Il Papa arriva in Bahrain: libertà religiosa e diritto alla vita
Inizia il 39° viaggio apostolico sullo sfondo delle proteste in tema di libertà religiosa. Nel primo discorso, Francesco rimarca che la proclamata tolleranza va tradotta in pratica e ricorda i diritti violati nel Paese. Oggi l’evento centrale con la partecipazione al Forum for Dialogue.
Un compagno di viaggio sgradito per Bergoglio: il forte dolore al ginocchio che lo ha costretto alla carrozzina e che ha confessato ai giornalisti accreditati sul volo, quasi scusandosi per non poterli salutare nella consueta “rassegna”. Così è cominciata ieri la permanenza del pontefice in Bahrein, 39° viaggio apostolico del pontificato.
L'invito era arrivato direttamente dal sovrano, Hamad bin Isa Al Khalifa per chiudere l'evento Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence ma non era privo di contraddizioni. Infatti, a ridosso della partenza, un'associazione specializzata come la Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain aveva chiesto al Santo Padre di ripensarci e di annullare la visita per protestare contro la «dilagante discriminazione contro gli sciiti» nel piccolo regno o almeno di «richiamare l'attenzione su queste violazioni». Una situazione denunciata anche nel Rapporto del 2020 della Commissione Usa per la libertà religiosa internazionale che ha messo in evidenza come, se da un lato nello Stato del Golfo Persico si organizzano iniziative per la promozione della libertà religiosa, dall’altro si assiste ad «una sistematica discriminazione a sfondo religioso contro alcuni musulmani sciiti».
C'è da dire che Francesco non si è tirato indietro e, atterrato ad Awali, di fronte alle massime autorità, ha sollevato la questione di questa discordanza, lodando gli organizzatori per le conferenze che hanno a tema «il rispetto, la tolleranza e la libertà religiosa», ma rimarcando che sono «impegni da tradurre costantemente in pratica, perché la libertà religiosa diventi piena e non si limiti alla libertà di culto; perché uguale dignità e pari opportunità siano concretamente riconosciute ad ogni gruppo e ad ogni persona; perché non vi siano discriminazioni e i diritti umani fondamentali non vengano violati, ma promossi». Dunque, il Papa non ci ha girato intorno. Ma non ha limitato la sua reprimenda alla questione della libertà religiosa, chiamando in ballo anche il rispetto del diritto alla vita in un Paese in cui – secondo le ong specializzate – dal 2017 ad oggi ci sarebbero state sei esecuzioni capitali mentre altri 26 condannati sarebbero attualmente in attesa nel braccio della morte. Bergoglio ha detto nel suo primo discorso che quello alla vita è un diritto da garantire sempre, «anche nei riguardi di chi viene punito, la cui esistenza non può essere eliminata».
E mentre in Italia si riaccendeva la questione migranti, con il braccio di ferro tra Roma e Berlino sulla nave Humanity 1, il Santo Padre è tornato a riaccendere i riflettori su questo tema. Tuttavia, è improbabile che pensasse al caso specifico italiano ed è piuttosto presumibile che si riferisse ai flussi verso gli Stati arabi del Golfo Persico, Bahrain compreso. Alle autorità, infatti, il Papa ha chiesto che il Paese diventi «faro nel promuovere in tutta l'area diritti e condizioni eque e sempre migliori per i lavoratori, le donne e i giovani, garantendo in pari tempo rispetto e attenzione per quanti si sentono più ai margini della società, come gli emigrati e i detenuti», facendo un appello affinché siano «garantite condizioni lavorative sicure e degne dell’uomo, che non impediscano, ma favoriscano la vita culturale e spirituale; che promuovano la coesione sociale». Da anni le ong lamentano la mancanza di protezione sociale dei migranti nel Golfo, soprattutto di quelli impiegati come lavoratori domestici o dell'edilizia.
L'appello per loro e per i detenuti, altra categoria a cui le organizzazioni internazionali hanno dedicato anche nel recente passato la loro attenzione per presunte violazioni dei diritti civili e del diritto alla salute in Bahrain, non è suonato casuale. Oggi il Papa è atteso nel complesso del Sakhir Royal Palace per la chiusura del Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence a cui seguirà l'ennesimo incontro con il grande imam di Al-Azhar, l'uomo con cui nel 2019 firmò la discussa Dichiarazione di Abu Dhabi.