Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LA STORIA

Il legame tra san Felice Feliński e il Bambin Gesù

A lungo arcivescovo di Varsavia, animato da grande amore per i bisognosi, san Sigismondo Felice Feliński fondò le Suore Francescane della Famiglia di Maria. Religiose che dal 1999 affiancano le Figlie della Carità all’Ospedale Bambino Gesù. Qui, sabato, il santo polacco è stato onorato con una Messa solenne in ricordo del bicentenario della sua nascita.

Ecclesia 22_09_2022
Messa per bicentenario S. Felice_Bambin Gesù (foto W. Redzioch)

Il 17 settembre, sabato sera, nella cappella dell’Ospedale Bambino Gesù si è celebrata una Messa solenne in ricordo del bicentenario della nascita di san Felice Feliński (1822-1895), fondatore delle Suore Francescane della Famiglia di Maria, che prestano il loro servizio nell’Ospedale del Papa.

La Messa è stata celebrata da padre Zdzislaw Kijas [nella foto, di W. Redzioch], professore universitario, già relatore nella Congregazione delle Cause dei Santi, postulatore generale dei francescani conventuali, che ha pronunciato anche l’omelia; concelebravano otto sacerdoti, tra cui i cappellani don Mario Puppo e don Vistremundo Nkogo Ndong. Presso l’altare è stato posto il quadro di san Felice e una sua reliquia. Partecipavano le francescane che lavorano all’ospedale: suor Maria, s. Karolina, s. Urszula, s. Iryna e altre suore che in precedenza hanno lavorato al Bambin Gesù, l’ambasciatore della Polonia presso la Santa Sede, Adam Kwiatkowski, rappresentanti del personale medico ed infermieristico e tanti amici delle religiose. Dopo la Messa è stata ricordata la figura del santo arcivescovo di Varsavia.

LA NASCITA DELL'OSPEDALE BAMBINO GESÙ

L’Ospedale del Papa nacque oltre 150 anni fa a Roma: il 19 marzo 1869 quattro bambine furono ricoverate in una stanza di uno stabile in via delle Zoccolette, tra il Tevere e Torre Argentina: furono le prime pazienti del nosocomio. L’Ospedale sorse grazie alla generosità di una famiglia aristocratica italiana, la famiglia Salviati. Fino ad allora, in Italia, i bambini erano accolti nelle stesse camerate degli adulti. Ma la duchessa Arabella Fitz James Salviati ebbe l’idea di organizzare a Roma un ospedale pediatrico sul modello dell’Hopital des Enfants Malades di Parigi. Fin dall’inizio i piccoli pazienti furono accolti e curati dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, alle quali fu affidata la gestione della struttura. Nel 1887 la sede dell’Ospedale fu trasferita sul colle del Gianicolo: il comune di Roma affidò alla duchessa Salviati parte dell’antico convento di Sant’Onofrio.

Nella nuova sede l’Ospedale diventò un punto di riferimento per le famiglie romane ma non solo. Al Bambin Gesù vennero accolti i bambini vittime del terremoto di Messina (1908) e di Avezzano (1915). Nel 1919 la regina Elena affidò a Maria Salviati, figlia della fondatrice, la gestione di Villa Iolanda, una colonia estiva a Santa Marinella, che tre anni dopo diventerà la seconda sede dell’Ospedale, dove saranno curati “i bambini poveri che necessiteranno di cure marine”.

Nel 1924 la famiglia Salviati donò il Bambin Gesù a Pio XI e in questo modo esso divenne “l’Ospedale del Papa”. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Ospedale continuò il suo servizio ed ebbe la forza di rispondere all’appello di Pio XII per accogliere e nascondere tra le sue mura ebrei e perseguitati politici. Invece, la sede di Santa Marinella fu espropriata dall’esercito. Dopo la guerra l’ospedale dovette affrontare gravi problemi economici, che vennero superati grazie all’aiuto di Pio XII e ai contributi dell’episcopato degli Stati Uniti. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta furono costruiti nuovi fabbricati. Nel 1958, il Bambin Gesù fu visitato da Giovanni XXIII: fu il primo Papa a salire sul Gianicolo per visitare il “suo ospedale”. All’inizio degli anni Settanta, l’Ospedale fu integrato nel sistema sanitario regionale, e nel 1978 fu inserito in quello nazionale.

