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EDITORIALE

Il cardinale e il "tassinaro"

Assemblea di Caritas Internazionalis, il cardinale Maradiaga porta come prova del riscaldamento globale l'impressione di un tassista. E aggiunge altri esempi totalmente fuori centro. È il segno di un approccio ideologico a questioni pur serie, che spingono la Chiesa su posizioni che finiranno per ritorcersi contro quei poveri che a parole si dice di amare.

Editoriali 13_05_2015
Il cardinale Maradiaga

«Buongiorno, in piazza san Pietro per favore». «Subito, eminé…», risponde il tassista al cardinale appena salito in macchina. Passano pochi secondi e il tassista comincia a chiacchierare: «’Mmazza che caldo oggi, eh?». «Caldo davvero», risponde con cortesia ma distrattamente il cardinale, che sta ripassando mentalmente i punti più importanti da affermare nella conferenza stampa che dovrà presiedere da lì a un’ora. «Guardi qua – insiste il tassista indicando il cruscotto dell’auto – sò 29 gradi. A maggio non s’è mai visto». «Eh già», dice il cardinale che però a sentire quelle parole ha un sussulto: il viso gli si apre in un sorriso come se gli si fosse improvvisamente spalancata una finestra sulla verità. Ed è così infatti, perché di lì a poco annuncerà alla stampa le parole del “tassinaro” come la prova provata del riscaldamento globale.

Una trovata da film comico di serie B, direte voi. Magari. E invece no, è proprio successo ieri alla Conferenza stampa di presentazione dell’assemblea di Caritas Internationalis, e protagonista è stato il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga che – volendo mettere in ridicolo gli scienziati che contestano la teoria del riscaldamento globale – ha infilato una perla dietro l’altra, tra cui, appunto, la prova del “tassinaro”.

Non varrebbe neanche la pena parlarne – stendendo un velo pietoso sulle affermazioni di Maradiaga – se non fosse che le affermazioni formulate dal presidente uscente della Caritas Internazionale nonché coordinatore del gruppo di cardinali nominato per aiutare il Papa nella riforma della Curia, sono esemplari: non solo sono l’emblema di una certa arroganza mista a ignoranza che sembra aver colto alcuni personaggi che si fanno scudo dell’amicizia con papa Francesco per dare credito alle proprie idee (vedi anche l’intervista del vescovo Victor Manuel Fernandez al Corriere della Sera); ma portano a conseguenze che contraddicono nei fatti quell’amore per i poveri di cui si riempiono la bocca.

Ma andiamo con ordine, e riportiamo le battute del cardinale Maradiaga così come impietosamente riportate da Vatican Insider: «Il cardinale Rodriguez Maradiaga ha anche menzionato, nel corso del suo intervento, un recente viaggio che ha compiuto negli Stati Uniti: «Ho sentito già critiche all’enciclica del Papa che non è stata ancora pubblicata. C’è un’ideologia sull’ambiente legata alla visione capitalista che non vuole rinunciare a inquinare per non rinunciare ai guadagni: sono critiche che non hanno senso! Ma come possono criticare un testo che non conoscono? Credo che l’approccio – ha proseguito il Porporato honduregno – sarà principalmente etico. C’è tanta discussione, se il riscaldamento della terra è scientifico o non è scientifico, ma basta parlare con il tassista che mi ha accompagnato qui, la temperatura adesso a Roma non è quella della primavera, o basta pensare al fatto che nelle Filippine quest’anno ci sono stati 21 tifoni, in California stanno razionando l’acqua, per capire che l’argomento va preso sul serio».

Dunque il cardinale Maradiaga è stato negli Usa ed è rimasto scandalizzato dalle critiche all’enciclica non ancora pubblicata. In effetti è vero che c’è il forte rischio che nessuno legga veramente questa enciclica quando uscirà (lo abbiamo già scritto), ma se accadrà è perché da mesi Maradiaga e soci continuano ad anticiparne i contenuti (presunti) lasciando intendere che sarà una sorta di manifesto del WWF. Siamo certi che l’enciclica sarà ben diversa, ma purtroppo è già stata ampiamente commentata in senso “ecologista”, tanto che lo scorso 29 aprile l’ex vice-presidente statunitense Al Gore – oggi segretario del Climate Reality Project - in una conferenza all’Università della California ha detto che potrebbe «diventare cattolico a causa di questo Papa», proprio per le sue posizioni ecologiste (clicca qui). Strano che al cardinale Maradiaga, mentre era negli Usa, siano sfuggite queste affermazioni e la miriade di articoli scritti in cui si dà per scontato che il Papa condannerà l’uso dei combustibili fossili.

