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DIETRO LA NOTIZIA

I soldi dell'Imu? Ripresi dalle slot machine

L'ex ministro Brunetta rivela: per restituire i soldi a chi ha pagato l'Imu, aumenteremo i giochi. Insomma, il progetto sarebbe aiutare le famiglie distruggendole. Come dimostra questa storia di dipendenza dal gioco.

Cronaca 05_02_2013
Slot machine

Da domenica sera la proposta choc di Silvio Berlusconi in vista del voto è nota: “Nel primo consiglio dei ministri restituiremo l’Imu pagata sulla prima casa nel 2012”. E grazie ad un’intervista del Corriere della Sera all’ex ministro del Pdl Renato Brunetta, da oggi sappiamo anche dove verrebbe reperita una parte dei circa quattro miliardi necessari per la copertura della restituzione: ben 250 milioni di euro arriveranno da nuovi giochi. «La Chiesa ha fatto una crociata contro i giochi: non la tocca?», chiede la giornalista Antonella Baccaro a Brunetta. Risposta dell’intervistato: «Il nostro è un atteggiamento laico: prendiamo atto che il gioco è un’attività fisiologica dell’individuo. Anche la Chiesa ha le sue lotterie a fin di bene».

Insomma, l’unica cosa che conta è il risultato, in questo caso politico, e tralasciamo di commentare il paragone di Brunetta tra i “suoi” giochi e le lotterie a fin di bene di stampo cattolico, perché si commenta da solo. Lo Stato dà da una parte e toglie dall’altra, ad una parte debole se è vero – e lo è – che la ludopatia è una vera e propria patologia, paragonabile al drogarsi: secondo dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) la ludopatia in Italia coinvolge il 3% della popolazione adulta, ossia un milione e mezzo di persone, per molte delle quali tentare la fortuna diventa un desiderio compulsivo difficile da tenere a freno. La legge italiana vieta il gioco d’azzardo in luoghi pubblici e privati, ma ammette e promuove lotterie, Superenalotto e affini, Bingo e scommesse sportive, Gratta&Vinci, slot machine e giochi on line.

Brunetta dovrebbe ascoltare il racconto, come ho fatto io, di una mia conoscente, il cui figlio è stato rovinato dal gioco. Rovinato a 360 gradi, una dipendenza peggiore dell’eroina o della cocaina, “perché se mio figlio si fosse drogato – ha spiegato questa mamma – almeno avrebbe avuto la possibilità di entrare in una comunità a disintossicarsi, ed invece…”.
Ad accorgersi che qualcosa nella vita del figlio Paolo, sposato e con una bambina in   arrivo, non andava è stata proprio lei: “Per problemi logistici, a pranzo veniva da noi genitori. Ad un certo punto ha cominciato a saltare dei giorni: la bambina da prendere a scuola, la macchina da portare a lavare, la spesa da fare. Ma parlando con mia nuora mi sono resa conto che erano tutte bugie: dove andava dall’una alle due e mezza?”.
All’inizio pensò ad una relazione extra coniugale ma capì cosa stava succedendo “quando iniziarono a sparirmi dei soldi dal borsellino nella borsetta. Li avrai persi, mi disse le prime volte mio marito, terrorizzato anche lui dal sospetto. Che divenne una certezza quando Paolo disse che, uscendo dalla banca dove aveva appena prelevato duemila euro, era stato scippato. Altro che scippo!”.
I duemila euro li aveva persi alle corse ai cavalli e alle slot machine, ma era perfino andato dai Carabinieri per la denuncia, in modo da convincere moglie e genitori di quanto (non) era avvenuto.
“Una sera mio marito l’ha affrontato: dopo aver negato per oltre mezz’ora è crollato in lacrime. Ed ha confessato, disperato, di essere in rosso in banca di oltre diecimila euro e di essere in mano agli strozzini per altri diecimila. Non può capire cosa è successo dopo”.

La prima conseguenza si è verificata all’interno della sua famiglia: la moglie ha chiesto la separazione e Paolo è tornato a vivere con i genitori.
“Sono stati sei mesi da incubo, non faceva altro che chiederci soldi in continuazione, appena lasciavamo in giro anche un solo euro, spariva. Non riuscivamo più a parlare con lui: ogni pranzo, ogni cena, ogni momento insieme era uno scontro tra lui e noi, perché non smetteva di giocare, anzi… Un pomeriggio, rientrando dalla spesa, ci siamo accorti che erano sparite tre cornici in argento con la nostra fotografia di nozze e quelle dei nostri due nipoti. Mio marito, senza neppure consultarmi ma poi mi sono detta d’accordo con lui, ha chiamato il fabbro e cambiato la serratura della porta di casa. Quando Paolo è arrivato gli ha detto di prendere le sue cose ed andarsene, non importava dove. Mio figlio, una persona per bene, buona, sempre disponibile con tutti, per anni si è speso nel volontariato, se ne è andato insultandoci. E’ passato un anno e non l’abbiamo più visto né sentito. E sua moglie e sua figlia neppure”.
Una domanda: Paolo le ha mai raccontato come ha cominciato? “Con le slot machine, quando andava al bar a bere il caffè”.