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LA PROPOSTA

Idea dalla Corsica: contro gli islamisti usiamo i mafiosi

I còrsi sono gente decisa, la loro “vendetta” è leggendaria ed è entrata nei vocabolari di tutto il mondo. Così oggi, uno dei più pericolosi gruppi armati dell’isola ha mandato un avvertimento agli islamisti: che non si facciano venire il pensiero di un attentato sull’isola, altrimenti ci penseranno loro. Da qui un’idea…

Cronaca 07_08_2016
Il gruppo armato del Fronte di liberazione nazionale còrso

La notizia gira sul web dal 2 agosto e ringrazio chi me l’ha girata. Riguarda la Corsica, l’isola che, nella sua intera storia, ha sopportato volentieri solo la “dominazione” cristiana. Insofferente a tutte le altre, quantunque Napoleone là fosse nato, nemmeno coi francesi è mai andata d’accordo, e Parigi ha sempre avuto le sue gatte da pelare col terrorismo dinamitardo locale. 

I còrsi sono gente decisa, la loro “vendetta” è leggendaria ed è entrata nei vocabolari di tutto il mondo. L’anno scorso, per esempio, alla voce di una presunta profanazione di una statua della Madonna da parte di un musulmano, la gendarmeria ha dovuto faticare non poco per scongiurare un pogrom contro gli islamici ivi immigrati. Ma i vendicatori, in quel caso, erano persone comuni, non duri di professione come gli indipendentisti. Solo che, adesso, anche questi ultimi hanno cominciato a perdere la pazienza. 

La Corsica è ufficialmente francese, e le notizie sugli attentati jihadisti in Francia vi arrivano in via più clamorosa e diretta, non mediata da corrispondenti esteri come da noi. Ebbene, uno dei più pericolosi gruppi armati dell’isola, l’Flnc “22 ottobre” (Fronte di liberazione nazionale còrso), l’ultimo ad avere annunciato, nel maggio, la sua “smilitarizzazione”, ha inviato un comunicato in triplice copia rispettivamente a: lo Stato francese, i musulmani in Corsica, i radicali islamici còrsi. L’avvertimento riguardante il primo suona così: «La Francia deve smetterla con la sua tendenza a intervenire militarmente a dare lezioni di democrazia al mondo intero se vuole evitare che i conflitti scatenati ritornino come un boomerang sul suo territorio». 

Ai secondi si intima di prendere posizione contro l’islam radicale, «informandoci sulle deviazioni che potrebbero constatare sui giovani sedotti dalla radicalizzazione». I terzi, «predicatori di morte» sono avvisati: la loro «filosofia medievale» non intimorisce affatto il Flnc; «qualunque attacco contro il nostro popolo avrà una risposta risoluta». È un linguaggio inequivoco e, probabilmente, il solo che salafiti e jihadisti intendono. L’intelligence dei quali, del resto, dovrebbe sapere che con quelli è meglio non scherzare, dal momento che hanno messo mano alle armi per molto ma molto meno, come la loro storia insegna. 

Poche chiacchiere, insomma, nessun distinguo, niente dibattiti, marce, palloncini e je suis charlie. E nessun secondo avviso. Al primo sgarro, tritolo, e pazienza per i “danni collaterali”. La Corsica fa parte dell’Occidente, è percorsa anch’essa da correnti di pensiero politicamente corrette, dalla laïcité hollandiana, dal buonismo relativista. Ma non si tocca, punto e basta. Ora, chi mi ha girato la notizia ha aggiunto un suo commento spiritoso, che riassumo: perché noi italiani non prendiamo spunto e affidiamo l’ordine pubblico antijihadista a camorristi, ndranghetisti, mafiosi e compagnia brutta? 

Può essere un “servizio socialmente utile” alternativo alla galera e, perché no, di migliore efficacia. Non sarebbe la prima volta, tra l’altro. Gli americani nell’invadere la Sicilia si raccomandarono a Lucky Luciano. Il ministro borbonico Liborio Romano spianò la strada per Napoli a Garibaldi nello stesso modo.  Si dirà che erano emergenze patriottiche. Vero, ma anche l’attuale non ci pare da meno.