Il popolo del Family Day contro NCD e catto-dem: «Siete dei traditori»
Viene presentato in Senato il maxi emendamento sulle unioni civili, con la fiducia (im)posta dal governo. Dalle associazioni che hanno organizzato il Family Day arriva un duro attacco ai parlamentari cattolici e la richiesta di uscire dal governo.
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Viene presentato oggi in Senato il maxi emendamento sulle unioni civili che poi verrà votato domani, con la fiducia che il governo ha posto. Confermato lo stralcio della stepchild adoption – prezzo che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha deciso di pagare per arrivare in fretta all’approvazione delle unioni civili -, non è chiaro invece cosa avverrà sugli articoli 2 e 3, che nel ddl Cirinnà assimilano di fatto le unioni civili al matrimonio. Cognome comune, eredità, reversibilità della pensione, equivalenza tra coniugi del matrimonio e partner nell’unione omosessuale, sono solo alcune delle questioni più importanti per cui l'NCD aveva chiesto modifiche. Alfano aveva chiesto infatti di rendere evidente la differenza tra i due istituti, ma la minoranza dem sostiene che Renzi, per avere il suo appoggio, si è impegnato a non modificare nulla sul regime delle unioni civili.
Di sicuro c’è che Alfano non si preoccupa troppo di quegli articoli, ieri era gongolante per la “grande vittoria” ottenuta e non sembrava proprio che avesse in mente di chiedere altro. Nessun commento da parte del presidente e del segretario della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il cardinale Angelo Bagnasco e monsignor Nunzio Galantino, ma il quotidiano dei vescovi, Avvenire, era decisamente positivo anche se si aspetta sempre che il pacchetto venga perfezionato sistemando meglio la differenza tra unioni civili e matrimonio.
Si tratta di una posizione – lo ricordiamo – in palese contrasto con quanto insegnato autorevolmente dalla Chiesa. Se ancora ieri il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, rispondendo ad un lettore attribuiva alle unioni omosessuali un «incremento del tasso di solidarietà» nella nostra società, si dovrà ricordare che nella tante volte citata Nota del 2003 della Congregazione per la Dottrina della Fede si afferma invece l’effetto disgregante che le unioni omosessuali hanno per la società. «Le unioni omosessuali – afferma la Nota - non svolgono neppure in senso analogico remoto i compiti per i quali il matrimonio e la famiglia meritano un riconoscimento specifico e qualificato. Ci sono invece buone ragioni per affermare che tali unioni sono nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale».
Niente di più lontano dalle posizioni di Avvenire e dei vescovi che ne dettano la linea. Lontanissimo anche dalle posizioni del popolo del Family Day che ieri è tornato a far sentire la sua voce attraverso una conferenza stampa del Comitato Difendiamo i Nostri Figli. Massimo Gandolfini, presidente del Comitato, pur affermando che il ritiro della stepchild adoption è comunque una piccola vittoria del popolo che ha riempito il Circo Massimo, ha affermato con chiarezza che «siamo assolutamente contrari a una legge sulle unioni civili, inutile e profondamente ingiusta. Se sul maxi-emendamento fosse posta la fiducia e attraverso di esso dovesse emergere un nuovo modello di famiglia, votarlo sarebbe un vero tradimento da parte di parlamentari che si definiscono cattolici. Questi parlamentari devono avere bene in chiaro quel che dicono la tradizione e il magistero della Chiesa. Sarebbe scandaloso che un testo che contenesse istanze opposte a quelle cattoliche passasse con il voto di tali parlamentari».
Ancora più chiaro, se possibile, l’appello del Comitato Famiglia, Educazione, Libertà che ha promosso un appello ai senatori NCD perché abbiano «uno scatto d’orgoglio» e non votino la fiducia sul maxiemendamento. E a proposito degli ultimi sviluppi afferma che «presentarsi al popolo del Family Day quali vincitori della battaglia per l’eliminazione della stepchild adoption, millantando di avere colto le istanze del Circo Massimo, in realtà significa prendersene gioco e favorire l’altrui progetto di disgregazione della famiglia naturale, bene pubblico che il popolo del Family Day Vi chiede di tutelare, al di là di ogni tattica partitica».
Date le posizioni più volte espresse dai leder NCD, la possibilità che i senatori centristi votino contro il maxiemendamento “Alfano-Galantino” è vicina allo zero. Si tratta però di una responsabilità pesante, soprattutto perché – guardando alle divisioni all’interno del fronte pro-unioni civili e a quanto accaduto nelle ultime settimane - è chiaro che una posizione ferma sui princìpi da parte dell’NCD avrebbe potuto davvero affossare il ddl Cirinnà. Tanto più che una legge sulle unioni civili senza adozioni è una vittoria di Pirro. Il capogruppo PD al Senato, Luigi Zanda, ha detto ieri che il PD ha già pronto un altro ddl dedicato esclusivamente alla stepchild adoption, e l’ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati, in una intervista a Repubblica, ha spiegato che sulla stepchild adoption ci penseranno comunque i giudici a decidere «facendo riferimento all’evoluzione interpretativa e ai princìpi dettati dalla Consulta e dalle Corti europee dei diritti». Messaggio chiarissimo; nessuno si illuda, nessuno provi a prenderci in giro.
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