Il Papa: «L'Europa non abbia paura di Dio»
Benedetto XVI: oggi la fedeltà matrimoniale «non è possibile senza la grazia di Dio, senza il sostegno della fede e dello Spirito Santo».
Nell’udienza generale dell’8 giugno 2011 Benedetto XVI è tornato sul suo viaggio del 4 e 5 giugno in Croazia, un momento ricco – ha detto – «di intenso spirito di fede, dal momento che i Croati sono un popolo profondamente cattolico». Come ha fatto per altri viaggi il Papa – sulla base della considerazione secondo cui «ogni volta che il Successore di Pietro compie un viaggio apostolico, tutto il corpo ecclesiale partecipa in qualche modo del dinamismo di comunione e di missione proprio del suo ministero» – è voluto tornare sul significato essenziale del viaggio, di cui La Bussola Quotidiana ha dato un ampio resoconto: ritornare sulla vera nozione della coscienza e della legge morale, applicandola soprattutto al matrimonio, in un «contesto di grande attenzione alla famiglia».
Il motto della visita, «Insieme in Cristo», ha detto il Papa, «aveva, in questo caso, un particolare riferimento alla famiglia: infatti, l’occasione principale della mia Visita era la Iª Giornata Nazionale delle famiglie cattoliche croate, culminata nella Concelebrazione eucaristica di domenica mattina, che ha visto la partecipazione, nell’area dell’Ippodromo di Zagabria, di un grande moltitudine di fedeli». Il Pontefice ha voluto sottolineare la centralità del tema della famiglia: «È stato per me molto importante – ha detto – confermare nella fede soprattutto le famiglie, che il Concilio Vaticano II ha chiamato “chiese domestiche” (cfr Lumen gentium, 11). Il beato Giovanni Paolo II [1920-2005], il quale ha visitato ben tre volte la Croazia, ha dato grande risalto al ruolo della famiglia nella Chiesa; così, con questo viaggio, ho voluto dare continuità a questo aspetto del suo Magistero».
È un problema di sempre, ha spiegato il Papa, ma è soprattutto un problema di oggi. La famiglia fondata sul matrimonio indissolubile di un uomo e di una donna – «l’unione di un uomo e di una donna che, con la grazia di Cristo, si amano e si aiutano per tutta la vita, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia» – è infatti sottoposta a molteplici attacchi. L’esempio di Malta, Paese dove non esisteva una legge sul divorzio e dove dopo l’ingresso nell’Unione Europea un referendum si è espresso lo scorso 28 maggio in senso divorzista, è ben presente ai croati che stanno per entrare nell’Europa di Bruxelles. «Nell’Europa di oggi – ha detto il Papa – le Nazioni di solida tradizione cristiana hanno una speciale responsabilità nel difendere e promuovere il valore della famiglia fondata sul matrimonio, che rimane comunque decisiva sia nel campo educativo sia in quello sociale. Questo messaggio aveva dunque una particolare rilevanza per la Croazia, che, ricca del suo patrimonio spirituale, etico e culturale, si appresta ad entrare nell’Unione Europea».
Durante la Messa per le famiglie a Zagabria, «come in un grande “cenacolo” a cielo aperto, le famiglie croate si sono radunate in preghiera, invocando insieme il dono dello Spirito Santo». Un gesto, ha sottolineato il Pontefice, che voleva in particolare «incoraggiare i coniugi nella loro missione. Ai nostri giorni, mentre purtroppo si constata il moltiplicarsi delle separazioni e dei divorzi, la fedeltà dei coniugi è diventata di per se stessa una testimonianza significativa dell’amore di Cristo, che permette di vivere il Matrimonio per quello che è, cioè». Il Papa – ancora, dopo la vicenda di Malta – è tornato sul tema dell’indissolubilità: «la prima educazione alla fede – ha detto – consiste proprio nella testimonianza di questa fedeltà al patto coniugale: da essa i figli apprendono senza parole che Dio è amore fedele, paziente, rispettoso e generoso. La fede nel Dio che è Amore si trasmette prima di tutto con la testimonianza di una fedeltà all’amore coniugale, che si traduce naturalmente in amore per i figli, frutto di questa unione».
Se la permanenza del matrimonio è un valore naturale, dall’altra parte non ci si può nascondere che in pratica oggi in molte situazioni «questa fedeltà non è possibile senza la grazia di Dio, senza il sostegno della fede e dello Spirito Santo. Ecco perché la Vergine Maria non cessa di intercedere presso il suo Figlio affinché – come alle nozze di Cana – rinnovi continuamente ai coniugi il dono del “vino buono”, cioè della sua Grazia, che permette di vivere in “una sola carne” nelle diverse età e situazioni della vita». La fedeltà alla morale naturale e cristiana sul matrimonio e la famiglia presuppone tutta la riflessione che il Papa ha proposto in Croazia – anche ai giovani – sulla coscienza come orientamento al bene e a Dio: «un grande slancio verso la vita e il suo significato, verso il bene, verso la libertà, vale a dire verso Dio ». Seguire la coscienza non vuol dire fare quello che si vuole, ma quello che si deve.
Il Pontefice ha voluto ricordare anche la sua visita – preceduta da ingiuste polemiche sulla grande figura del porporato – alla «monumentale tomba del beato Cardinale Alojzije Stepinac (1898-1960), Vescovo e Martire. Egli, in nome di Cristo, si oppose con coraggio prima ai soprusi del nazismo e del fascismo e, dopo, a quelli del regime comunista. Fu imprigionato e confinato nel villaggio natio. Creato Cardinale dal Papa Pio XII [1876-1958], morì nel 1960 per una malattia contratta in carcere».
Benedetto XVI ha parlato anche del suo richiamo, a proposito della Croazia, alle radici cristiane: alla «sua storia di fede» e alla «presenza viva della Chiesa, promotrice lungo i secoli di molteplici istituzioni e soprattutto formatrice di illustri ricercatori della verità e del bene comune. Tra questi ho ricordato in particolare il gesuita Padre Ru?er Boškovi? [Ruggero Giuseppe Boscovich, 1711-1787], grande scienziato di cui ricorre quest’anno il terzo centenario della nascita. Ancora una volta è apparsa evidente a tutti noi la più profonda vocazione dell’Europa, che è quella di custodire e rinnovare un umanesimo che ha radici cristiane e che si può definire “cattolico”, cioè universale ed integrale».
Ma questo umanesimo richiama al tema centrale della visita in Croazia, quello della coscienza: «pone al centro la coscienza dell’uomo, la sua apertura trascendente e al tempo stesso la sua realtà storica». Questo tema, ha insistito il Papa, ha anche una valenza direttamente politica: oggi può «ispirare progetti politici diversificati ma convergenti alla costruzione di una democrazia sostanziale, fondata sui valori etici radicati nella stessa natura umana. Guardare all’Europa dal punto di vista di una Nazione di antica e solida tradizione cristiana, che della civiltà europea è parte integrante, mentre si appresta ad entrare nell’Unione politica, ha fatto sentire nuovamente l’urgenza della sfida che interpella oggi i popoli di questo Continente: quella, cioè – di non avere paura di Dio, del Dio di Gesù Cristo, che è Amore e Verità, e non toglie nulla alla libertà ma la restituisce a se stessa e le dona l’orizzonte di una speranza affidabile».