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NUOVO DICASTERO

Il Papa si occuperà personalmente dei migranti

Con un Motu Proprio il Papa istituisce da gennaio 2017 il dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale. Vi confluiranno quattro Pontifici Consigli: Giustizia e Pace, Cor Unum, Pastorale migranti e Operatori Sanitari. Alla guida il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, ma dei migranti si occuperà di persona il Papa. 

Ecclesia 01_09_2016
Papa Francesco con un ragazzo migrante

Con la pubblicazione del Motu Proprio istitutivo del nuovo “Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale”, insieme al relativo Statuto, si concretizza il secondo tassello della riforma della Curia vaticana da parte di papa Francesco. In questo dicastero c'è la novità “storica” di un ruolo per il Papa che non ha precedenti: sarà Francesco ad assumere la responsabilità per la pastorale dei migranti.

Il primo passo della riforma della Curia romana era già stato fatto a metà agosto, con il definitivo varo del Dicastero per Laici, Famiglia e Vita, comprensivo di una certa riorganizzazione dell'Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia. Ora è la volta di questo nuovo dicastero “sociale” che va ad accorpare, dal 1 gennaio 2017, il Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace, il Pontificio Consiglio "Cor Unum", il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e il Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari. Il nome del nuovo dicastero rimanda certamente agli accenti del magistero di papa Francesco, ma anche all'enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, un testo «sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità». 

Il dicastero varato ieri, si legge nel Motu proprio Humanum progessionem, «sarà particolarmente competente nelle questioni che riguardano le migrazioni, i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura». La vera novità resta il ruolo ad tempus che il Santo Padre ha tenuto per sé, come è scritto al paragrafo 4 dello statuto: «una sezione del dicastero si occupa specificamente di quanto concerne i profughi e migranti. Questa sezione è posta ad tempus sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni». Mai successo che un Pontefice guidasse una sezione di un Pontificio Consiglio di Curia, ma non meraviglia troppo se pensiamo al tema dei migranti e all’attenzione che Bergoglio ha sempre posto su di esso, fin dall'inizio del pontificato.

Di certo, quello dei migranti è un tema molto caldo, anche ieri il Viminale avvertiva della vera e  propria emergenza che il nostro Paese sta affrontando in questi giorni, circa 13mila migranti in quattro giorni. Cifre da capogiro, che vanno ad aggiungersi ai 145mila che, ad oggi, sono ospitati nei centri di accoglienza, sollevando una serie di ragionevoli preoccupazioni per la gestione del fenomeno. La tragedia del mare, circa l'85% delle morti avviene sulle rotte che partono dall'Egitto e dalla Libia verso il Mediterraneo centrale, si somma alla complessa situazione dell'accoglienza. È sempre di ieri l'affermazione della cancelliera Merkel che ha ammesso come anche i tedeschi hanno «ignorato il problema per troppo tempo, rimandando l'idea di una soluzione europea e unitaria per questa emergenza». 

Inutile negare che quello dei migranti rimane un problema politico aperto, non facilmente risolvibile con semplici slogan. Il Pontefice argentino agirà in prima persona su questa non facile questione, avvalendosi di due vice che risponderanno direttamente a lui. Il Prefetto del nuovo dicastero sarà il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, attuale Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, una nomina quindi nella piena continuità, sebbene in molti avessero dubbi su questa ri-candidatura. Il cardinale sarà coadiuvato da un segretario e da un sottosegretario che potranno essere anche laici, agirà «in stretta collaborazione con la Segreteria di Stato», e nel dicastero vengono attivate tre commissioni: per la carità, per l'ecologia e per gli operatori sanitari. Infine, il nuovo dicastero sarà competente anche su Caritas Internationalis attualmente presieduta dal cardinale filippino Antonio Tagle.

Il progetto di questo nuovo passo della riforma della Curia era stato consegnato nelle mani del Papa nello scorso giugno dal cosiddetto C9, il gruppo di nove cardinali che lo assiste proprio in questo programma di riforma. Uno degli elementi ancora poco chiari riguarda il significato tecnico del termine generico “dicastero”, utilizzato sia per l'accorpamento varato ieri, sia per quello che riguarda laici, famiglia e vita. Fino ad ora si parlava di Congregazioni, Pontifici Consigli e Uffici, oltre alla Segreteria di Stato e i Tribunali, tutti considerati, appunto, “dicasteri”.