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DOPO IL COVID

Il piano Marshall lombardo colma le lacune di Conte

Giuseppe Conte presenta il piano post-Covid per "la ripresa e la resilienza". Il documento Economia e Finanza per il 2021 è pieno di incertezze, termini vaghi e i suoi effetti saranno spalmati su due anni. Il dubbio (fondato) è che si tratti di un'ennesima tattica dilatoria per far sopravvivere il governo. La Regione Lombardia, al contrario, presenta un piano di ricostruzione concreto con un impatto immediato

Economia 17_09_2020
Attilio Fontana (presidente Lombardia) e Giuseppe Sala (sindaco Milano)

Ha fatto effetto la frase pronunciata dal Premier Giuseppe Conte a proposito del Recovery Plan: «Se falliamo su quello, mandateci a casa». Sembrava un atto di onestà intellettuale e di responsabilità nei confronti degli italiani. In realtà era l’ennesimo espediente dilatorio, perché i tempi di erogazione dei duecento miliardi di euro di quel programma europeo non saranno affatto brevi. Il Governo è chiamato a presentare entro il 15 ottobre un piano credibile e preciso perché le somme sono ingenti e vanno investite con oculatezza. Ma poi passeranno mesi e mesi prima di poter toccare con mano gli effetti di quella manovra.

Dalle prime bozze delle linee guida del Def (Documento di programmazione economico-finanziaria), emerge fin da subito l’inganno. La riforma del fisco, quella della giustizia e quella del lavoro dovranno essere sistematizzate in appositi decreti, che arriveranno nel 2021. E l’attuazione dei decreti stessi avrà tempi non specificati. Morale: gli italiani potranno giudicare l’operato del Governo sul Recovery Fund solo nel 2022, quando la legislatura sarà in dirittura d’arrivo e il nuovo Presidente della Repubblica (che verrà eletto a inizio 2022) non se la sentirà di sicuro di sciogliere le Camere che lo avranno appena eletto.

Dunque si conferma che l’obiettivo dell’esecutivo è quello di arrivare sano e salvo ad agosto 2021, quando scatterà il semestre bianco e il Quirinale non potrà più sciogliere le Camere. Se poi domenica prossima dovessero anche prevalere i “si” al taglio dei parlamentari, saranno ben pochi i deputati e i senatori (soprattutto quelli dei partiti di maggioranza) disposti a mollare la poltrona anzitempo, visto che ben difficilmente tornerebbero a Palazzo Madama e a Montecitorio.

Sfogliando il documento in via di predisposizione da parte del Ministero dell’Economia, emergono peraltro una serie di dubbi e di preoccupazioni. Ad esempio, per ciò che riguarda il Family Act, il quadro appare alquanto nebuloso. Non è chiara, tanto per cominciare, l’entità dello stanziamento. Secondo il Pd occorrerebbero almeno sette miliardi in più e senza aspettare che quelle somme arrivino dalla lotta all’evasione. Ma se il Family Act entrasse nel Recovery Fund, oltre che ad un probabile allungamento dei tempi, assisteremmo all’ennesimo gioco di prestigio, con annunci roboanti di nuovi aiuti alle famiglie ma con l’amara realtà di una semplice conferma di assegni famigliari e detrazioni senza stanziamenti aggiuntivi.

Nell’attesa di capire se quello del Governo sarà l’ennesimo libro dei sogni per tentare di rimanere in sella, la Regione Lombardia si dimostra attiva e concreta e approva un suo piano straordinario per investimenti del valore di tre miliardi e mezzo di euro, significativamente chiamato Piano Marshall. E’ un segnale importante contro l’attendismo, l’assistenzialismo e il tatticismo che dominano nei Palazzi romani. Queste somme serviranno per aprire, entro il 31 ottobre, più di 3.000 cantieri, e per finanziare opere pubbliche attese da tempo, già progettate e da realizzare al più presto.

Il Pirellone con questa iniziativa punta a risolvere problemi strutturali e a incidere su ambiti come la viabilità, i trasporti e tutto quanto serve a rilanciare l’economia e a rendere più competitivo il sistema delle piccole e medie imprese locali. Gli interventi finanziati vanno dall’abbattimento delle barriere architettoniche alla messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici, luoghi di cultura e strade, passando per la riqualificazione di quartieri, le opere di contrasto del dissesto idrogeologico, lo sviluppo della mobilità sostenibile, l’incoraggiamento dell’uso di fonti rinnovabili, l’efficientamento energetico e dell’illuminazione pubblica, l’ampliamento del wi-fi e della fibra ottica. Tutti interventi di immediata percezione da parte dei cittadini, poiché vanno a incidere sulla qualità della loro vita di tutti i giorni.

La prossima settimana il Presidente della Regione, Attilio Fontana inizierà un tour per le province lombarde finalizzato a presentare il piano e le opere da esso finanziate. «I tre concetti cardine del nostro tour – ha spiegato il Governatore – saranno: ricucire, proteggere e costruire. Ricucire per rimarginare le ferite, superando sconforto e rabbia e riaffermando la sintesi virtuosa tra pubblico e privato del modello Lombardia. Proteggere per rappresentare le istanze del mondo produttivo e interpretare i bisogni sociali del territorio. Costruire per dimostrare, ancora una volta, che la Lombardia sarà il luogo dell’Italia che verrà, già proiettata verso il 2030».

Il “modello lombardo” ritorna dunque d’attualità grazie a questa importante iniziativa nell’ambito degli investimenti e dello sviluppo. La Regione Lombardia è la prima in Italia a muoversi in questa direzione, giocando d’anticipo su un Recovery Plan ancora impantanato nelle secche delle mediazioni politiche e delle incertezze del Governo Conte.