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NUOVI SANTI

Il carisma di don Guanella: non c'è carità senza fede

E' stato canonizzato in San Pietro il sacerdote discepolo di san Giovanni Bosco e iniziatore di una opera presente il tutto il mondo.

Attualità 21_10_2011
don luigi guanella

Sono numerose le iniziative programmate in occasione  della canonizzazione di Luigi Guanella, il sacerdote nato nel 1842 a Fraciscio di Campodolcino, località di montagna in provincia di Sondrio. L'appuntamento è a Roma domenica 23 ottobre, nello stesso giorno durante il quale la Chiesa proclama altri due Santi: Guido Maria Conforti, fondatore dei missionari Saveriani e madre Bonifacia Rodríguez de Castro, spagnola, fondatrice della Congregazione delle Serve di San Giuseppe.


L'evento straordinario che ha portato alla canonizzazione di Don Guanella riguarda la guarigione di un bambino avvenuta a Springfield, sobborgo di Philadelphia. Qui si trova un centro di riabilitazione dell’Opera don Guanella che ha ospitato il piccolo William Glisson, con un gravissimo trauma cranico subito mentre pattinava, che non lascia molte speranze. Una dottoressa, siamo nel 2002, consegna alla mamma di William due reliquie del Beato Guanella. La madre ne porta una sempre con sè e l'altra la applica al polso del figlio che  guarisce: questo è il miracolo che ha portato alla sua definitiva canonizzazione, dopo i pareri favorevoli della Commissione medica, della Consulta dei teologi  e della Congregazione ordinaria dei cardinali.


Le iniziative ufficiali in onore di Don Guanella avranno inizio il giorno precedente alla data della sua canonizzazione, sabato 22 dalle 16.30 alle 18.30, presso la Basilica di San Paolo Fuori Le Mura dove avverrà la presentazione del nuovo santo ed una veglia di preghiera. La celebrazione di domenica sarà presieduta da Sua Santità Benedetto XVI a partire dalle 10 in piazza San Pietro. Nel pomeriggio è previsto un momento di festa per Don Guanella a Piazza Farnese per condividere la gioia con la città. Lunedì 24, festa liturgica di San Luigi Guanella, si terrà presso la Basilica di San Pietro alle ore 10 la Solenne Concelebrazione Eucaristica di Ringraziamento presieduta dal Cardinal Tarcisio Bertone, con il rinnovo delle promesse delle Figlie di S. Maria della Provvidenza, dei Servi della Carità e dei Cooperatori guanelliani. Nei giorni successivi il programma proseguirà con il pellegrinaggio a Como e ai luoghi natali del santo.


Il carisma guanelliano ha suscitato molte opere e una vasta rete di discepoli in tutto il mondo. I confratelli guanelliani sono ad oggi 539, distribuiti in Italia (200 circa), India (80), Nigeria (60 circa), Brasile (40), Argentina (30), Congo (16) e poi Cile, Filippine, Messico, USA, Spagna, Svizzera, Colombia, Paraguay, Ghana, Polonia, Israele, Guatemala.


Ma che cosa ha rappresentato Don Guanella per le persone che sono state colpite dalla sua personalità e dal suo carisma? Luigi Guanella nasce a Fraciscio di Campodolcino nel 1842, nono di tredici figli, un'infanzia povera.

Luigi lavora dall’alba al tramonto sui pascoli  per aiutare i genitori e scende dalla montagna carico di fieno. Un giorno suo padre gli dà la notizia di un posto gratuito nel collegio Gallio di Como. Nel 1854 Luigi inizia gli studi a Como e nel 1862 entra nel seminario di S.Abbondio a Como per gli studi teologici. Un viaggio a Torino gli permette di conoscere personalmente Don Giovanni Bosco, figura dalla quale è  affascinato e alla quale rimane sempre legato come un figlio. Con lui parteciperà più tardi a varie iniziative salesiane.

Viene ordinato sacerdote nel 1866, celebra la prima messa il 31 maggio 1866 a Prosto di Piuro, in Val Chiavenna, dove rimane in aiuto al parroco mentre l'anno dopo prosegue il suo ministero nella vicina Savogno. Sono anni di miseria, analfabetismo e di ostilità nei confronti della chiesa. Don Guanella non si perde d'animo e, anzi, si fa promtore di varie iniziative cercando di andare incontro al bisogno concreto delle persone.

Fra il 1875 e il 1878 è a Torino con don Bosco, poi torna in Diocesi a Traona dove acquista l’ex convento di San Francesco e qui apre una scuola rurale gratuita aperta a tutti. Ma l'attivismo di Don Guanella non piace all'autorità civile: la scuola viene chiusa per opposizioni politiche e il sacerdote viene trasferito a Olmo. Nel novembre 1891 è trasferito a Pianello del Lario (Como) e qui si prende cura dell’ospizio avviato dal suo predecessore insieme a un gruppo di donne consacrate.

È l’inizio dell’Opera Guanelliana, con un’attività che non conoscerà soste fino alla sua morte a Como il 24 ottobre 1915.


Lo spirito guanelliano è ancora ben vivo nella Chiesa. Ecco la testimonianza di Don Bruno Capparoni, parroco nella parrocchia di San Giovanni Battista a Campodolcino: «All'interno della nostra comunità ci stiamo preparando per il pellegrinaggio a Roma, del 23 ottobre, quando Don Guanella sarà proclamato santo. Il 23 novembre avremo poi una solenne celebrazione nella nostra chiesa e sarà la prima grande messa dopo la sua canonizzazione.

Il tempo che ci caratterizza – prosegue Don Bruno -  è profondamente diverso da quello a cui apparteneva Don Guanella. Allora c'era lo Stato liberale che aveva scarso interesse nei confronti delle esigenze delle persone. L'opera di Don Guanella s'inseriva in questo contesto sociale e colmava una mancanza. Oggi, invece, siamo in una concezione di Stato opposta, caratterizzata dal sistema del welfare e dove sembra che lo Stato sia nelle condizioni di provvedere a tutte le necessità sociali del singolo e delle persone. Tuttavia non è così, perché non è sufficiente questa azione se manca la carità, l'amore nei confronti dei fratelli. È per questo motivo che la testimonianza di Don Guanella è ancora attualissima».


Che cosa ci insegna ancora oggi questo nuovo santo? «Il contesto sociale ed anche ecclesiale è profondamente cambiato rispetto ai suoi tempi. Ma Don Guanella testimonia oggi a tutti noi nel presente quella chiarezza di fede e quella capacità di giudizio sulla realtà che ha origine dal seguire Gesù. Questo sacerdote – aggiunge Don Bruno Capparoni - viveva profondamente le virtù teologali: la carità, ad esempio, mai disgiunta dalla fede.

E lo faceva anche con una bella dose di fantasia e di creatività. Pensiamo ad un fatto concreto. Per evitare che le donne emigrassero ed andassero a lavorare a Milano, aveva inventato in paese un'attività di produzione di merletti. Mentre con le trecce di paglia le donne costruivano dei bellissimi cappelli. Per le donne e le ragazze  delle nostre parti, infatti, lasciare la propria città e trasferirsi a Milano, ai tempi di Don Guanella, era un'impresa pericolosa. Ecco, Don Guanella era una persona concretissima. Da Don Bosco imparò tantissimo, quando morì disse che aveva addirittura sofferto di più per la sua scomparsa, rispetto a quella del padre».