Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Il pastore che ama

E' una cosa bella e sorprendente, alla quale non ci si abitua, e la si torna a guardare con verità: Gesù ci ama, mi ama.

Vangelo 27_04_2012
Gesu Buon Pastore
Domenica Quarta di Pasqua


In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
(Gv 10,11-18)


E' una cosa bella e sorprendente, alla quale non ci si abitua, e la si torna a guardare con verità: Gesù ci ama, mi ama. Lui si paragona con il pastore che conosce le pecore, le ama, ed è disposto a dare la vita per esse. Per Gesù è vero alla lettera nei riguardi non delle pecore, ma di noi uomini, di
ciascuno di noi, di me. Rimango stupito ogni volta che guardo un prete, una suora, un giovane, un laico, innamorati di Gesù. Mi dico: quest'uomo, questa donna, vuol bene a Gesù come fosse l'unica persona al mondo ad amare il Signore; e come fosse l'unica persona ad essere amata da Lui.

Diceva San Paolo: «Mi ha amato e ha dato se stesso per me». San Paolo sapeva che Gesù ama molti, ama tutti; non in modo indifferenziato, ma ciascuno in modo personale. Quando si riconosce questo, non si può non desiderare di corrispondervi. Non con un amore solo sentimentale, ma con una volontà di sequela. Vale a dire che l'occhio, il desiderio, l'attrattiva, la volontà, sono tesi a guardare, seguire, imitare, appartenere. Solo un amore così ci rende veramente discepoli, anzi, figli che liberamente vanno dietro al Signore. Noi abbiamo bisogno di un Pastore, una Guida, un Maestro.

Se uno sta solo con se stesso, con le sue idee e opinioni, con le suggestioni immediate del cuore, si disperde e si dissipa. Peggio ancora: mentre pretende di essere libero, finisce col farsi catturare dalle opinioni più in voga o dal potere più forte, e si intruppa in un gregge che scivola nel
burrone del nulla. Avere di fronte agli occhi ed al cuore Gesù, la sua figura splendente e viva, avere il Vangelo, con la sua storia e le sue parole; avere la Chiesa, i Santi, i Pastori, gli amici che a loro volta seguono il Signore, libera il cuore e apre una strada che si percorre con gioia e decisione.