“Il Canone, che piacevole scoperta”
Le segnalazioni dei lettori al dibattito #salviamoilcanone per ripristinare con regolarità la Preghiera eucaristica I nella Messa
Dopo il lancio del dibattito del professor Lugaresi sulla riscoperta del Canone romano (#riscopriamoilCanone) abbiamo ricevuto diverse mail. Eccone alcune dalle quali traspare la fede genuina di un popolo che non si arrende alla sciatteria liturgica. a.z.
Buongiorno. Sono una assidua lettrice e vorrei segnalare che nella mia parrocchia di Santa Francesca romana all ardeatino a Roma, un sacerdote, don Mauro, recita sempre il primo canone da quando è arrivato da noi. Le prime volte qualcuno diceva che era lungo, ma adesso mi sembra che sia apprezzato. Io l'ho trovato bellissimo sin dall'inizio perché lo conoscevo già da prima. Grazie per la missione che state svolgendo. Dio ve ne renda merito.
M. Rosaria Di Carmine
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Buongiorno.
Ho appena letto l'articolo #salviamoilCanone, per uno shock liturgico e volevo dirvi che il mio parroco, a Capraia Fiorentina (FI) lo scorso anno per un po' di tempo anche se non in tutte le Messe ha usato la prima preghiera eucaristica. Colpita da questa preghiera a un certo punto gli chiesi di che si trattava, e così scoprii che di preghiere eucaristiche ne esistono diverse. È vero che non vado sempre a Messa nella mia parrocchia, visto che quando posso vado alla Messa V.O., ma direi che è da tanto tempo che non la sento più, e mi dispiace.
Grazie per il vostro lavoro.
C.Z.
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Gentile Redazione, sono un sacerdote di 57 anni con 29 anni di ordinazione, diocesano di Treviso. Grazie alla sollecitazione di alcuni giovani laici da alcuni anni ho iniziato abitualmente a celebrare la Santa Messa del mattino domenicale con il canone romano. Stupenda riscoperta. Poi siamo passati alla lingua in latino sempre con il Messale di Paolo VI celebrando ad oriente. Frutti copiosi assicurati spiritualmente e liturgicamente parlando. Da poche persone presenti all'inizio ora ci sono normalmente dalle 60 alle 80 persone. Clima sacro raccolto partecipato. Vi ricordo che presiedo la Santa Messa del sabato e della domenica sera normalmente con il secondo canone in italiano e verso il popolo: sempre più mi rendo conto che risulta un'altra percezione. Come sacerdote sto vivendo una riscoperta liturgica impressionante. Confermo la validità del suggerimento proposto da Lugaresi il 17 marzo.
Don E.M.P.
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Convinto che la proposta del Prof Lugaresi sia molto utile al recupero della sacralità della S. Messa, segnalo che molto spesso ho sentito il Canone romano recitato nella parrocchia S. Matteo di Laigueglia (SV). Tra l'altro, come una volta, a sottolineare il momento culminante, le parole della consacrazione vengono scandite lentamente e con tono più basso, inchinati sul pane e poi sul vino, a maggior concentrazione. Plauso ovviamente a Don Danilo, il dinamico parroco da sempre sostenitore della necessità di preservare il senso del sacro nella liturgia. Cordiali saluti e grazie per la vostra coraggiosa presenza.
Gianfranco Tovaglieri
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Buongiorno. In merito a quanto in oggetto, purtroppo, devo amaramente confermare la "deriva" segnalata dal prof Lugaresi. Per vari motivi, assisto alla Messa in diverse parrocchie e località del Nord-Est e ovunque dico ovunque si ripete tale fenomeno. Inoltre ne segnalo un altro, preoccupante: all'atto penitenziale nella maggior parte dei casi si recita solo il Kyrie e non il Confiteor ovvero, nelle pochissime volte che viene proposto quest'ultimo, si omette l'altro. Che desolazione!
Colgo comunque l'occasione per rendere noto che a Padova, parrocchia S.Canziano in pieno Centro Storico, alle ore 11 domenica e Festività si celebra la S.Messa Vetus Ordo: che meraviglia! Un grazie sentito agli organizzatori e a S.E. il Vescovo Cipolla che, contrariamente al sua fratello di Cremona, non ha ostacolato la degnissima ( e dovuta) iniziativa.
Con ossequio e ammirazione per la vostra meritoria opera
Carlo Alberto Sorgato