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spiritualità

Il 2024 anno della preghiera. Guardando a Benedetto XVI

Nella preparazione al Giubileo del 2025 inizia la "tappa" dedicata al cuore della vita cristiana: la relazione con Dio. Di cui il Papa emerito è stato un modello.

Borgo Pio 02_01_2024

Continua la preparazione al Giubileo del 2025 e dopo l'anno trascorso, dedicato ai documenti del Concilio Vaticano II, quello appena iniziato sarà dedicato alla preghiera.

Lo ha ricordato il Pontefice il 31 dicembre durante la celebrazione dei Primi Vespri di Maria Ss.ma Madre di Dio e del Te Deum, menzionando il prossimo Giubileo incentrato sul tema Pellegrini di speranza: «un pellegrinaggio, specialmente se impegnativo, richiede una buona preparazione. Per questo l’anno prossimo, che precede il Giubileo, è dedicato alla preghiera. Tutto un anno dedicato alla preghiera. E quale maestra migliore potremmo avere della nostra Santa Madre? Mettiamoci alla sua scuola: impariamo da lei a vivere ogni giorno, ogni momento, ogni occupazione con lo sguardo interiore rivolto a Gesù. Gioie e dolori, soddisfazioni e problemi. Tutto alla presenza e con la grazia di Gesù, il Signore. Tutto con gratitudine e speranza».

Alla "tappa 2024" è dedicata anche una sezione del sito del Giubileo: «Dopo l'anno dedicato alla riflessione sui documenti e allo studio dei frutti del Concilio Vaticano II, il 2024, su proposta di Papa Francesco sarà l'anno della Preghiera. In preparazione al Giubileo, le Diocesi sono invitate a promuovere la centralità della preghiera individuale e comunitaria. Per questo si potrebbero proporre "pellegrinaggi di preghiera" verso l'Anno santo, percorsi di scuola di orazione con tappe mensili o settimanali, presiedute dai Vescovi, in cui coinvolgere tutto il Popolo di Dio». Oppure, aggiungiamo, guardare al modello concreto di chi ha illuminato la vita propria e altrui alla luce della preghiera.

Proprio al mattino del 31 in Basilica mons. Georg Gänswein ha ricordato Benedetto XVI come uomo di preghiera tracciandone una sorta di  "ritratto spirituale", nell'omelia del primo anniversario della morte: «Benedetto XVI portava non solo il nome di Giuseppe, ma cercava anche di imitare il suo Patrono, soprattutto con il suo profondo amore a Gesù e a Maria e la sua fedeltà a una vita quotidiana ritmata da preghiera e lavoro», ha detto Gänswein. «Il cuore di ogni giornata era per lui l’Eucaristia, fonte di luce, di forza e di consolazione. Coltivava pure fedelmente la liturgia delle ore e il rosario, preghiere che conferivano alla giornata la sua struttura. La relazione intima con il Signore si rifletteva poi nei rapporti con le persone attorno a lui, distinti per una grande cordialità, umiltà e semplicità, e anche nel suo lavoro teologico e pastorale, sempre orientato al primato di Dio e all’edificazione della Chiesa».