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LIBERTA'

Il disagio gay non si risolve coi processi agli psicologi

Processo dell'Ordine allo psicologo che parla di mamma e papà. A favore di Ricci interviene anche Claudio Risè, che alla Nuova BQ dice: "Il disagio degli omosessuali non può essere affrontato a colpi di procedimenti disciplinari. Tutto questo avvelena il dibattito che deve essere rispettoso di tutti".

Educazione 13_05_2017
Claudio Risè

Sul caso dello psicologo Giancarlo Ricci, finito sotto accusa dell'ordine per aver detto che madre e padre sono due condizioni indispensabili per la crescita di un bambino, e dopo l'articolo della Nuova BQ sull'ordine edegli psicologi, interviene nel dibattitto Claudio Risè, psicoterapeuta di fama. 

Purtroppo c'è un procedimento disciplinare in corso, e per rispetto al collega e amico Gianfranco Ricci e ai responsabili dell'Ordine che lo conducono, non intendo sovrapporre valutazioni  personali.

Colpisce però che alcuni psicologi abbiano preferito affrontare un tema importante e delicato come i disagi  legati agli orientamenti sessuali, a colpi di denunce e procedimenti disciplinari, anzichè svilupparlo attraverso ampie, attente, informate e plurali occasioni di incontro, formazione, dibattito. Dal punto di vista psicologico (che non è certo quello politico, o giudiziario),  su questioni così importanti e attuali il confronto, l'ascolto della posizione dell'altro, il lasciar lavorare dentro di sé  le esperienze diverse, l'apertura agli altri  sono indispensabili alla crescita personale, professionale, e scientifica.  

La strada (pur prevista statutariamente) dei procedimenti disciplinari e delle polemiche da essi suscitate, rischia, su temi di grande complessità e la cui osservazione è in continuo mutamento, di avvelenare e impedire proprio questo sviluppo ampio e tollerante. Che è poi l'unico in grado di garantire i professionisti e soprattutto le persone che hanno bisogno della loro assistenza e aiuto.  

Per quanto riguarda i gender studies, che sono ben più ampi a veriegati di quelli citati nelle recenti e miopi polemiche, li ho sempre e pubblicamente  frequentati e utilizzati, nei dibattiti e incontri nazionali e internazionali. I miei lavori più noti diffusi e tradotti nel mondo, sui maschi  e donne selvatiche, sui padri, sulle loro diverse affettività, sono appunto gender studies, dedicati alle diverse posizioni all'interno dei generi maschili e femminili, il cui accoglimento e riconoscimento è decisivo per il benessere di tutti.

L'attenzione ai generi e alle loro differenze è d'altronde,  come è noto, uno degli strumenti specifici della psicologia e medicina e antropologia contemporanea, contrariamente alle posizioni di chi i generi li vorrebbe "disfare", in nome di una generale e inesistente eguaglianza.