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TRA LE RIGHE

Il bene sia con voi

I racconti di Vasilj Grossman sono uno spaccato amaro della vita quotidiana dell’Unione Sovietica e della dis-umanità del socialismo reale. Eppure son pagine che grondano di una sconfinata fiducia nella grandezza dell'uomo.

Tra le righe 01_10_2011
Il bene sia con voi
“Che le montagne immortali si riducano pure a scheletri, l’uomo esisterà in eterno”: così dice Grossman concludendo Il bene sia con voi!, ultimo racconto - quasi un romanzo breve, con tratti da poema in prosa - dell’omonima silloge appena pubblicata. È un libro che apre il cuore, con pagine di fortissima intensità, perché cariche della più assoluta fiducia nell’uomo, nella sua grandezza, in qualsiasi momento e in ogni epoca, anche quando, anzi, soprattutto quando essa è illogica, incomprensibile, inaspettata, insospettabile.

I racconti di Grossman sono uno spaccato, dolente e amaro, della vita quotidiana dell’Unione Sovietica, della dis-umanità del socialismo reale. L’incertezza del vivere dei singoli ben traspare da Mamma (pp. 93-107): Nadja, lo intuiamo sin dall’inizio, è figlia di “nemici del popolo”, il cui destino era stato deciso da una firma, da una sola firma, apposta a un documento proprio dall’alto funzionario del partito che aveva poi accolto in casa la bambina, togliendola dall’orfanotrofio. Ma nulla è mai certo e sicuro nella Russia di Stalin: ecco quindi che il finale del racconto ci presenta Nadja, ormai giovane donna, cresciuta in un istituto negli anni duri della collettivizzazione forzata, lontana anche dal Cremlino, diventata un’operaia specializzata. E pur avendo perso tutto, apparentemente, Nadja riesce a creare, in quella sua vita, pur gestita da un meccanismo spietato (il partito, la sua organizzazione onnipervasiva nell’esistenza dei singoli), uno spazio di gioia e di libertà, grazie alla prospettiva del futuro, dell’amore, della maternità.

Dell’incertezza del vivere quotidiano, dei cambi di status, che potevano, in un volgere di ore, trasformare un funzionario stimato in un perseguitato politico confinato in un lager, così tipici, purtroppo, della Russia sovietica, fanno fede anche il brevissimo racconto L’inquilina (pp. 90-92), cui servono solo tre pagine, tre paginette scarne per illustrare come nella storia di ogni persona, si poteva celare una tragedia, perché su ognuno poteva essersi abbattuta la scure del controllo del partito e delle purghe. Senso di solidarietà umana, fiducia nella sacralità della vita, senso morale robusto, profondo e radicato sono gli elementi portanti di questi racconti: pensiamo a Rozental’, protagonista de Il vecchio maestro (pp. 11-41), che arriva, al tempo dell’invasione tedesca, a chiedere al medico locale una fialetta di veleno, su suggestione di Epicuro, per poi ravvedersi, ricredersi, e trovare, nella vita stessa, nel senso di unione e fraternità con i suoi simili, la spinta per credere nella sacralità e dignità di ogni momento dell’esistenza.

Memorabile la frase della bambina che il vecchio maestro tiene in braccio poco prima della loro tragica morte, e che, coprendogli gli occhi con le manine, in un gesto struggente, delicato e quasi materno, gli dice teneramente: “Maestro (…) non guardare da quella parte, se no ti spaventi” (p. 40).

La fiducia di Grossman nell’uomo non ha limiti; c’è, nelle sue pagine, un afflato religioso, di stupore sacrale, di fronte alla vastità dell’animo umano e al corso della Storia: pensiamo per esempio al racconto incentrato sulla Madonna Sistina (pp. 42-51), la tela-capolavoro che già aveva calamitato l’attenzione del Dostoevkij dei Demoni, e che ispira Grossman sino a fargli scrivere che “la vita e la libertà sono una cosa sola, e che non ci sia nulla di più sublime dell’umano nell’uomo” (p. 51). Dell’uomo che vivrà in eterno, e vincerà, a dispetto di tutte le ideologie tiranniche, di tutti i deliri e le mostruosità partorite da una ragione e da un’ispirazione spesso distorte.




Vasilj Grossman
Il bene sia con voi!
Adelphi 2011, 252 pagine, 19 euro.