Il paese al mondo con più sfollati è la Colombia
Nei due anni successivi all’accordo di pace tra Farc e governo, gli sfollati sono aumentati a causa degli scontri tra gruppi armati per il controllo della coca e delle attività minerarie illegali
Si parla di rado della Colombia durante i dibattiti e i convegni sui profughi. Eppure gli sfollati colombiani sono di gran lunga i più numerosi: 8,1 milioni su una popolazione di 49,1 milioni. Si era pensato che l’accordo di pace raggiunto nel novembre del 2016 tra il governo e le Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia, avrebbe consentito a molte persone di tornare a casa, ma così non è stato e anzi il numero dei profughi interni è notevolmente aumentato. Anche se le Farc hanno deposto le armi, i gruppi armati hanno infatti proliferato e si sono rafforzati, in lotta tra di loro per il controllo delle rotte del traffico di droga e delle attività estrattive illegali. Ad alimentare la violenza armata – secondo il direttore dell’Ocha nel paese, Gerard Gomez – è lo sviluppo rurale mancato. Le regioni più povere e meno sviluppate della Colombia, nelle quali lo stato è quasi assente, sono quelle più ricche di coca e lì i gruppi armati approfittano della povertà diffusa per reclutare i giovani primi di opportunità di lavoro. Non ha certo aiutato il fatto che il governo sta gestendo male il piano avviato nel 2017 per sostituire le piantagioni di coca con raccolti legali. Quasi 100.000 famiglie produttrici di coca hanno accettato di entrare nel programma. Ma il governo non sta mantenendo fede ai propri impegni. Ad esempio, nel dipartimento di Putumayo neanche una delle famiglie che hanno aderito al programma ha ricevuto assistenza tecnica dal governo anche se più di 10.000 ettari di coca sono stati eliminati. Inoltre in tutto il paese si verificano ritardi nella consegna degli stipendi mensili concordati e, soprattutto a causa delle lungaggini burocratiche, solo il 10% delle famiglie hanno ricevuto tutti i vantaggi e le agevolazioni promessi dal programma. La maggior parte degli agricoltori colombiani non sono proprietari delle terre che coltivano, il 90% vive in condizioni di povertà o di vulnerabilità e il 61% non ha una situazione abitativa adeguata.