Ideologia del gender è contro la vita
L'alleanza tra l'uomo e la donna per vincere la sfida epocale costituita dalle manipolazioni della vita grazie alla potenza delle biotecnologie. Così il Papa all'assemblea della Pontificia Accademia per la Vita.
Le «manipolazioni della vita» grazie alla «potenza delle biotecnologie» costituiscono una «sfida epocale». E per vincere questa sfida papa Francesco pone al centro «l’alleanza tra l’uomo e la donna», un'alleanza «sigillata dall’unione d’amore, personale e feconda, che segna la strada della trasmissione della vita attraverso il matrimonio e la famiglia».
E’ il cuore dell’intervento che Francesco ha tenuto ieri ai partecipanti alla XXIII assemblea generale dei membri della Pontificia Accademia per la Vita, guidata dal presidente monsignor Vincenzo Paglia. Contro «l’egolatria» che caratterizza i nostri tempi, in cui l’uomo appare sempre più ripiegato su sé stesso, incapace perfino di alzare gli occhi al Cielo, è «l’alleanza tra l’uomo e la donna» che deve divenire custode della vita e del creato. «L’uomo e la donna non sono chiamati soltanto a parlarsi d’amore, ma a parlarsi, con amore, di ciò che devono fare perché la convivenza umana si realizzi nella luce dell’amore di Dio per ogni creatura».
LA DIFFERENZA SESSUALE E’ UN PRINCIPIO NON NEGOZIABILE
In questa grande sfida affidata agli sposi e alle famiglie, la differenza tra maschio e femmina è «benedetta», vanno abbandonate, ha detto il Papa, «le forme di subordinazione che hanno tristemente segnato la storia delle donne». Ma per ripartire, per vincere la sfida epocale, occorre una «rinnovata cultura dell’identità e della differenza», la fluidità sessuale, che si può identificare nelle cosiddette teorie del gender, è l’ostacolo più imponente che si innalza di fronte al nuovo umanesimo che Francesco sembra indicare.
L’affondo su questo tema ieri è risuonato molto chiaro alle orecchie dei nuovi membri dell’accademia per la vita. «L’ipotesi recentemente avanzata di riaprire la strada per la dignità della persona neutralizzando radicalmente la differenza sessuale e, quindi, l’intesa dell’uomo e della donna, non è giusta», ha detto il Papa. «L’utopia del “neutro” rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita. La manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale, che la tecnologia biomedica lascia intravvedere come completamente disponibile alla scelta della libertà – mentre non lo è! –, rischia così di smantellare la fonte di energia che alimenta l’alleanza dell’uomo e della donna e la rende creativa e feconda».
ESSERE PRO LIFE
In consonanza con alcune recenti dichiarazioni del neo presidente dell’Accademia, monsignor Vincenzo Paglia, anche papa Francesco ha sottolineato l’importanza di una «passione per l’accompagnamento e la cura della vita, lungo l’intero arco della sua storia individuale e sociale». Non si è spinto a fornire gli esempi che Paglia ha, invece, dato in alcune recenti interviste, ossia includendo nella difesa della vita anche temi come la lotta contro la pena di morte, l’inquinamento ambientale, l’immigrazione e la guerra, ma ha certamente ribadito questo concetto “ampio” di difesa della vita.
Rivolgendosi alla rinnovata Accademia per la Vita, infatti, il Papa ha sottolineato come l’accompagnamento responsabile della vita umana va «dal suo concepimento e per tutto il suo corso sino alla fine naturale», indicando appunto un arco ampio di difesa della vita. Peraltro, sappiamo che fin dall’inizio del pontificato Francesco ha voluto prendere le distanze dai cosiddetti principi non negoziabili. «Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili», disse in un’intervista concessa al Corriere della sera. «I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra».
Le battaglie pro life quindi da questo punto di vista sembrano abbracciare un nuovo orizzonte, fermo restando il fatto, come ha detto lo stesso Francesco, che «l’alleanza generativa dell’uomo e della donna è un presidio per l’umanesimo planetario degli uomini e delle donne, non un handicap. La nostra storia non sarà rinnovata se rifiutiamo questa verità». La nostra storia quindi non ci sarà se le leggi civili non terranno in debito conto il valore della differenza sessuale, l’apertura alla vita dell’amore sponsale, la famiglia come cardine dell’educazione dei figli.
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