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L'EDITORIALE

Il Papa e il metodo di Dio

Benedetto XVI conclude il suo libro con una pagina sullo stile di Dio, così diverso da quello umano: "Non sopraffare con la potenza esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore"

Editoriali 10_03_2011


Oggi La Bussola propone in anteprima ai suoi lettori un brano del nuovo libro del Papa dedicato alla resurrezione e una sintesi generale dei contenuti del volume scritta da Massimo Introvigne. Ovviamente il consiglio è di leggere tutto il libro: non si capisce soltanto di più la figura del Nazareno. Si esce anche confortati nella propria fede da queste pagine di Joseph Ratzinger. Per noi della Bussola è poi un grande onore il fatto che proprio il nostro direttore editoriale, Vittorio Messori, sia tra gli autori citati dal Pontefice, come peraltro già accaduto nel precedente volume.

C’è un altro brano bellissimo del volume di Benedetto XVI sul quale vorrei soffermarmi. Lo si trova nella parte finale e parla del «metodo di Dio». Del metodo che Dio ha scelto per rivelarsi, per redimere l’umanità ferita dal peccato originale, per farsi conoscere in Gesù, per diffondere poco a poco la sua presenza attraverso l’annuncio dei primi testimoni della resurrezione. Il Papa propone ai lettori delle domande che tante volte sono risuonate nella storia dell’umanità, anche dalle labbra dei credenti, magari vittime di persecuzioni.

«Perché non ti sei opposto con potenza ai tuoi nemici che ti hanno portato sulla croce? – così vorremmo domandare. Perché non hai con vigore inconfutabile dimostrato loro che tu sei il Vivente, il Signore della vita e della morte? Perché ti sei mostrato solo a un piccolo gruppo di discepoli della cui testimonianza noi dobbiamo ora fidarci? La domanda riguarda, però, non soltanto la risurrezione, ma l’intero modo in cui Dio si rivela al mondo».

«Perché – continua il Papa – solo ad Abramo – perché non ai potenti del mondo? Perché solo a Israele e non in modo indiscutibile a tutti i popoli della terra?». La risposta di Benedetto XVI arriva subito dopo. «È proprio del mistero di Dio agire in modo sommesso. Solo pian piano Egli costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze autorevoli della storia. Patisce e muore e, come Risorto, vuole arrivare all’umanità soltanto attraverso la fede dei suoi ai quali si manifesta. Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di “vedere”. E tuttavia – non è forse proprio questo lo stile divino? Non sopraffare con la potenza esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore».

Continua Ratzinger: «E ciò che apparentemente è così piccolo non è forse – pensandoci bene – la cosa veramente grande? Non emana forse da Gesù un raggio di luce che cresce lungo i secoli, un raggio che non poteva provenire da nessun semplice essere umano, un raggio mediante il quale entra veramente nel mondo lo splendore della luce di Dio? Avrebbe potuto, l’annuncio degli apostoli, trovar fede ed edificare una comunità universale, se non avesse operato in esso la forza della verità? Se ascoltiamo i testimoni col cuore attento e ci apriamo ai segni con cui il Signore accredita sempre di nuovo loro e se stesso, allora sappiamo: Egli è veramente risorto. Egli è il Vivente».

In un mondo dove sembra contare solo il protagonismo della forza, dove i potenti sono ancora saldi nei loro troni, dove gli umili vengono perseguitati e calpestati, questa consapevolezza del metodo di Dio, un metodo letteralmente dell’altro mondo così diverso dalle nostre umane aspettative, rappresenta uno squarcio di speranza. E noi possiamo confidare nella forza invincibile della debolezza di Cristo, il Figlio fatto uomo e morto in croce, nel modo più infamante. Per permettere a «molti», anzi a tutti, essere abbracciati, purificati e salvati.