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LA POTENZA DEL MARTIRIO

Il perdono della vedova copta sconvolge i musulmani

Un conduttore musulmano ascolta la testimonianza della vedova del custode della cattedrale di Alessandria in cui la domenica delle Palme un kamikaze ha ucciso 18 cristiani, e resta ammutolito per 12 secondi. Poi, come un fiume in piena, comincia ad elogiare i copti: "Ma quanto perdono hanno? Sono fatti d'acciaio".

Libertà religiosa 22_04_2017
Martiri copti

Dodici secondi di silenzio sono quelli dove si è fatto spazio ad una presenza imponente come raramente accade in televisione. Dodici secondi che in una trasmissione tv (QUI IL VIDEO) paiono un’eternità ma nel senso letterale del termine. Perché è di questa natura, eterna, la sostanza dello squarcio di luce aperto dalla testimonianza di una cristiana copta intervistata da un’emittente araba che ha ammutolito il conduttore.

"VI PERDONO, CREDETEMI!" - In studio c’era Amr Adeeb, uno dei giornalisti musulmani più noti in Egitto, che ascoltava una sua collega inviata ad Alessandria mentre intervistava la moglie vedova Di Naseem Faheem, custode della cattedrale di Alessandria, in cui un attentato islamista ha ucciso i cristiani riuniti per celebrare la Messa la domenica delle Palme. Faheem aveva bloccato prima dell’entrata in Chiesa il kamikaze, che si era fatto quindi esplodere vicino a lui, riducendo così il numero delle vittime. La moglie intervistata sull’accaduto risponde letteralmente così: “Non sono arrabbiata con chi ha compiuto questo gesto, voglio dirglielo: possa Dio perdonarti. Non sei nel giusto, figlio mio, credimi, non la pensi nel modo giusto. Credimi non sono arrabbiata. Lui ora non c’è più, è morto. E io chiedo a Dio di perdonarli e di aiutarli a ravvedersi. Pensateci! Pensateci! Credetemi, se ci pensassero capirebbero che non abbiamo fatto nulla di male a loro. Pensateci ancora, cosa state facendo, è giusto o sbagliato? Ripensateci ancora. Possa Dio perdonarvi e noi anche vi perdoniamo. Credetemi, vi perdono. Avete portato mio marito in un posto che non avrei mai potuto nemmeno sognare. Credetemi, sono orgogliosa di lui. E avrei voluto essere lì al suo fianco, credetemi, e ringrazio”.

LA STESSA ANSIA DI CRISTO - E’ così che di fronte a una donna che ha l’ansia del perdono e delle salvezza delle anime degli aguzzini del marito (la stessa ansia che aveva Cristo in croce) e che aspira alla stessa sorte, che Adeeb ha taciuto per dodici secondi. Dopodiché ha preso fiato e ha commentato di getto così: “I cristiani egiziani sono fatti d’acciaio!”. E ancora: “I cristiani egiziani da 100 anni sopportano atrocità e disastri, i cristiani egiziani amano profondamente questo paese. I cristiani egiziani sopportano di tutto per la salvezza di questa nazione”. Ma, soprattutto, ha esclamato il giornalista profondamente colpito: “Oh, ma quanto è grande la quantità di perdono che avete? Se i vostri nemici sapessero la quantità di perdono che avete per loro, non ci crederebbero”. Anche perché, ha ammesso il musulmano, “se fosse stato mio padre, non avrei mai potuto dirlo. Questa gente ha così tanto perdono…questa è la loro fede, la loro religione”. E, poi, quasi ammettendo che non può che esserci qualcosa di sovrannaturale Adeeb, come totalmente coinvolto dalle immagini viste e dalle parole sentite, continua: “Questa gente è fatta di una sostanza diversa! Possa Dio avere compassione di Naseem che è un eroe, un martire e un grande esempio per tutti noi, per tutti coloro che stanno seduti e criticano questo paese per come stanno andando le cose”. Infatti, constatando che questa è la vera forza del paese, ha sottolineato: “Il paese va avanti con la pazienza, con la perseveranza e la resistenza di questa grande donna e dei suoi figli, in cui vive ancora il loro padre, cresciuti per essere veri uomini!”. Anche uno dei figli a ridosso dell’attentato aveva ringraziato pubblicamente Dio per il dono di un padre martire, soprattutto per via della nascita imminente del figlio che avrebbe potuto ricevere così la testimonianza di fede di un nonno morto per Cristo.

COME I PRIMI MARTIRI - La potenza del martirio è esattamente identica a quella della crocifissione di Cristo e dei primi martiri morti con il sorriso sulla bocca e che 2000 anni fa convertì migliaia di persone. Non solo i nemici dei cristiani, non solo i musulmani oggi, ma ora persino i cattolici occidentali che, pur praticanti e convinti che esista il paradiso, sentono la coscienza della Chiesa copta come un richiamo poderoso alla propria debole fede e alla necessità di domandarla a Dio. Insieme al richiamo, la letizia per la speranza che la Chiesa sarà salvata dal sacrificio di questi fratelli.