Il Papa e l'agnostico Macron: intesa e carezze
L'avvicinamento di Macron al mondo cattolico sembra esser parte di una strategia politica precisa da parte di un presidente liberal che sa di essere in difficoltà sul panorama internazionale e quindi si impegna a riconoscere anche il ruolo della Chiesa. Con Francesco intesa sui migranti e persino un accenno di una inusuale carezza.
«Nel corso dei cordiali colloqui», ha comunicato la Sala stampa vaticana, Papa Francesco e il presidente francese Emmanuel Macron hanno parlato di tutto ciò che gli osservatori si aspettavano. Sono state «affrontate questioni globali di interesse condiviso, quali la protezione dell’ambiente, le migrazioni e l’impegno a livello multilaterale per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, specialmente in relazione al disarmo. La conversazione ha inoltre consentito uno scambio di valutazione su alcune situazioni di conflitto, particolarmente nel Medio Oriente e in Africa. Infine, non è mancata una riflessione congiunta circa le prospettive del progetto europeo».
Un incontro atteso, lungo oltre 50 minuti, a cui è seguita la presentazione della première dame Brigitte e dei ministri dell'Interno, Gérard Collomb, e degli Esteri, Jean-Yves Le Drain, quindi gli intellettuali Dominique Wolton, che ha intervistato il Papa in un libro, e il filosofo Remi Brague. Dopo lo scambio di doni, il Papa ha ricevuto un'edizione in italiano di una delle sue opere preferite, il “Diario di un curato di campagna” di Georges Bernanos, poi il saluto finale con un Macron che accenna una inusuale carezza al pontefice e Francesco che gli stringe lungamente le mani, segno di una certa sintonia tra i due.
L’operazione di avvicinamento di Macron al mondo cattolico è iniziata con particolare enfasi dal discorso che il presidente ha tenuto lo scorso 9 aprile davanti ai vescovi francesi al Colleges des Bernardins, un occasione in cui monsier le President ha usato parole di grande coinvolgimento per i cattolici, al punto da prendersi qualche rimbrotto dall’ala dura e pura del laicismo francese. Una conversione sulla via di Damasco? Di certo si sa che Macron si è fatto battezzare all’età di 12 anni, ma si professa «agnostico» aperto alla trascendenza, una formula sufficientemente indistinta per trovare accoglienze ad ampio raggio.
Ieri pomeriggio si è recato anche nella Basilica di San Giovanni in Laterano per prendere possesso del titolo di Protocanonico d’onore del Capitolo lateranense, titolo onorifico che spetta storicamente ai capi di Stato francesi che vogliono goderne. L’ultimo in ordine di tempo era stato Nicolas Sarkozy, avevano, invece, disertato Francois Hollande e Francois Mitterand.
Sullo sfondo dell’incontro, ovviamente, ha primeggiato la questione migranti e le recenti divergenze tra l’Eliseo e il neo governo italiano. A questo proposito lunedì sera è avvenuto anche un breve incontro tra il presidente francese e il premier Giuseppe Conte, colloquio che ha portato allo sblocco della situazione di stallo in cui si trovava la nave Lifeline che stazionava a largo di Malta. Anche la Francia, insieme ad altri sei paesi europei, accoglierà una parte dei migranti presenti sulla barca.
Comunque l’avvicinamento del presidente al mondo cattolico sembra esser parte di una strategia politica precisa da parte di un presidente liberal che sa di essere in difficoltà sul panorama internazionale e quindi si impegna a riconoscere anche il ruolo della Chiesa. Ma si guarda bene dall’affermare qualche valore come non negoziabile rispetto al bene comune; sui temi bioetici, fuori dalla real politik, l’intesa con il Vaticano è pressoché nulla. Basti pensare che nella conferenza stampa di ieri sera a Roma il presidente ha ricordato come uno statista nel caso dell’aborto deve saper armonizzare due principi, quello della vita e quello della libertà della donna.
Per quanto rallenti, Macron è alle prese con progetti di legge che vogliono ulteriormente allargare la Fivet e avanzare sull’eutanasia. La sua visione di società è globale e liberale, un modello in crisi che si vorrebbe accreditare anche grazie alla presunta predilezione delle sacre stanze, ma anche la Chiesa in Occidente sa di affrontare una grande difficoltà nella missione. Intanto il popolo di Dio, categoria molto cara a Francesco, sembra orientato a cercare soluzioni concrete alla povertà e all’indifferentismo culturale e religioso.