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L'APERITIVO

Il mio voyeurismo e quei segni di Dio

Lo confesso, cedo spesso alle tentazioni del voyeurismo… Sminuzzo un paio di fette biscottate sul davanzale del terrazzo e mi apposto dietro alla finestra chiusa, facendo in modo di non essere visibile...

A TAVOLA 20_01_2011

Lo confesso, cedo spesso alle tentazioni del voyeurismo… Mi attrezzo così: sminuzzo un paio di fette biscottate sul davanzale del terrazzo sul giardino e mi apposto dietro alla finestra chiusa, facendo in modo di non essere visibile e, in ogni caso, non facendo movimenti per non creare allarmi. L'attesa non è lunga, anche perché - come dire ? - la “voce” si è ormai sparsa nei dintorni . E a tal punto che già mentre sbriciolo le gallette alcuni dei miei clienti stanno seduti tra le foglie argentate di uno degli ulivi davanti al balcone e aspettano che me ne vada.

Subito, dunque, comincia il via vai. Fino a quando non avevo pensato di apprestare questo richiamo, non avrei mai immaginato che tante fossero, attorno a me, le diverse specie di uccelli. Soltanto di alcune conosco il nome. Ovviamente i soliti arruffati, allegri, litigiosi passeri. Poi gli eleganti pettirossi che (come ho scoperto su Internet) non temono ma anzi cercano il contatto con gli umani e difatti sono quelli che meno hanno paura della mia ombra, se per caso si manifesta e, anzi, guardano verso di me incuriositi… Poi le cinciallegre, con il loro festoso richiamo. Poi... poi niente: vedo alternarsi tante altre specie, ne noto la diversità ma purtroppo, non so che nome abbiano.

Ma, se passiamo a taglie maggiori, impossibile - anche per uno come me che ha conosciuto sin da piccolo i tram ma non gli animali - impossibile non conoscere i merli, elegantissimi nel loro abito nero con il becco giallo, mentre, a differenza di quanto avviene tra gli umani, le femmine sono molto più dimesse, in un grigio scuro un po’ triste. Impossibile anche non riconoscere le tortore che sono venute a nidificare qui e qualche problema lo hanno dato. All’alba, in effetti, cominciano con il loro “glu, glu” ripetuto all’infinito e abbastanza forte da svegliare chi non abbia il sonno pesante.

Ma, alla fine, ci abbiamo fatto l’abitudine e ora, quando cominciano, non è più un piccolo incubo. I meno simpatici, devo confessarlo, sono i piccioni che, approfittando della loro stazza superiore a quella di ogni altro tra i frequentatori della mia mensa, si comportano da prepotenti e cercano di avere accesso solo loro alle grosse briciole. Ma, per fortuna, trovano una resistenza che talvolta li mette addirittura in fuga. E io, nascosto dietro i vetri, ne gongolo: se la sono meritata!

È edificante, nel senso vero, osservare questa vita così piccola ma così intensa, così vicina a noi e al contempo così nascosta. Per me, vale molti volumoni che vogliano dimostrarci, per via filosofica , che un Creatore esiste. Osservo con emozione particolare i più umili e consueti tra gli uccelli, tanto che Gesù stesso , nel vangelo di Matteo, li porta ad esempio di ciò che vale poco per l’uomo, ma non per Dio: «Due passeri non si vendono forse per un soldo»?

Guardo queste creature “da niente” e mi confermo che ciascuna è, in realtà, un capolavoro: le zampette sottilissime ma che permettono ogni movimento, il becco in grado di raccogliere anche la briciola più piccola, le piume impermeabili, che proteggono dalla pioggia, il colore più mimetico possibile per ingannare i rapaci, il disegno delle ali raccordato a quello della coda per assicurare la tenuta e la direzione nel volo... E tante altre cose ancora che non si vedono perché nascoste nel corpicino: una creatura tanto piccola e apparentemente insignificante quanto perfetta per vivere e per trasmettere la vita. E, per di più, piena di una voglia di esistere che manifesta con la vivacità dei movimenti e con piccoli pigolii allegri.

Non voglio passare per facilone, conosco i problemi e so le obiezioni, ho letto e studiato tutto il necessario... Eppure oso dirlo: basta spiare con attenzione un passero per rendersi conto della idiozia di chi si crede sapiente e nega un Grande Programmatore, un Ingegnere Eccelso, insomma un Creatore di inesauribile sapienza e fantasia dietro ogni aspetto della natura. Il Caso? l’Evoluzione cieca ? la Materia Eterna che si organizza da sola e riesce a produrre almeno un passero che moltiplica poi in miliardi di esemplari perfetti? Com’è che diceva Totò? «Ma mi faccia il piacere!».