Il governo Meloni è uno dei più longevi. Ecco come sopravvivere ancora
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il governo Meloni riuscirà ad arrivare fino alla fine della legislatura? Per ora è esattamente a metà strada e si aggiudica il quinto posto fra i governi più longevi. Favorito da un'opposizione divisa, le sfide interne sono però le più difficili.

I più maliziosi sostengono che il principale alleato di Giorgia Meloni in questi due anni e mezzo di governo è stata la guerra in Ucraina. L’Italia si è rivelata l’alleato più affidabile degli Usa nel sostegno a Zelenski e questo aspetto non ha fatto altro che congelare gli equilibri internazionali e anche quelli nazionali, consentendo all’inquilina di Palazzo Chigi di dormire sonni tranquilli. Ora, però, che è arrivato Trump, più vicino a lei sul piano ideologico e decisamente meno bellicista di Biden, paradossalmente la situazione è più ingarbugliata, vista l’incertezza della linea politica italiana tra la fedeltà al Patto Atlantico e quella all’Europa di Ursula Von der Leyen.
Intanto, però, i numeri sono dalla parte della Meloni. Con 127 settimane di attività, il suo governo entra ufficialmente nella storia della Repubblica Italiana, diventando il quinto più longevo di sempre. Un traguardo che la premier ha celebrato con un video diffuso sui social, sottolineando la stabilità della maggioranza e il consenso ancora forte tra gli elettori. Un risultato notevole, considerando che l'Italia ha avuto ben 68 governi in 79 anni di storia repubblicana.
Ma questa longevità è solo un punto di partenza. La sfida ora è superare il record di Silvio Berlusconi, il cui governo (2001-2006) coprì l’intera legislatura ma solo al prezzo di un robusto rimpasto. Meloni potrà riuscirci?
A favorire il governo c'è una solida maggioranza in Parlamento e un'opposizione frammentata. Il centrodestra può contare su numeri rassicuranti, mentre i partiti avversari si muovono in ordine sparso. Un segnale di questa frammentazione è arrivato direttamente da Carlo Calenda, leader di Azione, che ha invitato Giorgia Meloni e Antonio Tajani al congresso del suo partito, in calendario oggi. Un gesto politico significativo che lo distingue dal suo storico rivale Matteo Renzi, sempre più orientato verso un’alleanza organica con le altre forze del centrosinistra.
Tuttavia, l’unità della maggioranza non è scontata. Le tensioni tra Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani sono evidenti, con il leader leghista che cerca di ritagliarsi un ruolo più incisivo su temi come l’autonomia differenziata e l’immigrazione. Senza contare i casi giudiziari che coinvolgono figure di spicco del governo, come Daniela Santanchè, Andrea Delmastro e Carlo Nordio, potenziali elementi di destabilizzazione.
Meloni ha colto l’occasione di questo traguardo per rilanciare la riforma del premierato, sostenendo che l'Italia ha pagato a caro prezzo la sua instabilità politica. L’idea alla base della riforma è chiara: dare ai cittadini il potere di scegliere direttamente il capo del governo e garantire a quest’ultimo il tempo necessario per attuare il proprio programma.
Il progetto, però, è tutt’altro che semplice. Il premierato deve affrontare l’iter parlamentare e superare resistenze sia interne che esterne alla maggioranza. Inoltre, anche se i sondaggi danno Fratelli d’Italia sopra il 30% e il centrodestra al 49%, il consenso non è eterno. Le sfide economiche potrebbero eroderlo.
Tra i principali rischi per la tenuta del governo ci sono fattori economici e internazionali. L’inflazione e la contrazione della produzione industriale sono campanelli d’allarme, così come il caro-bollette, che potrebbe tornare a pesare sulle famiglie e sulle imprese.
A livello globale, le tensioni commerciali con gli Stati Uniti sono un’altra variabile da tenere sotto controllo. I dazi imposti da Washington su settori chiave dell’economia italiana potrebbero avere conseguenze rilevanti, mettendo sotto pressione alcune filiere produttive.
Infine, l’immigrazione resta una questione centrale. Il governo ha puntato molto sulla gestione dei flussi migratori, ma il fenomeno è imprevedibile e potrebbe riservare sorprese nei prossimi mesi.
Il governo Meloni ha raggiunto un record storico, ma la vera sfida è mantenere la stabilità fino al 2027. A differenza di Berlusconi nel 2001, Meloni può contare su una maggioranza più compatta e su un’opposizione divisa, ma dovrà navigare tra tensioni interne, questioni giudiziarie e un quadro economico internazionale in evoluzione.
Il premierato potrebbe essere la chiave per rafforzare la stabilità istituzionale, ma per ora il governo deve concentrarsi sulle emergenze quotidiane. Il traguardo dei cinque governi più longevi è un successo, ma il cammino verso il 2027 è ancora lungo e pieno di incognite.