Il diktat antifumo di Sala nuoce alla salute della società
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Fumatori milanesi distanziati dagli altri, anche all'aperto, di almeno dieci metri. Una misura che all'atto pratico non migliorerà la qualità dell'aria ma di sicuro peggiorerà il clima sociale. Per il bene del popolo, come da tradizione giacobina.
A Milano il comitato di salute pubblica – giacobini con le calze arcobaleno – ne ha escogitata un’altra per il bene obbligatorio del popolo: vietato fumare all’aperto entro i 10 metri dal non fumatore più vicino. Geniale.
Scenario futuro: io, ligio al diktat, mi siedo al tavolino fuori dal bar, non c’è nessun altro, così dopo il caffè mi accendo il mezzo toscano. Bene, ma subito arriva un altro avventore e si siede al tavolino accanto, a 1-2m. Secondo il sindaco, dovrei alzarmi e andarmene io o restare caparbio accampando il fatto che c’ero da prima? Oppure, altro scenario: se il fumatore fosse un nordafricano o un nigeriano? O una rom incinta? E se, pur bianco, stesse fumando cannabis terapeutica?
Risultato complessivo: come far diminuire la clientela dei bar e della ristorazione con dehor. Come far fallire i tabaccai o costringerli a riconvertirsi in “erba”. Come moltiplicare la litigiosità dei cittadini, già aumentata dalle piste ciclabili e dalle due ruote senza regole: infatti, sapendosi coccolati dalla moda eco, i pedalatori o monopattinisti si credono i salvatori del pianeta e perciò intoccabili. Fino a quando qualche camion in manovra non se li porta via. Infatti, il numero dei ciclisti morti è aumentato anche quello. Le piste contornate da cordoli in cemento sono ormai l’incubo dei mezzi di soccorso. Una volante della polizia a sirena spiegata è stata costretta a infilarsi in una pista ciclabile, e meno male che non ha sbattuto in terra qualche maghrebino in fuga, sennò i carabinieri finivano indagati. Così che sempre più siano indotti a voltarsi dall’altra parte quando a delinquere è qualche appartenente alle categorie protette.
Ora i vigili dovranno intervenire anche per dirimere liti da avventori di bar all’aperto, come descritto all’inizio di questo articolo. Infatti, se moltiplichi i motivi di contenzioso, non fai che moltiplicare gli interventi delle forze dell’ordine, distogliendole da compiti più importanti. O costringendole a fregarsene della telefonata del cittadino, come è accaduto a me quando ho trovato la mia auto impedita dall’uscire dal parcheggio da una vettura in seconda fila e ho dovuto tornarmene a piedi lasciandola lì a macinare euri orari. Inutilmente le cifre mostrano che, senza auto e senza fumo di tabacco (non di canna, che è ricreativa), la qualità dell’aria è sempre la stessa. No, il giacobino (o il comunista, e scusate se li chiamo col loro vero nome) insiste al grido di “tanto peggio per i fatti”. E declamando al popolo con espressione tetragona il trilussiano: “Io so’ io e voi nun zete un c…”.
Corollario: io giacobino ho vinto le elezioni grazie all’astensione dei più, così che di fatto rappresento quattro gatti di radical-chic (cioè, comunisti col rolex, e scusate se li chiamo col loro vero nome)? È la democrazia, bellezza: l’abbiamo inventata noi e ci sguazziamo come pesci nell’acqua. La cui forza è tutta nella propaganda (un grazie speciale a Gramsci), tanto che ben due ministri, Interni e Istruzione, pur in un governo di destra, temono tanto di farsi dare dei “fascisti” da non fare assolutamente nulla di ciò per cui il popolo li ha votati.