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SPAGNA

Il martirio censurato dei cattolici uccisi dai comunisti

Pochi libri ci hanno fatto conoscere la tragica storia della Guerra civile spagnola, con l’uccisione di migliaia di cattolici ad opera di comunisti e anarchici. Persecuzione di Mario Arturo Iannaccone è uno di questi: testimonianza del martirio della Chiesa e di cosa accadde veramente in Spagna tra il 1931 e il 1939.

Ecclesia 01_04_2015
La copertina del libro di Iannaccone

Pochi libri ci hanno fatto conoscere la tragica storia della Guerra civile spagnola, con la persecuzione e l’uccisione di migliaia di cattolici ad opera delle formazioni comunista e anarchiche Persecuzione. La repressione della Chiesa in Spagna fra Seconda Repubblica e Guerra Civile – 1931-1939 di Mario Arturo Iannaccone è uno di questi: una testimonianza preziosa e commovente del martirio cristiano in Spagna.

 

La storia della Seconda Repubblica spagnola e della Guerra civile e, ancora di più, delle persecuzioni che hanno insanguinato la Chiesa a partire dal 1931 è stata poco raccontata e affrontata dagli storici. In Italia, se si esclude la monografia di Vicente Cárcel Ortí, Buio sull’altare, pubblicata nel 1998 da Città Nuova e poi uscita di catalogo (oggi è introvabile), non esistono resoconti affidabili e sufficientemente approfonditi su ciò che successe all’indomani della proclamazione della Seconda Repubblica, prima con il varo di leggi laiciste e poi con iniziative anticattoliche sempre più incisive e violente. 

Si cominciò con una serie di provvedimenti già visti in altre nazioni (come Germania, Messico, Francia e la stessa Italia) fra cui l’introduzione del divorzio, il tentativo di introdurre l’aborto, l’opposizione di ostacoli burocratici contro i funerali religiosi o l’abolizione dell’insegnamento religioso. Del resto, gli uomini della Seconda Repubblica s’ispiravano ai principi del giacobinismo e del radicalismo massonico e 140 deputati, un terzo del Parlamento del 1931, erano apertamente massoni mentre altre decine furono iniziati alle logge durante gli anni seguenti. Iniziò dapprima una vera e propria guerra contro simboli e istituzioni religiose (proibizione di usare simboli religiosi, proibizione di fare cerimonie e riti pubblici) per poi passare a interventi più violenti come la soppressione di congregazioni, l’incameramento dei beni ecclesiastici, l’espulsione di religiosi.

Si riteneva che il popolo spagnolo non fosse più cattolico o, se ancora lo era, dovesse liberarsi da tale “superstizione”. Già tra il 1931 e il 1934 si verificarono attacchi a chiese e conventi con l’uccisione di oltre un centinaio di religiosi (circa 80 dei quali beatificati) e la distruzione di circa 200 fra scuole religiose, conventi, chiese, ospizi e ospedali. In alcune fasi la connivenza di partiti e uomini politici di spicco come il più volte primo ministro e potente del regime Manuel Azaña, del socialista Indalecito Prieto, del repubblicano Miguel Maura, è ormai provata. 

La grande tragedia arrivò, preannunciata dalle parole del nunzio Silvio Sericano, all’indomani della ribellione dei militari capeggiata da Francisco Franco quando il Paese era sprofondato nel caos degli scioperi continui e del comunismo libertario in Catalogna e Andalusia. A quel punto, la gran parte delle milizie anarchiche (del sindacato Cnt, della lega Fai), socialiste (del Partito Poum e radical-socialiste si dedicarono ad un’opera sistematica di massacro di persone – laici e religiosi – legate per un motivo o per l’altro alla Chiesa, fosse anche per semplice militanza in un sindacato cattolico. Tra sacerdoti e laici la mattanza coinvolse circa 11.000 persone, per quanto è dato sapere oggi, in pochi mesi. Di queste, 1524 sono state beatificate e altre centinaia sono in corso di beatificazione.  Questi martiri che cadevano gridando «Viva Cristo Rey», come i loro fratelli nella fede in Messico, i Cristeros, furono però dimenticati. 

I libri di liceo e Università dei principali Paesi (compresa Francia, Inghilterra e Germania) non registrano questa persecuzione confusa volutamente con i combattimenti della Guerra civile. Essa non s’adegua all’idea, che si è voluta ostinatamente far passare, di una Seconda Repubblica democratica e liberale, un’immagine perpetuata in romanzi, film e nella gran parte della storiografia moderna. Non fu così sin dall’inizio e la verità comincia a essere annunciata, se non altro, da quelle migliaia di beatificazioni che non hanno pari nella storia della Chiesa, e da molti studi scientifici e seri (quasi tutti in lingua spagnola, nessuno dei quali tradotto in italiano). Il mio libro Persecuzione. La repressione della Chiesa in Spagna fra Seconda Repubblica e Guerra Civile – 1931-1939 (Lindau, 2015), con presentazione di Vicente Cárcel Ortí, è stato scritto con lo scopo di non far cadere l’oblio su questi martiri e su questi eventi. Dopotutto, la persecuzione anticattolica di Spagna è la più vasta dai tempi dell’Impero romano.