Il difficile Natale di tanti cristiani indiani
Durante le festività natalizie si sono verificati numerosi episodi gravi di violenza e intolleranza istigati dai nazionalisti indù
Gli indiani sono 1,4 miliardi, l’80% sono induisti. I cristiani sono 71 milioni, pari al 5%. In genere i rapporti tra indù e cristiani sono buoni. Tuttavia i nazionalisti indù che, dal 2014 con l’avallo del governo nazionalista, si battono affinché l’India non sia contaminata da religioni e culture diverse, istigano la popolazione contro le minoranze, suscitano con campagne di avversione diffidenza e ostilità nei loro confronti. Il risultato è un preoccupante aumento degli episodi di violenza, di intolleranza di cui i cristiani sono vittime. Nel periodo di Natale ne sono stati denunciati almeno 14. L’agenzia di stampa AsiaNews ne ha riportati alcuni. Nello stato dell’Haryana, nel distretto di Rohtak, il giorno di Natale delle organizzazioni induiste hanno disturbato i raduni dei cristiani. Ad Ambala, con il solito pretesto che si stessero svolgendo delle conversioni forzate, hanno interrotto una celebrazione gridando “Jai Shri Ram” (Gloria al dio Rama in lingua indi) e hanno picchiato delle donne e dei bambini. Nello Stato di Meghalaya, nel distretto di East Khasi Hills, un nazionalista indù, noto influences, il giorno di Santo Stefano è entrato nella chiesa del villaggio di Mawlynnong, ha raggiunto l’altare e ha gridato “Jai Shri Ram” pubblicando poi il video sui social. Nel Kerala tre membri dell’organizzazione induista di estrema destra, Vishwa Hindu Parishad, hanno interrotto le celebrazioni natalizie in una scuola pubblica di Palakkad e hanno minacciato gli insegnanti. Il 26 dicembre, nel distretto di Balasore, in Orissa, i membri della New Life Church sono stati aggrediti mentre festeggiavano il Natale con la famiglia del pastore pentecostale. Una folla di estremisti locali ha attaccato il raduno e li ha maltrattati verbalmente e fisicamente mentre la folla gridava accuse di conversione forzata.
Preoccupati per quanto accaduto, il 31 dicembre 400 leader cristiani e 30 gruppi ecclesiali hanno rivolto un appello al presidente Droupadi Murmu e al primo ministro Narendra Modi affinché intraprendano iniziative concrete. L'appello denuncia l’abuso delle leggi anti-conversione, le crescenti minacce alle libertà religiose, l’intensificarsi dei discorsi di odio e le politiche di esclusione che negano ai cristiani dalit (fuori casta) lo status di minoranza svantaggiata. Dati provvisori indicano nel corso del 2024 più di 720 episodi di violenza contro i cristiani segnalati all'Evangelical Fellowship of India e 760 casi registrati dallo United Christian Forum.