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VISIONI

I tre moschettieri

Tratto dal fortunato romanzo di Alexandre Dumas, divertirà soprattutto chi non ha familiarità con il libro e i più giovani.

Visioni 29_10_2011
I tre moschettieri

sentieri


(Regia di: Paul W. S. Anderson, Interpreti: Logan Lerman, Milla Jovovich, Luke Evans, Ray Stevenson, Matthew MacFadyen, Orlando Bloom, Christoph Waltz; Durata: 102’, genere: Avventura)

Ennesimo film tratto dal fortunato romanzo di Alexandre Dumas. Ormai se ne contano circa una trentina più una decina di serie tv in tutto il mondo. Per dare un'idea, la prima pellicola è del 1921 con Fred Niblo. Poi, negli anni settanta vennero gli adattamenti firmati da Richard Lester dei quali almeno uno, quello del ’73, interessante. Infine in epoca recente si distinguono per originalità La Maschera di Ferro, e Eloise, la figlia di D’Artagnan (1995). Ora è il turno di Paul W. S. Anderson, da non confondersi con il celebre regista de Il Petroliere (Paul Thomas) e nemmeno con l’eccentrico Wes Anderson, autore de I Tenenbaum.

Il regista e produttore, specializzato in film tratti da videogiochi, prende in mano l’opera di Dumas e la ribalta completamente. A cambiare è anzitutto la trama che vede i tre moschettieri partire per l’Inghilterra insieme al giovane D’Artagnan: là dovranno recuperare una collana, sottratta alla regina di Francia dalla spia Milady, che altrimenti verrà usata come prova per testimoniare la falsa relazione amorosa tra la loro regina ed il re d’Inghilterra. Si tratta di una storia in parte nuova, che evita giustamente di riprendere l’intera trama originale (ormai abusata). Tuttavia sono molti gli aspetti che non convincono del tutto: l'innesto del filone “trovate futuristiche”, il personaggio di Milla Jovovich – moglie del regista – che fa di Milady un calco della Anna di Resident Evil (sempre da lei interpretata e sempre in un film di Anderson). Le sequenze d’azione sono girate in uno stile che si vuole accattivante ma che appare come la brutta copia dell’ultimo Sherlock Holmes di Guy Ritchie. Così si passa per ralenti esasperati, musiche che stordiscono e sequenze improbabili (la lunga lotta nei cieli tra le “aereonavi”). Sembra che Anderson abbia badato solamente a questa facciata estetica, dimenticandosi di dare spessore ai moschettieri, dei quali si è persa tutta l’ironia, e al giovane D’Artagnan, moccioso spaccone che corre dietro a una ragazzina infantile.

Il peccato più grande è il cast sprecato: avendo tra le mani personaggi senza anima, anche dei fuoriclasse come Orlando Bloom (il duca di Buckingham) e Christoph Waltz (il cardinale Richelieu) sono costretti a ripescare dal loro repertorio i personaggi interpretati in passato, replicando in un contesto fuori luogo le prove fornite in Pirati dei Caraibi e in Bastardi senza Gloria.

In definitiva un film che delude il pubblico nostalgico dei veri film d’avventura, e che divertirà solo chi, tra i più giovani, non ha alcuna familiarità col romanzo di Dumas e che vuole godersi un po’ di facile azione di serie B.