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OCCHIO ALLA TV

I migliori anni

Mezzo secolo di musica, cinema, cronaca di costume e – naturalmente – televisione, da (ri)percorrere attraverso testimonianze, filmati d’epoca e soprattutto canzoni, con molti protagonisti di allora di nuovo in scena. C’è un mix di nostalgia soggettiva e memoria collettiva nel programma “I migliori anni” di Carlo Conti.

Occhio alla Tv 28_10_2011

Mezzo secolo di musica, cinema, cronaca di costume e – naturalmente – televisione, da (ri)percorrere attraverso testimonianze, filmati d’epoca e soprattutto canzoni, con molti protagonisti di allora di nuovo in scena. C’è un mix di nostalgia soggettiva e memoria collettiva in “i migliori anni” (Rai 1, venerdì ore 21.10), programma affidato alla conduzione di Carlo Conti, tornato in questa stagione più luccicante che mai.

Sul tema del ricordo si giocano anche le proposte collaterali alla trasmissione: “Noi che…” è un piccolo scrigno della memoria che raccoglie messaggi e sms in cui il pubblico richiama alla mente gli elementi caratteristici della propria gioventù. Se, invece, si vuole proporre qualche riflessione più corposa, si può inviare una vera e propria lettera oppure addirittura un video in cui raccontando se stessi si racconta anche una parte dell’poca vissuta.

La gara tra i brani musicali è solo un pretesto per questo flashback socioculturale che prende il nome dalla nota canzone omonima di Renato Zero. La competizione è fra decenni musicali dagli anni Cinquanta agli anni Duemila, rappresentati ciascuno da una ragazza che fa da caposquadra. Il pubblico da casa può televotare il preferito.

Gli ospiti ravvivano lo show: i cantanti cantano in diretta un successo dell’epoca, i personaggi del cinema e della tv vengono intervistati da Conti, accompagnati dal sottofondo di filmati d’annata. Secondo il tradizionale schema del varietà, non manca un gruppo di ballerini a ravvivare di tanto in tanto gli stacchi fra un’esibizione e l’altra.