avvelenata e lei era caduta in un incantesimo da cui non si sarebbe potuta più risvegliare se non grazie ad un bacio dato per vero amore. Si può presumere che Biancaneve volesse essere liberata dall’incantesimo? Certo che sì. Ma c’è un particolare: il Principe Azzurro la bacia non perché vuole liberarla, ma perché vuole esprimere il suo amore seppur la creda morta. Questo particolare apre ad alcune domande. La prima: si può presumere il consenso di Biancaneve di essere liberata dall’incantesimo anche tramite un atto non rivolto intenzionalmente a liberarla dall’incantesimo? Risposta affermativa: l’importante era essere liberata anche accidentalmente.
Altra domanda fondamentale: il Principe Azzurro, il quale credeva che Biancaneve fosse morta, baciandola ha compiuto un atto moralmente lecito oppure no? L’atto è lecito. Spieghiamone i motivi. Gli atti di suffragio verso la salma sono leciti? Sì, a patto che siano rispettosi verso le spoglie mortali del defunto, quindi rispettosi della persona del defunto. Questo comporta che in genere, ma non sempre, si presuma che tali atti di suffragio fossero ben accetti dal defunto (il consenso a volte non è vincolante: bene pregare per l’anima di un ateo defunto anche se lui in vita aveva chiaramente detto che non avrebbe gradito). Ma può accadere l’opposto.
Ad esempio una persona giustamente può informare previamente che alla sua dipartita non gradisce la presenza di alcune persone. Pensiamo ad un ex malavitoso che non gradisce la presenza al funerale dei suoi ex compagni di rapine e omicidi per evitare giustamente uno scandalo. Se invece mancano disposizioni simili – e qui sta il punto – atti come portare dei fiori, dare una carezza alla salma o baciarla sono di per sé moralmente leciti, proprio perché si pensa che la persona, poi morta, li avrebbe graditi.
Il bacio dato dal Principe esprimeva amore sponsale. Era per lui lecito presumere, credendo Biancaneve morta, che quest’ultima gradisse tale bacio come espressione di suffragio informato dall’intenzione di manifestare il suo amore? Sì e la prova è data dalla scena «Il pozzo dei desideri» in cui Biancaneve canta il suo desiderio di essere amata in modo unico e in cui il Principe, ascoltando questo canto, intona di rimando una serenata sotto il balcone di Biancaneve. Questa si affaccia e mostra a lui che accetta questo segno d’amore e lo ricambia tanto che gli invia una colomba che lo bacia sulle labbra, quasi a portare il bacio di Biancaneve al Principe. Ecco perché il Principe si sente legittimato a baciare la sua Biancaneve che crede morta perché sa che era stato precedentemente corrisposto. Inoltre il consenso presunto di Biancaneve è provato anche dal fatto che, una volta che Biancaneve si ridestò, i due si sposarono.
Dunque il Principe Azzurro fece bene a baciarla anche se la credeva morta e avrebbe fatto ugualmente bene anche nel caso avesse saputo che Biancaneve stava solo dormendo. Infatti nel caso del sonno, si presume il consenso ad essere baciati se era stato dato prima che la persona si addormentasse o, più comunemente, se la relazione stessa fa presumere questo consenso (un bacio dato dal marito alla moglie addormentata o un bacio della madre al neonato). Ecco perché è lecito il bacio dato da Tizio alla moglie che si è addormentata in spiaggia ed ecco perché non è lecito il bacio dato da Caio ad una sconosciuta che si è addormentata in spiaggia. E dunque, anche nel caso del sonno, il comportamento precedente di Biancaneve nei confronti del Principe Azzurro provava che la ragazza avrebbe gradito essere baciata da lui.
Qualcuno potrebbe obiettare: se è lecito che Tizio baci la moglie addormentata, allora è lecito che Tizio abbia un rapporto sessuale con la moglie addormentata. L’analogia non regge a motivo della natura particolare dell’atto coniugale che esige la piena coscienza di entrambi i coniugi durante il rapporto perché l’atto coniugale esprime la donazione reciproca e contemporanea dei due sposi.
Detto tutto ciò, si cercano coraggiosi volontari per svegliare, magari con un bacio non voluto, le due giornaliste di cui sopra e così spezzare l’incantesimo del politicamente corretto che le ha imprigionate.