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La lettera

Il Papa e l’Università di Lovanio

Le critiche a Francesco dai cattolici progressisti di Lovanio. Un lettore, sognatore, ci scrive…

Caro Direttore,
leggo che l’Università di Lovanio, dopo aver invitato Papa Francesco in occasione dei seicento anni della sua fondazione, una volta avutolo lì presente, non ha fatto altro che contestarlo per la sua poca fermezza nel promuovere i temi dell’agenda progressista, cosa che, oltretutto, non fa che confermare la verità di due vecchi adagi quali: “Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io” e “gareggiando a fare i puri, troverai sempre qualcuno più puro che ti epura”.
Comunque, davanti alle parole insolenti del Rettore per un momento – un momento solo, sarei pronto a giurarlo – ho desiderato che al posto di Francesco vi fosse Giulio II o anche solo Benedetto XIV.
Poi ho pensato che sarebbe bastato Giovanni Paolo II in uno dei suoi non rari momenti di santa collera, così che alle infelici retoriche domande del Rettore, quali “la Chiesa non acquisirebbe autorità morale nella nostra regione se non fosse così rigida nel suo approccio alle questioni di genere e diversità? E se aprisse di più le braccia alla comunità LGBTQ+, come fa l’Università?”, il (poco) Magnifico Rettore e il suo corpo docente si sarebbero potuti sentire rispondere qualcosa del tipo: “E forse Nostro Signore non se la sarebbe cavata meglio se, invece di insistere nella sua pretesa di essere il Messia e di provocare farisei, sadducei e tutti quanti i padroni del discorso nella loro regione, avesse aperto le braccia alle loro logiche di pensiero? Forse avrebbe anche evitato di doverle aprire in croce”.
Ma tant’è, il mio è stato solo un breve sogno ad occhi aperti.
omo salvatico