Il Papa negli Emirati, mossa in chiave anti Qatar
Con la visita di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti, la Santa Sede dà un inequivocabile segnale di rigetto dell’estremismo promosso dal Qatar in tutto il mondo, Europa compresa, attraverso la multinazionale islamista dei Fratelli Musulmani.
-"ISOLA FELICE, MA LIBERTA' LIMITATA" di Silvia Scaranari
Fervono i preparativi sull’asse Roma-Abu Dhabi in vista della storica visita di Papa Francesco nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. È un programma intenso quello che attende il Pontefice da domani al 5 febbraio, il primo a visitare un paese del Golfo. Il punto di partenza sarà la Grande Moschea “Sheikh Zayed”, dove incontrerà nuovamente Ahmed El Tayeb, il Grand Imam della moschea di Al Azhar in Egitto. Seguiranno i lavori della “Conferenza Globale sulla Fraternità Umana”, a cui interverranno i principali leader religiosi a livello mondiale, per finire in crescendo con la Messa celebrata allo Zayed Sports City, che vedrà la partecipazione di oltre 130 mila persone, appartenenti principalmente alla variegata comunità cattolica residente negli Emirati.
Il filo conduttore sarà il dialogo interreligioso e la costruzione della pace in una regione martoriata da conflitti, estremismo e terrorismo. Le ricadute sui cristiani in Medio Oriente sono state finora molto pesanti e la visita di Papa Francesco va considerata una chiara risposta a chi continua a diffondere “radicalismo” ed “estremismo religioso”, ha affermato dal Vescovo Paul Hinder, Vicario Apostolico per l’Arabia meridionale.
Abu Dhabi come punto di riferimento nel mondo arabo è stata pertanto una scelta naturale per la diplomazia vaticana. Con un video messaggio, Papa Francesco ha voluto legittimare tale scelta, lodando gli Emirati Arabi Uniti come “modello di coesistenza” e “punto d’incontro tra diverse civiltà e culture”. “Questa occasione”, ha concluso, consentirà di aprire “un nuovo capitolo nella storia delle relazioni interreligiose”.
Da quando sono state avviate ufficialmente le relazioni diplomatiche nel 2007, Santa Sede ed Emirati Arabi Uniti hanno costruito un forte rapporto strategico. Nel 2016, la visita in Vaticano del leader degli Emirati, il Vice Presidente Sheikh Mohammed bin Zayed, ha posto il sigillo al completamento del ponte di dialogo e cooperazione che collega la Santa Sede ad Abu Dhabi. Ed ora Papa Francesco ripercorre il ponte a partire da Roma, sottolineando la comunanza di valori e intenti. Tolleranza, armonia, pace, libertà religiosa: di questi valori gli Emirati sono infatti un “incubatore” per tutto il Medio Oriente, evidenzia il Vescovo Hinder.
Perché Abu Dhabi e non Doha è quindi presto detto. Con la visita di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti, la Santa Sede dà un inequivocabile segnale di rigetto dell’estremismo promosso dal Qatar in tutto il mondo, Europa compresa, attraverso la multinazionale islamista dei Fratelli Musulmani. Uno schiaffo diplomatico dalla straordinaria rilevanza, che rafforza ulteriormente l’isolamento di Doha a livello regionale e internazionale, rendendo ancor più evidenti i riallineamenti geopolitici in corso in questa fase.
Dopo Abu Dhabi, Papa Francesco a marzo si recherà in Marocco. La Santa Sede intrattiene tradizionalmente eccellenti rapporti con la Giordania e ha siglato lo scorso anno un accordo a Gedda con la Lega Musulmana Mondiale.
Alla Conferenza sul futuro del Medio Oriente che si terrà a Varsavia il 12-13 febbraio, parteciperanno gli Stati Uniti e numerosi paesi arabi, tra cui spiccano quelli riuniti nel cosiddetto Quartetto contro il terrorismo (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein). In Polonia, non ci sarà dunque posto per il Qatar degli emiri Al Thani, la Turchia di Erdogan, l’Iran khomeinista e la Fratellanza Musulmana: il nuovo “polo” dell’islamismo mondiale.
Per fronteggiare la minaccia rappresentata da questi “stati canaglia”, uniti dal filo rosso del jihad tessuto dalla Fratellanza Musulmana, si è dunque venuto a creare un blocco internazionale alternativo. A tale blocco, l’Europa sembra tuttavia non intenzionata ad aderire. A Varsavia, marcherà infatti visita l’UE, ovvero l’Alto rappresentante Federica Mogherini, e la partecipazione dei Ministri degli Esteri di Francia, Germania e Italia è ancora incerta.
Papa Francesco ad Abu Dhabi segnerà così un momento di svolta, indicando anche all’Europa qual è la via da seguire per far avanzare le prospettive di pace, sicurezza e diritti umani in Medio Oriente. Con la speranza che prevalga la ragione a favore di un impegno comune contro chi finanzia il terrore: il Qatar.