Il Bjp vuole introdurre la legge anticonversione nel Maharashtra
L’adozione della legge è prevista nel programma elettorale della coalizione di cui il Bjp fa parte in vista del voto locale del 20 novembre
Una legge che renda impossibili le conversioni. È uno dei 25 punti del programma elettorale del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito al governo in India dal 2014 sotto la guida del primo ministro Naredra Modi, in vista delle elezioni locali del 20 novembre nello stato del Maharashtra. Lo ha annunciato il ministro degli inerni del governo federale, Amit Shah, il 10 novembre nel corso della presentazione del manifesto elettorale della coalizione Mahayuti. Il Bjp sostiene i nazionalisti indù che mal tollerano le minoranze religiose, in particolare i cristiani e i musulmani. Uno dei modi per perseguitare cristiani e musulmani e per suscitare ostilità nei loro confronti è accusarli di indurre la gente a convertirsi con l’inganno, con false promesse. Sotto l’influenza del Bjp e dei movimenti integralisti indù già dieci stati indiani su 36 hanno adottato leggi anti-conversione. Il primo è stato l’Orissa nel 1968, seguito dal Madhya Pradesh nello stesso anno e dall’Arunachal Pradesh nel 1978. Con la crescita del Bjp negli anni Duemila leggi analoghe sono state adottate da altri stati: il Chhattisgarh nel 2000, il Gujarat nel 2003, l’Himachal Pradesh nel2006, il Jharkhand nel 2017, l’Uttarakhand 2018, l’Uttar Pradesh nel 2020 e l’Hariyana nel 2022. Nel 2022 una legge anti-conversioni era stata adottata anche nel Karnataka, ma è stata abolita nel 2023 quando il Bjp è stato sconfitto nelle elezioni locali. I nazionalisti indù stanno cercando di farla entrare in vigore in Rajasthan dove sono tornati al governo alla fine del 2023. “La libertà di religione e di conversione è un diritto - ha commentato il cardinale Owald Gracias, arcivescovo di Mumbai raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews – sancito dalla Costituzione. Nessuna autorità civile ha diritto di entrare nel santuario che è la coscienza di ogni singola persona e dire ‘non puoi cambiare la tua religione’ o Devi adorare Dio in questo modo. Nessun governo può entrare nella mia anima e dire alla mia coscienza: ‘non puoi cambiare religione’”. Peraltro il cardinale ha affermato con fermezza che i cristiani non convertono nessuno usando espedienti: “non solo perché nei documenti del Concilio Vaticano II si parla chiaramente contro questa pratica, ma soprattutto perché per i cristiani la conversione è innanzi tutto una trasformazione del cuore. Non a caso la Chiesa impone un lungo periodo di catecumenato per testare la sincerità di chi chiede il battesimo”.