a cura di Anna Bono
  • Migrazioni e povertà

Il 2% del Pil mondiale per uscire dalla povertà

Nazioni Unite

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, l’agenzia Onu che ogni anno pubblica un dettagliato rapporto sullo stato del mondo e un Indice di sviluppo umano, basterebbe il 2% del Pil mondiale per assicurare una protezione sociale di base ai poveri del mondo intero: circa 1.500 miliardi di euro reperibili se, ovviamente soprattutto nei paesi a più alto livello di sviluppo, si aumentasse l’imposizione fiscale, si tagliassero spese regressive come quelle militari, si stanziassero più risorse per la cooperazione allo sviluppo e se ne potenziassero le strutture.

La Banca mondiale, altro istituto delle Nazioni Unite, ritiene che un aumento del 10% degli emigranti da paesi poveri determinerebbe un calo dell’1,9% delle persone che vivono sotto la soglia di povertà in quei paesi, per effetto delle rimesse inviate degli emigranti, che già adesso ammontano a circa 500 miliardi di dollari, e del ridotto peso sociale ed economico della disoccupazione determinato dall’emigrazione. È lecito tuttavia dubitare che un progetto di sviluppo sostenibile conti, per sconfiggere la povertà, sul trasferimento di migliaia di miliardi di dollari dai paesi “ricchi” a quelli “poveri” e sull’emigrazione di milioni di persone dai secondi ai primi.