Nel 2012 è stata inaugurata la sede di San Paolo e nel 2019 la sede rinnovata di Baldelli (di fronte a quella di San Paolo), con nuovi spazi dedicati all’assistenza per le malattie rare e non solo.

LE SUORE AL SERVIZIO DEI BAMBINI MALATI

Come si è detto sopra, fin dall’inizio del funzionamento dell’Ospedale i piccoli pazienti sono stati accolti amorevolmente dalle Figlie della Carità. Nel 1999 le Figlie della Carità sono state affiancate dalle suore polacche della congregazione delle Francescane della Famiglia di Maria. La congregazione fu fondata dall’arcivescovo di Varsavia, Felice Feliński, nel 1857.

Secondo l’intento del fondatore, le suore devono occuparsi dei più bisognosi - specialmente bambini, anziani, poveri, persone abbandonate - chinarsi con amore, sollecitudine e comprensione, non solo sulle loro sofferenze e necessità, apportandovi sollievo e aiuto, ma anche, e soprattutto, sulle loro miserie e debolezze spirituali, per portarli alla salvezza eterna.

IL SANTO POLACCO

Sigismondo Felice Feliński fu uno dei più eminenti personaggi polacchi del XIX secolo. Dio gli diede un’intelligenza brillante, una volontà ferrea e un cuore particolarmente sensibile e aperto alla carità fraterna. Ed egli, da fedele amministratore dei “talenti ricevuti”, li fece fruttificare al massimo, esercitando la sua missione di “buon Pastore”, con amore, saggezza e coraggio.

Nacque nel 1822 da una nobile famiglia polacca nel periodo della dominazione della Russia zarista. A 17 anni, dopo la morte del padre, la deportazione della madre in Siberia a causa della sua attività patriottica e la confisca del patrimonio di famiglia da parte del governo zarista, si recò all’estero per completare gli studi: a Mosca studiò matematica, a Parigi scienze umanistiche. Nel 1848 prese parte all’insurrezione di Poznan. Nuovamente esule a Parigi, sentì la vocazione al sacerdozio: nel 1851 entrò nel seminario di Zytomir e completò la sua formazione sacerdotale all’Accademia ecclesiastica di San Pietroburgo, dove fu ordinato sacerdote. Fu qui che fondò le Suore Francescane della Famiglia di Maria.

Il 6 gennaio 1862 fu eletto arcivescovo di Varsavia. Tra tante sue opere, vanno ricordati un orfanotrofio e una scuola che affidò alle cure delle Francescane della Famiglia di Maria. L’arcivescovo Felinski s’impegnò per stabilire stretti legami fra i vescovi polacchi e la Santa Sede. Dopo lo scoppio dell’insurrezione contro gli occupanti russi (gennaio 1863), prese le difese del popolo polacco. Le autorità russe non tollerarono il suo appoggio all’insurrezione, perciò dovette lasciare Varsavia e fu chiamato a San Pietroburgo. Fu mandato in esilio a Jaroslav (a nord-est di Mosca), dove passò vent’anni dedicandosi interamente ad opere di misericordia. Nel 1883 fu liberato grazie ad un accordo tra lo zar e la Santa Sede, ma non gli fu concesso di tornare a Varsavia e si stabilì nella località Dzwiniaczka, presso Leopoli, occupandosi principalmente della pastorale dei contadini. Morì il 17 settembre 1895 a Cracovia, dove fu sepolto. Nel 1921 la sua salma venne traslata nella cattedrale di Varsavia.

Il 18 agosto 2002 è stato dichiarato beato da Giovanni Paolo II e l’11 ottobre 2009 è stato canonizzato da Benedetto XVI.