Il cardinale Zen arrestato a Hong Kong
In quanto amministratore del fondo 612 a favore dei partecipanti alle manifestazioni di protesta del 2019, è indagato per sospetta collusione con “forze straniere”
Il cardinale Joseph Zen Ze-kiun è stato arrestato dalla polizia di sicurezza nazionale di Hong Kong l’11 maggio nell’ambito di una indagine sul 612 Humanitarian Relief Fund, un fondo istituito per dare assistenza finanziaria a chi partecipava alle proteste per la democrazia nel 2019. Il cardinale Zen, 90 anni, vescovo emerito di Hong Kong, era uno dei cinque amministratori del fondo. Con lui sono stati fermati dalla polizia due altri amministratori: la cantante Denise Ho Wan-sze, e l’ex parlamentare dell’opposizione Margaret Ng Ngoi-yee. Il giorno prima si era proceduto all’arresto di un quarto amministratore, il professor Hui Po Keung, fermato all’aeroporto internazionale mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto in Germania. Per tutti l’accusa è di sospetta collusione con “forze straniere”. Nel darne notizia, l’agenzia di stampa AsiaNews spiega che il cardinale Zen da tempo è nel mirino del governo cinese, mal visto “per le sue critiche al controllo esercitato dal Partito comunista cinese sulle comunità religiose. A gennaio la stampa pro-establishment ha pubblicato quattro articoli in cui lo si accusava di aver incitato gli studenti a rivoltarsi nel 2019 contro una serie di misure governative”. Il cardinale Zen ha ripetutamente condannato la rimozione delle croci e degli altri simboli religiosi dalle facciate delle chiese e gli altri provvedimenti adottati nei confronti delle comunità cristiane in funzione del programma di sinicizzazione avviato da Pechino nel maggio del 2015. “Aperto difensore dei diritti civili a Hong Kong e nella Cina continentale, il cardinale Zen – ricorda ancora AsiaNews – ha spesso assistito alle udienze che vedono imputati politici e attivisti filo-democratici, finiti alla sbarra con l'accusa di aver violato il provvedimento sulla sicurezza nazionale”.