Il cardinale parla poi di capitalisti che non vogliono rinunciare a inquinare per pura avidità di denaro, solito schema populista che pretende di spiegare tutto. Qualcuno però dovrebbe spiegare a Maradiaga che la teoria del riscaldamento globale imputa la responsabilità del “caldo” alle emissioni di anidride carbonica, che non è affatto un inquinante, anzi è il mattone fondamentale della vita. Tanto è vero che nei paesi industrializzati l’inquinamento diminuisce mentre le concentrazioni di anidride carbonica aumentano. Piuttosto proprio questo dato dovrebbe far venire in mente che è proprio grazie alla logica del mercato e alla ricchezza prodotta che si è potuto abbassare i livelli di inquinamento. Non che non si debba fare di più e meglio, ma a livello globale il vero problema dell’inquinamento è nei paesi poveri e nei paesi emergenti.

Quanto alla temperatura di Roma rivelata dal “tassinaro”, a parte il fatto che nel maggio 2007 il termometro ha raggiunto i 34 gradi e nello stesso mese del 1997 ha superato i 33 (clicca qui), sarebbe ora di capire una questione fondamentale: nessuno mette in discussione che negli ultimi 130 anni s’è registrato un aumento di temperatura, sebbene non lineare (tra il 1945 e il 1975 c’è stato un raffreddamento e negli ultimi 18 anni non c’è stato l’incremento previsto); ciò che è invece contestata è la pretesa che si tratti di un aumento senza precedenti e tutto a causa delle attività umane. 

Per ciò che riguarda i tifoni nelle Filippine bisognerebbe ricordare che è il paese al mondo più soggetto a questo genere di eventi atmosferici. Ogni anno in media ci sono una ventina di tifoni, ci dicono le statistiche, cifra che somma i tifoni propriamente detti (cicloni tropicali, 8-9 l’anno con un record nel 1993 di 19) ai temporali tropicali. Per il 2014 poi risulta che ci sono stati meno tifoni e meno danni rispetto all'anno precedente (clicca qui).

E ancora, la siccità in California: nessuno la nega, ma evidentemente il cardinale Maradiaga non sa che forti periodi di siccità si succedono ciclicamente negli Stati Uniti, e che il peggiore periodo è stato tra il 1930 e il 1940, quando la terribile crisi agricola che ne fu conseguenza ebbe un peso importante nella Grande Depressione.

Qualcuno potrebbe dire che non vale la pena stare a puntualizzare tutte queste cose sul discorso di un cardinale, e lo capisco. Ma il problema è che tutte queste sciocchezze da chiacchiere al bar spacciate per verità scientifiche, producono poi delle indicazioni di carattere etico e politico dalle conseguenze gravissime. Maradiaga e soci fanno a gara ormai per mostrare che la Chiesa appoggia senza riserve le politiche sul clima proposte in sede Onu e oggetto di un lungo e inconcludente contenzioso che va avanti ormai da 18 anni. Senza entrare in troppi dettagli lo schema delle politiche che si vorrebbe approvare è il seguente: il riscaldamento globale colpisce e danneggia i paesi poveri, il riscaldamento globale è causato dai paesi ricchi, ergo i paesi ricchi paghino il risarcimento ai paesi poveri.

Oltre al fatto che i primi due punti sono errati, il rimedio è anche peggiore del male. Perché il semplice trasferimento di finanziamenti e aiuti ai Paesi poveri – che peraltro già avviene sotto diverse forme - si risolverebbe in gran parte nel finanziamento a governi corrotti che sono la prima causa delle condizioni di miseria in cui tanti popoli vivono. Ovvero andrebbe ad aggravare il problema della povertà, favorendo tra l’altro coloro che promuovono il controllo delle nascite (clicca qui e qui). E, guarda caso, tra i relatori all’assemblea della Caritas Internazionale troviamo ancora una volta Jeffrey Sachs, economista, consulente del segretario generale Ban Ki-moon per la lotta alla povertà, grande sostenitore delle teorie neo-malthusiane per cui i poveri non si devono far nascere. Almeno questo, il cardinale Maradiaga lo sa?