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Un saggio

I danni dell'utero in affitto sui bambini

Secondo un saggio di una psicologa belga, il nascituro già riconosce sua madre. Strapparlo a lei alla nascita gli provoca seri danni psicologici.

Gender Watch 08_01_2025

La psicologa e psicoterapeuta belga Anne Schaub-Thomas ha scritto un libro dal titolo ll grido segreto di un bambino sui danni psicologici sui bambini nati con l’utero in affitto, pratica a cui accedono sempre più spesso anche le coppie gay.

La psicologa afferma che il bambino nel ventre della madre è «naturalmente in attesa di un legame d’amore ininterrotto con la mamma che conosce intimamente ormai da nove mesi». E quindi «recepisce negativamente sia gli stati di stress intenso e improvviso, latente o ripetuto, sia gli stati di dimenticanza prolungata, di disattenzione o addirittura di negazione generale della sua presenza nel grembo materno».

Il bambino quando «nasce ha una gamma di memorie sensoriali ed emotive che funge da sostegno, dandogli un senso di continuità nella sua esistenza e, quindi, quella sicurezza che gli consente di affrontare l’ignoto». D’altra parte «la fase essenziale della costruzione dell’identità di un neonato consiste nel ritrovare fuori, quando è nato, la persona che conosceva quando era dentro. Non trovarla, perderla, porta a una spaccatura fondamentale».

Una volta conosciute le proprie origini, «i bimbi continuano a porsi le stesse domande: chi è mia madre? chi è mio padre? perché mi hanno abbandonato?». Da qui la possibile «diminuzione della propria autostima, proprio a causa della situazione di abbandono precoce da parte dei genitori».

In conclusione, secondo l’autrice del saggio, la maternità surrogata  «minimizza la maternità, mentre organizza per il bambino un tragico abbandono alla nascita, privandolo di quanto è essenziale nei suoi bisogni primari. Questa pratica confonde i punti di riferimento della filiazione, distruggendo la parentela biologica e sociale».