Il "guru" di Bibbiano e il master alla facoltà pontificia
Lo psicologo Foti, uno dei principali indagati dell'inchiesta Angeli & demoni, è direttore di un master della Pontificia Facoltà Auxilium. «Dopo l'arresto i corsi non sono ripartiti», spiega la segreteria alla Bussola. Nelle lezioni, attacchi alla famiglia patriarcale e l'educazione alla sessualità secondo il metodo del Centro Hansel & Gretel.
Non ci sono solo alcune amministrazioni comunali ad aver stretto con Claudio Foti rapporti di lavoro. Il professionista arrestato a giugno nell’ambito dell’Inchiesta Angeli e Demoni e oggi sottoposto a obbligo di dimora infatti, uno dei principali accusati nell’operazione giudiziaria che ha sconvolto i servizi sociali di Bibbiano e della Val d’Enza, prima dell’arresto stava svolgendo un corso post laurea anche per la Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione Auxilium di Roma. Per la precisione si tratta di un master di II livello in Gestione e sviluppo delle risorse emotive come già scoperto a luglio dal blog Messa in latino.
La notizia è stata confermata ieri nell’ambito della revoca da parte del nuovo board dei servizi Val d’Enza che ha di fatto scaricato il corso di Foti, che si stava tenendo proprio nei locali di Barco di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia.
I comuni della Val D’Enza infatti hanno cancellato il patrocinio al corso di II livello per educatori e tolto la disponibilità della sede attraverso un’apposita delibera dirigenziale. E proprio a margine di questo si è scoperto che il corso post laurea era realizzato con la facoltà universitaria dei salesiani con sede a Roma.
Il master, che è iniziato nel gennaio scorso fino a novembre, è proposto ai professionisti dell'educaizone ed è composto da nove moduli e - come confermato alla Bussola dalla facoltà stessa - è stato sospeso. «Abbiamo interrotto la collaborazione subito dopo gli arresti di giugno e il corso per il momento è sospeso in attesa che si chiarisca la vicenda giudiziaria», spiega la segretaria dell’Auxilium al telefono.
Saltano così i moduli di settembre, ottobre e novembre che si svolgevano in due sedi: Reggio Emilia, nella sede di Barco di Bibbiano e a Torino. E proprio Torino infatti è il secondo polo attorno cui ruota l’inchiesta della Procura di Reggio Emilia che ha portato agli arresti Foti (al quale a luglio è stato concesso l’obbligo di dimora), la compagna (ai domiciliari con rimodulazione degli orari) e altri professionisti e assistenti sociali del cosiddetto “Sistema Bibbiano”. E’ qui che ha sede il Centro Studi Hansel e Gretel di Foti e della moglie Nadia Bolognini.
Proprio la segreteria dell’Hansel e Gretel è stata deputata a raccogliere le iscrizioni per partecipare al corso dell’Auxilium.
Il corso ora è interrotto, ma fino al momento dell’arresto, cioè giugno scorso, si è svolto regolarmente sia a Barco che a Torino, come confermatoci dalla segreteria dell’Auxilium.
Come scritto nella presentazione il corso «permette di acquisire un'ampia gamma di tecniche per potenziare la capacità di ascolto emotivo di sé e dell'altro, per affrontare i conflitti e i problemi». La figura professionale formata dal master inoltre «risulta capace di favorire lo sviluppo dell'intelligenza emotiva nelle persone, nei gruppi e nelle organizzazioni con cui lavora».
Quello svolto dall’Auxilum in collaborazione con Foti si qualificava come «diploma di Master universitario di Il livello rilasciato dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione «Auxilium» di Roma riconosciuto dalla Santa Sede».
Tra le varie lezioni proposte sulle emozioni, il focus è stato incentrato sull’ascolto dei minori vittime di abuso sessuale, la gestione delle loro emozioni, le tecniche per facilitare la memoria a riportare a galla i ricordi ma anche «il modello empatico, interattivo ed integrativo di educazione all’affettività e alla sessualità nella pratica del Centro Studi Hansel e Gretel», i cui metodi oggi sono al vaglio della Procura a seguito delle intercettazioni ambientali raccolte.
Colpisce inoltre l’ultimo modulo di novembre, che non si svolgerà a causa dello scoppio dell’inchiesta di giugno. E’ incentrato su “Cultura patriarcale e violenza alle donne”. Nel modulo si sarebbe partiti dalla cultura patriarcale per arrivare al contesto giudiziario e parlare della «tentazione adultocentrica della psicologia forense di fronte alle indagini peritali». Temi, quelli legati alle famiglie che fanno riflettere soprattutto tenuto conto che l’inchiesta ha fatto emergere l’attacco deologico alla famiglia naturale nelle metodologie portate avanti.