Il campo profughi di Melut chiude. I profughi hanno deciso di tornare a casa
La guerra non è finita nel Sudan del Sud. I profughi, sfollati in prevalenza, sono oltre due milioni. Ma dove si ristabiliscono condizioni di sicurezza la gente chiede di lasciare i campi protetti e tornare a casa
Il campo profughi di Melut, nella regione dell’Alto Nilo, Sudan del Sud, sta per chiudere. Era stato aperto vicino a una base dell’Onu nell’autunno del 2013, allo scoppio della guerra civile, per proteggere una parte degli oltre due milioni di profughi in fuga dalle violenze innescate dallo scontro politico tra le due principali etnie del paese, i Nuer e i Dinka. Dopo quattro anni, nonostante il perdurare degli scontri, gli ospiti del campo hanno deciso di tornare a casa. Ritengono che i loro villaggi adesso siano abbastanza sicuri. David Shearer, capo della missione di peacekeeping Unmiss operativa dal 2011, l’anno dell’indipendenza del Sudan del Sud, con il compito di proteggere i civili, monitare il rispetto dei diritti umani e l’attuazione dell’accordo che avrebbe dovuto mettere fine alle ostilità, nel dare la buona notizia “è una grande soddisfazione – ha detto – sapere che delle persone si sentono finalmente sicure abbastanza da tornare a casa. Si combatte ancora e ancora molti sudsudanesi temeno per la loro vita. Ma in regioni come il Melut siamo in grado di aiutare la gente a tornare alle proprie comunità”.