I patriarchi cattolici orientali invitano i cristiani a restare nei propri Paesi
L’assemblea biennale dei prelati
delle Chiese orientali si è conclusa
a Bkerke, Libano. Era iniziata
lo scorso 14 novembre. L’impegno
dei vescovi a proseguire sulla strada dell’ecumenismo fra cattolici
e ortodossi riunificando le date della Pasqua. L’invito a tutti i cattolici
a impegnarsi nella politica
e a coinvolgersi nella società sulla base dei valori cristiani, unica strada per portare la pace in Medio Oriente.
Beirut (AsiaNews) – I patriarchi cattolici orientali chiedono ai cristiani di restare nella loro terra di origine e di impegnarsi in politica per essere portatori di pace. E quanto emerge dalla 20ma assemblea dei prelati delle chiese orientali organizzata dal 14 al 17 novembre a Bkerke, sede del patriarcato maronita del Libano. All’incontro i vescovi hanno varato una serie di delibere sulla situazione che definiscono il futuro dei cristiani in Medio oriente. Essi sono decisi ad andare avanti sulla strada dell’ecumenismo, cercando soluzioni pratiche come ad esempio l’unificazione della data della Pasqua, celebrata in periodi differenti da cattolici e ortodossi.
I patriarchi del Mashreq hanno anche esortato i cristiani ad impegnarsi nella vita pubblica e a cooperare con le forze moderate, rifiutando la violenza, come mezzo di cambiamento politico.
Di seguito presentiamo il testo delle delibere, letto da mons. Bechara Rai, patriarca dei maroniti..
Al fine di attuare le delibere dell’assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi, avvenuto a Roma nell’ottobre 2010, e alla luce di quanto sta accadendo nei loro rispettivi Paese, i Patriarchi hanno deciso quanto segue:
Per quanto riguarda l’attuale situazione nei Paesi arabi e il suo impatto sui cristiani, i padri:
1 – Invitano tutti cristiani a rimanere attaccati alla loro terra e ai luoghi sacri delle rispettive patrie, avendo fiducia nel futuro e nella missione loro affidata nei rispettivi Paesi, dove essi sono destinati ad essere luce, sale e lievito. Ricordiamo che devono costruire la propria terra affinché tutti godano dei diritti di cittadini, compreso il diritto di partecipare alla politica, attraverso la solidarietà con le altre compomenti sociali e religiose, all’interno delle istituzioni dello Stato.
2 - Chiamano tutte le chiese per coordinare il lavoro pastorale, in obbedienza alla preghiera di Cristo "che siano una cosa sola". Senza contare che questo lavoro comune è preserequisto fondamentale della testimonianza cristiana e della vita insieme agli altri cattidini.
3 – Si impegnano a unificare la data della Pasqua tra le Chiese, e trovare mezzi pratici per raggiungere queste questa pressante richiesta di tutti i cristiani, specialmente nel nostro Mashreq, come nel caso di Egitto, Giordania e Palestina.
4 – Sottolineano l'importanza del dialogo nazionale, il rispetto dei diritti umani, la riconciliazione nazionale, la necessità di riforme sociali e politiche al fine di raggiungere la pace civile e la giustizia e condannano l'uso della violenza come mezzo di cambiamento.
5 – Incoraggiano i laici a implicarsi nell’azione pubblica e a coinvolgersi attivamente nelle istituzioni nazionali e al servizio dei diritti umani.
6 – Affermano il loro impegno a mantenere i contatti con le forze moderate della nostra società, al fine di ampliare la base di partecipazione nazionale e per dimostrare che la religione è un cammino verso Dio e la vera pace ; affermano la volontà di costruire dei legami con i loro compatrioti come abitanti della stessa terra e fratelli in un futuro comune.
7 – Invitano a una soluzione del conflitto israelo-palestinese sulla base di una soluzione giusta e condivisa in conformità con le risoluzioni del diritto internazionale, in particolare per ciò che riguarda il diritto per i palestinesi di fare ritorno nella propria terra e il loro diritto ad avere un prioprio Stato accanto allo Stato di Israele entro confini sicuri e riconosciuti. La Terra santa luogo di quella pace che è stata annunciata in tutto il mondo il giorno della nascita di Cristo, ha diritto di gioire della pace, affinché da essa la pace scorra come un fiume e inondi tutti i Paesi del Medio oriente.
Sul piano amministrativo, i Patriarchi orientali cattolici hanno sostenuto l'idea di organizzare un congresso generale dei laici cristiani; hanno approvato gli statuti di una commissione per le prigioni del Medio Oriente; hanno deciso di organizzare in Libano (12-17 aprile 2012), una conferenza sul Medio Oriente di educatori cattolici. Hanno deciso di seguire le risoluzioni del Sinodo tenutosi a Roma nell'ottobre 2010, e incoraggiato alla missione tutti i media della Chiesa, fra cui il nuovo canale televisivo Carità, rivolto ai giovani.
I patriarchi orientali che hanno presenziato a Bkerke sono mons. Bechara Rai, maronita, il cardinale Antonios Naguib, copto cattolico, Gregorio III, greco-cattolico, Ignace Joseph III Younan, siro-cattolico, l’arcivescovo caldeo Emmanuel III Delly, il cardinal Fouad Twal, latino di Gerusalemme così come il vescovo John Tayrouz, che rappresenta il Patriarca armeno cattolico Nerses Bedros XIX. Presente alla conferenza anche il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio consiglio cor unum, in Libano su invito della Caritas locale. Nei prossimi giorni a Bkerke si aprirà una nuova conferenza che durerà una settimana. Essa riunirà i Patriarchi orientali cattolici e i loro vescovi.
Da Asia News del 19 novembre 2011