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IL VOTO IN EMILIA

Il Pd teme di perdere e usa due pesi e due misure

I casi Mihajlovic e Porta a Porta mostrano il nervosismo che serpeggia negli ambienti della sinistra che rischia di perdere altre due regioni che attualmente amministra e teme un'ennesima sconfitta che si scarichi sul governo, facendolo cadere. Due pesi e due misure di fronte a endorsement e a violazioni della par condicio avvenute anche in favore della sinistra.

Politica 24_01_2020

La campagna elettorale per le regionali di domenica prossima in Calabria ed Emilia Romagna si è avvelenata nelle ultime ore. L’escalation è iniziata con le votazioni sul caso Gregoretti-Salvini in giunta per le immunità del Senato, è proseguita con le dimissioni del capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio e ora si alimenta con le polemiche relative alla propaganda mediatica.

Alle forze di governo, però, sembrano davvero essere saltati i nervi, viste le reazioni scomposte all’endorsement in favore del centro-destra di Sinisa Mihailovic, allenatore del Bologna calcio, e alla decisione di Bruno Vespa di dedicare a Matteo Salvini una “finestra” di anteprima di Porta a Porta nell’intervallo della partita di calcio di Coppa Italia tra Juventus e Roma, mercoledì sera.

Due giorni fa Sinisa Mihajlovic ha rilasciato un’intervista a “Il Resto del Carlino” in cui ha espresso, per le elezioni in Emilia-Romagna, il suo supporto al centro-destra. «Tifo per Matteo Salvini e spero che possa vincere in Emilia-Romagna con Lucia Borgonzoni» ha dichiarato Mihajlovic, sottolineando che Salvini «mi ispira fiducia. Quello che dice, poi lo realizza. E il fare è sempre più raro nei nostri tempi». E ha aggiunto: «Le donne hanno carattere, determinazione, riescono sempre: Lucia (Borgonzoni, candidata leghista alla presidenza della Regione, n.d.r.) è una di queste donne. Non la conosco personalmente, ma so che sarà all’altezza. Bisogna avere coraggio nella vita e per cambiare serve coraggio. Io dico la mia opinione come persona, non do lezioni. Ma penso al carisma e a chi mi dà fiducia».

L’endorsement di Mihajlovic a Salvini e Borgonzoni ha scatenato i social e qualche testata di sinistra e progressista come. Next Quotidiano, edita da Nexilia, , che ha così titolato: «Sinisa Mihajlovic appoggia Borgonzoni ma si cura con la sanità di Bonaccini»in riferimento alla battaglia contro la leucemia che l'allenatore del Bologna sta conducendo con grandissima tenacia e dignità dopo essersi sottoposto al trapianto di midollo osseo.

Nel frattempo, Mihajlovic è finito nel mirino degli hater che sui social network lo hanno ricoperto di insulti, arrivando ad augurargli financo la morte: «Questo per farvi capire che a volte uno le disgrazie se le merita»; «Ci sono cose che non si guariscono nemmeno negli ospedali dell'Emilia Romagna nonostante sia la migliore sanità d'Italia».

Non è per nulla andata giù ai sostenitori di Stefano Bonaccini, governatore uscente, ricandidato dal centro-sinistra alla guida dell’Emilia Romagna, la netta e sincera presa di posizione di Mihajlovic. La riconferma dell’attuale governatore è incerta e lui punta a superare la somma dei voti delle liste che lo sostengono, perché altrimenti rischia di non farcela. La sua salvezza potrebbe essere il voto disgiunto di grillini e liste civiche e trasversali, vista l’agonia delle forze di sinistra, Pd compreso, che non vengono certamente date in ascesa.

Ben diversa era stata, però, la reazione ad altri endorsement delle settimane scorse. Per esempio quello pro-Bonaccini di Julio Velasco, allenatore di volley argentino d'origine, ma cittadino italiano, che vive in Emilia-Romagna dal 1985. Le reazioni alle sue parole non sono state così aspre. In una lunga lettera aperta rivolta ai cittadini dell’Emilia Romagna alcune settimane fa, Velasco aveva scritto: «Sostengo Stefano Bonaccini, perché ha fatto un buon lavoro in un momento storico difficile, tra difficoltà gravi come il terremoto del 2012, la crisi economica internazionale, i cambiamenti epocali in Europa e nel mondo. Tutto questo in mezzo alle divisioni che, come sempre, hanno ferito il centro-sinistra. Se neanche quando si governa bene c'è l'appoggio dei cittadini, è difficile che ci sia progresso e che si possano correggere gli errori». Dichiarazioni che erano state perbenisticamente catalogate come libera manifestazione del pensiero, a differenza di quelle fatte qualche giorno fa da Mihajlovic, bollate come inopportuna entrata a gamba tesa in campagna elettorale.

Anche il pallavolista Ivan Zaytsev, giocatore di Modena, aveva espresso il suo sostegno a Bonaccini, postando su Instagram una sua foto insieme con lui e la scritta “Il mio Presidente”. Zaytsev, pur militando nella formazione emiliana, non voterà domenica prossima perché residente in un’altra regione.

Altro casus belli tra forze di maggioranza e forze di opposizione ha riguardato Porta a Porta. Il Partito democratico ha rivolto pesanti accuse a Bruno Vespa che, nel lancio di Porta a Porta durante l’intervallo di Juve-Roma, su Rai1, a 4 giorni dalle elezioni, ha mandato in onda uno spot, senza contraddittorio, con la scena di Matteo Salvini che citofona a quello che secondo lui è uno spacciatore tunisino e dei pezzi di comizio in cui il leader della Lega spiega perché votare per il Carroccio, senza contraddittorio. Il segretario Zingaretti ha commentato: «Mai così in basso, altro che libertà e autonomia. Altro che servizio pubblico». Vespa si è difeso così: «Per una svista della redazione, di cui mi assumo come sempre la responsabilità, il tempo di parola di Salvini è stato maggiore di quello di Zingaretti. Propongo di riequilibrare giovedì». Lo spot con il segretario Pd è andato invece in onda la sera prima, durante l’intervallo di Napoli-Lazio (5.679.000 telespettatori e uno share del 21,54%). L’incontro Juventus-Roma è stato seguito in tv da un milione di spettatori in più (6.577.000 persone, pari al 24.9% di share). Andrea Rossi, deputato del Pd e responsabile della campagna elettorale di Stefano Bonaccini, ha annunciato un esposto urgente all’Agcom.

Il nervosismo che serpeggia negli ambienti della sinistra è comprensibile: quella parte politica rischia di perdere altre due regioni che attualmente amministra e teme che tale eventuale ennesima sconfitta si scarichi sul governo, facendolo cadere. Ma questi timori non giustificano i due pesi e le due misure di fronte a endorsement tutti ugualmente legittimi e a violazioni della par condicio che sono avvenute anche in favore della sinistra e degli esponenti dell’attuale governo. L’onestà intellettuale dovrebbe ispirare commenti ben diversi da parte di chi è alla guida di un Paese o di regioni importanti.