I dati inglesi sulle violenze: sempre più uomini vittime
Grazie alla vicenda che ha portato agli arresti la nota presentatrice tv Caroline Flack per aver colpito alla testa il partner, il governo inglese ha pubblicato su richiesta della legge le cifre della violenza domestica sugli uomini. Il panorama che emerge (anche in Italia) è sconvolgente e dice che il problema non è del sesso maschile.
Che il cosiddetto “maschicidio" e la violenza sugli uomini per mano delle loro partner sia un fenomeno reale è emerso grazie alla vicenda che lo scorso dicembre ha portato agli arresti la nota presentatrice tv Caroline Flack per aver colpito alla testa, causandogli un forte sanguinamento, il partner di 13 anni minore di lei che all’inizio aveva negato per vergogna per poi confessare la violenza e infine ritrattare di nuovo.
La vicenda ha messo in luce il trend nascosto di cui il governo inglese è stato costretto a pubblicare le cifre grazie alla legge sulla “libertà di informazione”. Il panorama che emerge è sconvolgente se si pensa che il numero di attacchi domestici perpetrati da donne è più che triplicato in un decennio: tra il 2009 e il 2018, il numero di casi denunciati alla polizia è passato da 27.762 a 92.408, portando le donne ad essere responsabili di aggressione nel 28% di tutti i casi di abuso domestico segnalati nel 2018 (nel 2009 erano il 19%). A riportare le cifre è stato il Telegraph la settimana scorsa.
Ancora più preoccupanti sono i dati dello scorso anno che vedono ben 786 mila uomini vittime di abusi domestici (dati dell’Office for National Statistics). Ma lo studio fatto su di essi tiene conto anche del fatto che probabilmente queste cifre sono molto più alte perché i maschi hanno «tre volte meno» la tendenza di rivelare l’abuso rispetto alle femmine (sia per vergogna sia per la paura di non essere creduti). Il che porterebbe il numero degli uomini maltrattati ad essere simile a quello delle vittime donne.
Che il problema non sia quindi del sesso cosiddetto forte contro quello definito debole ma che la crisi sia nella relazione uomo/donna lo dicono anche i dati italiani. In media nel nostro paese le femmine assassinate sono circa 130 mentre i maschi sono 400. Tenendo conto del fatto che la maggioranza delle prime viene uccisa da un partner o conoscente mentre un numero maggiore di maschi è ucciso da sconosciuti, le cifre di uomini e donne assassinati da conoscenti tendono ad avvicinarsi.
A dire poi che il malessere dilaghi ancor più fra gli uomini sono i suicidi: 3.200 i maschi e 800 donne. Questa fotografia unita a quella dell’"Office of national statistics crime survey (ente governativo inglese), per cui «l’11% degli uomini maltrattati dalle donne partner tenta di uccidersi, rispetto al 7,2% delle donne maltrattate da partner maschi», fa crescere il numero dei maschi che subiscono violenze. L’ente di statistiche riporta poi che «tra coloro che sono stati vittime di abusi da parte del partner nel 2017/18, un numero maggiore di vittime di sesso maschile ha riportato lesioni fisiche (31,8%) rispetto al 22,7% delle donne».
Riprendendo i dati pubblicati dal Telegraph per cui lavora, la giornalista Celia Walden ha richiamato la vicenda della presentatrice televisiva. Walden scrive di essere rimasta colpita dai «miei amici» che «hanno parlato all’unanimità del presunto incidente come “imbarazzante”…Poi è successo qualcosa di ancora più sorprendente: uno dopo l'altro, questi uomini hanno iniziato ad ammettere le proprie esperienze di violenza avvenute per mano delle donne. E sebbene ognuno abbia minimizzato - era solo "uno schiaffo", "una spinta" e "una Coca-Cola tirata in testa" - ho lasciato quel pub sbalordita dalla seguente statistica di vita reale: tre uomini su quattro che conoscevo avevano subito qualche forma, per quanto lieve, di abuso femminile».
Ma anche il Daily Mail partendo dalla vicenda della Flack sottolinea quanto sia diffusa la mentalità femminista per cui ci sono commenti che includono frasi come questa: «“Quanto danno può realmente arrecare una donna a un uomo più grande e più forte di lei?”. E “sicuramente se una donna colpisce il suo partner, deve essere per legittima difesa”». A ribadire che, sebbene sia scoveniente affermarlo, è chiaro che il problema della violenza non è della natura maschile ma di entrambi i sessi: la donna può esercitarla più subdolamente e psicologicamente (oggi anche fisicamente) e l’uomo mediante la forza fisica. È scorretto quindi parlare di "femminicidio" o di "maschicidio". Anzi, la domanda che bisognerebbe porsi prima di dire che il maschio va rieducato è questa: cosa ha portato uomo e donna, invece che a completarsi nella diversità, a non riuscire più a tollerare le proprie differenze?
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