Il bue, l'asino e i nuovi esegeti
L'inserto di Avvenire per i bambini (Popotus) caccia gli animali dal presepio prendendo a pretesto l'ultimo libro del Papa. Che però dice tutta un'altra cosa. Il messaggio in filigrana è un invito allo scetticismo: ve la raccontano così, ma chissà cosa c'è di vero...
“Com’è il presepe del Papa? Quest’anno possiamo rispondere con più sicurezza, perché Benedetto XVI ha appena scritto un libro su L’infanzia di Gesù nel quale descrive come dev’essere stata quella famosa notte a Betlemme. Dunque, anzitutto non c’erano il bue e l’asinello (…)”. Così comincia, sulla prima pagina del numero uscito ieri di Popotus, il periodico supplemento di Avvenire dedicato ai bambini, un maldestro articolo dal titolo “Evviva il presepe! (Quello giusto)”. Il concetto viene ulteriormente ribadito da un disegno caricaturale a piè di pagina raffigurante il bue e l’asino che si allontanano dalla capanna della Natività salutati dalla Sacra Famiglia e da un pastore. E nell’articolo, dopo aver messo in questione anche il rango regale dei Magi e la coda della stella cometa, si conclude che occorre cominciare di conseguenza a “correggere” il presepio. Dunque via il bue, via l’asino, eccetera, eccetera.
Ebbene, nel suo L’infanzia di Gesù, pur al termine di approfondimenti come sempre tanto illuminanti quanto acuti, Benedetto XVI dice esattamente il contrario: “Nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all’asino”, cfr. alla pag. 83 dell’edizione italiana. E d’altra parte i due animali, che sulla prima pagina di Popotus se ne vanno facendo (si fa per dire) “ciao, ciao” con la manina, campeggiano invece tranquilli nel presepio su carta da incollare, colorare e ritagliare che qualche pagina più in là viene offerto ai piccoli lettori: segno di un certo scoordinamento, questa volta positivo, fra coloro che hanno curato le varie parti della pubblicazione.
D’altra parte, con buona pace di chi ha scritto “Evviva il presepe! (Quello giusto)”, che nei Vangeli non si accenni al bue e all’asino, i Magi non siano anche re e la stella sia senza la coda non è una notizia: è un po’ la scoperta dell’acqua calda. Chiunque li legga con un minimo di attenzione se ne accorge da solo. E ovviamente al riguardo non è questo il centro della riflessione di Benedetto XVI. Egli si sofferma piuttosto sui motivi che sono all’origine della tradizione iconografica consolidata che vede ad esempio un bue e un asino presenti sulla scena della Natività e così via. Trattandosi invece di un “giornale di attualità per bambini” conta piuttosto in questo caso il segnale negativo, perché in filigrana scettico, che viene dato dall’articolo in questione. E per questo motivo, diversamente dal solito, non passerò questo numero di Popotus ai miei nipotini.
Varrebbe piuttosto la pena, sullo spunto delle pagine de L’infanzia di Gesù sull’argomento, di aiutare i bambini (e gli adulti) a mettersi in salvo da versioni confuse ed estemporanee del presepe prendendo le mosse dalla sua tradizione autentica. Non mancano buoni lavori cui ispirarsi in proposito, ma per parte mia continuo a ritenere magistrale il bel volume di Nando e Gioia Lanzi Il Presepe e i suoi personaggi, edito da Jaca Book nel 2007.