I giudizi su Lutero, proteste e ragioni
Un lettore evangelico: «Su Lutero scrivete menzogne, e la frase "pecca fortemente..." è di sant'Agostino».
Risponde monsignor Livi: «I buoni rapporti ecumenici non cancellano la realtà»
Caro direttore,
sono un cristiano evangelico e malgrado condivida alcune vostre battaglie, sono davvero sconcertato dal chiaro doppiopesismo che usate. Se da una parte non vi lasciate occasione per scagliarvi contro il mondo protestante, chiamandolo per nome, cognome, precisando sul dove chi e quando, se si tratta di esempi negativi, dall'altro quando da quello stesso mondo provengono esempi anche eroici come quello di Christina Grimmie o Duck Dinasty fate passare tutto sotto il generico termine "cristiano".
Ma adesso davvero lasciate basiti. Nell'articolo sulla dottrina della giustificazione, fate passare Lutero come uno che abbia predicato di peccare di più a dimostrazione di una maggiore grazia salvifica, il che è davvero un'idiozia di bassa lega, una calunnietta da preti di campagna di dubbia onestà intellettuale alla peggio, o di infiinita ignoranza alla meglio. Infatti anche solo nel linguaggio attuale i puritani entrati come termine del linguaggio comune come esempio di massimo rigore morale, erano protestanti, oppure no?
E la dottrina della predestinazione, che tra l'altro non tutti i protestanti, compreso me, condividono, non dice che se pecchi e sei predestinato vai comuqnue in cielo, ma al contrario è che proprio perché sei salvato, e Dio ti ha eletto, tu porterai frutti di ravvedimento.
State scrivendo delle menzogne davvero di basso livello, e in ogni caso, avvisate il "dotto" monsignor Livi che la frase attribuita a Lutero "pecca fortemente ma ancora più credi fortemente" è casomai di uno che chiamate Santo come Sant'Agostino, che infatti scrive "Pecca fortemente, ma ancor più fortemente confida e godi in Cristo".
Ora per correttezza dovreste chiedere a monsignor Livi di chiamare eretico anche lui.
Cordiali saluti.
Alessandro da Roma
Prima di lasciare la parola a monsignor Antonio Livi che meglio può dare ragione dei suoi giudizi su Lutero, vorrei precisare che non mi risulta che ci siamo mai scagliati contro il mondo protestante. Tanto che come il lettore testimonia, non abbiamo timore a raccontare storie edificanti che dal mondo protestante arrivano. Se si chiamano cristiani in generale è perché non abbiamo ulteriori dettagli sulla confessione di cui fanno parte, visto che le denominazioni protestanti sono centinaia.
La Nuova BQ invece si scaglia contro chi tenta in vari modi di "protestantizzare" la Chiesa cattolica, che è cosa ben diversa dal disprezzo verso i protestanti. (R.Cas.)
Risponde monsignor Antonio Livi:
Il gentile lettore ha certamente molte ragioni a sentirsi a disagio nel leggere un sito cattolico dove si parte dal presupposto (ovvio) che il dogma enunciato dalla Chiesa cattolica sia la verità assoluta, in quanto formulazione infallibile della Parola di Dio, ossia della divina Rivelazione. Partendo da questo presupposto, le dottrine luterane sono da considerarsi irrimediabilmente eretiche, così come le ha definite il Conciio di Trento.
C'è poi un'altra diversa questione: quella dei "buoni rapporti" tra i cattolici (come istituzione, rappresentata dai Pastori) e i protestanti, rappresentati a loro volta dai vari organismi e dai tanti teologi (come Karl Barth) che nel tempo e nello spazio reclamano una legittimità di ispirazione luterana e di intepretazione o adattamento della dottrina di Martin Lutero. Questi "buoni rapporti", che il Vaticano II raccomanda parlando dei "fratelli separati" e gli stessi papi (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco) hanno portato avanti con ottime intenzioni "ecumeniche" (l'unità dei cristiani), non hanno mai significato l'abolizione o la marginalizzazione del dogma. Tanto meno hanno significato un voler dare ragione a Lutero nelle sue accuse al papato e nell'abolizione del Magistero eclesiastico e dei Sacramenti, a cominciare dal sacerdozio. Pertanto, il fatto che un sito cattolico ribadisca la dottrina cattolica non significa che in esso si voglia denigrare o offendere i luterani.
Il lettore che ha scritto si pone in un'ottica interconfessionale che mira a mettere da parte la verità rivelata per accontentarsi di un vuoto ed effimero scambio di reciproche carinerie; ma quest'ottica (legittima per chi non ha una fede vera e propria ma solo un senso di appartenenza a una qualsiasi religione) non è quella dei redattori della "Nuova Bussola Quotidiana" e tanto meno quella dei collaboratori come me, che ho passato la vita a studiare e a difendere la verità rivelata proprio come verità, l'unica verità che salva.
Il lettore ironizza sul fatto che qualcuno mi consideri "colto": ma questo non è un complimento cui ambisco, è piuttosto un dato di fatto che il lettore avrebbe potuto verificare visitando il sito che espone le mie ricerche teologiche (www.antoniolivi.com).
Quanto poi alla frase attribuita a Lutero, essa è effettivamente del Riformatore. L'analoga frase di Agostino - che certamente Lutero conosceva, essendo un monaco agostiniano - è stata da lui deformata nel senso e nel significato, e utilizzata per insegnare il contrario di quanto insegna il "dottore della grazia". Del resto, Lutero è riuscito a deformare e manipolare perfino le parole di san Paolo nella Lettera ai Romani: se ha abusato della Parola stessa di Dio, nessuna sopresa che abbia voluto abusare della parola di un uomo, ancorché santo e dottore della Chiesa...