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Camerun

I camerunesi rifugiati in Nigeria sono più di 30.000

In una conferenza stampa l’Unhcr il 9 novembre ha aggiornato i dati relativi ai rifugiati camerunesi in Nigeria in fuga dagli scontri tra esercito e separatisti

Migrazioni 14_11_2018

 

Nelle ultime due settimane sono arrivate in Nigeria quasi 600 persone in fuga dalle regioni nord e sud occidentali del Camerun in cui lo scorso anno è scoppiata la protesta dei cittadini di lingua inglese che si considerano discriminati ed emarginati nel paese in maggioranza francofono. La situazione si è aggravata quando sono iniziati gli scontri tra l’esercito e i separatisti che rivendicano la secessione. L’Unhcr ritiene che i rifugiati camerunesi abbiano raggiunto in questi giorni il numero di 30.000. Quattro rifugiati su cinque sono donne e bambini. La maggior parte ha trovato ospitalità nelle comunità locali. Le frontiere tra i due paesi sono chiuse. I funzionari Unhcr e i loro partner aspettano i profughi in territorio nigeriani nei punti più utilizzati come ingressi informali per verificare la situazione e i bisogni dei profughi in arrivo. Quindi favoriscono la riallocazione volontaria del rifugiati dalle zone di confine agli insediamenti di Adagome e di Anyake, rispettivamente nello stato di Cross River e di Benue, che offrono migliori condizioni di sicurezza e rifugio nonché di accesso a servizi essenziali quali cibo, sanità e istruzione. Lì ricevono anche i cosiddetti “dignity kits” per donne e ragazze che contengono tra l’altro secchi, sapone e asciugamani. Dove possibile – ha spiegato il 9 novembre il portavoce dell’Unhcr Babar Baloch durante una conferenza stampa al Palazzo delle Nazioni di Ginevra – si provvedono di denaro contante i rifugiati affinché possano acquistare cibo nei mercati delle comunità in cui risiedono il che contribuisce a migliorare i rapporti tra i rifugiati e gli autoctoni. La stagione delle piogge e le pessime condizioni delle vie d’accesso alle aree più remote rendono molto difficile assistere i rifugiati che non si trovano negli insediamenti creati per loro e che hanno estremo bisogno di cibo, rifugio, acqua e medicinali.